Cultura e Spettacoli

Senatore Cappelli, un’altra storia di casa nostra

Fra le molte cultivar di grano duro nate nella nostra terra ne spicca una : la Senatore Cappelli. Questa fortunata cultivar (di grano duro autunnale)  fu ottenuta dal genetista Nazareno Strampelli nei laboratori del Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia per selezione genealogica di una varietà nord africana (la Jenah Rhetifah). Impiantata per la prima volta nel 1915, la cultivar di Strampelli venne dedicata al marchese abruzzese Raffaele Cappelli, senatore del Regno d’Italia. Raccogliendo l’eredità famigliare, che aveva cospicui interessi in Capitanata, Cappelli si occupò di agricoltura, partecipando da protagonista assieme al fratello Antonio alla riforma agraria del primo Novecento. La sua competenza in materia è testimoniata dalla lunga presidenza (1896-1911) della Società degli Agricoltori Italiani. Cappelli, che credeva nel talento di Strampelli, gli mise a disposizione campi sperimentali, laboratori ed altre risorse. Di qui la gratitudine del genetista e l’insolita ‘dedica’. Nonostante fosse piuttosto alto (circa 150-160 cm), tardivo e suscettibile sia alle ruggini (funghi dannosi) che all’allettamento (il ripiegarsi verso terra), il frumento Cappelli, ebbe grande successo. L’introduzione di questa cultivar determinò un tale aumento della resa che nel trentennio dagli anni Venti agli anni Cinquanta il 60% della superficie nazionale a grano duro era investita a Cappelli ; e lo stesso cultivar si diffuse in seguito in altri paesi del Mediterraneo. Ma dopo la II Guerra Mondiale la possibilità di produrre concimi azotati a basso costo stimolò la costituzione di varietà in grado di valorizzare la somministrazione di quantità crescenti di azoto. Più avanti l’accresciuta disponibilità di erbicidi consentì di ovviare alla minore competitività delle piante basse nei confronti delle più alte piante infestanti. Negli anni successivi (dal 1950 al 1960) il miglioramento genetico fu dunque orientato soprattutto verso la riduzione della taglia e l’aumento della precocità. Le prime nuove cultivar che segnarono l’inizio del declino per la Cappelli furono la Capeiti e la Patrizio. In seguito si affermarono piante di taglia sempre più ridotta e meglio selezionate. Così, via via si imposero nomi come Creso, Simeto, Iride, Claudio ed Appulo, quest’ultima cultivar dei gruppi “Val” (Valgerardo, Valnova, Valselva, Valriccardo) e “Castel” (Castelporziano, Castelfusano, Casteldelmonte e Castelnuovo). Il grano Cappelli non è però scomparso. E’ ancora coltivato nel meridione d’Italia   (Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna), per la produzione di pasta di qualità superiore e per prodotti  biologici.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 18 Giugno 2016

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