Cronaca

Si riaccendono i riflettori sulle contraffazioni dell’olio italiano

Il servizio sulla contraffazione dell’olio extravergine di oliva della trasmissione televisiva Report di “Rai 3”, messo in onda durante la puntata di lunedì scorso, ha riacceso i riflettori sull’urgenza di un intervento normativo di aggiornamento per la classificazione degli oli d’oliva che in Italia è ancora regolamentata da una legge del 1960, nonostante le significative novità introdotte nel settore, da tempo, dalla classificazione comunitaria. Una proposta di legge per allineare la classificazione degli oli d’oliva ai dettami europei è stata presentata infatti dal deputato pugliese Giuseppe L’Abbate del M5S che, per le eventuali violazioni commesse da coloro che non la rispetteranno nella commercializzazione dell’olio d’oliva, ha introdotto nello stesso testo la previsione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 2.500 Euro fino a 60mila Euro, con possibilità di raddoppio in caso particolari, previsti dalla stessa proposta. “Oggi – ha dichiarato L’Abbate  – in Italia si arriva al paradosso che non vengono sanzionate condotte che a livello europeo sono vietate. Così, c’é chi la fa franca nonostante il notevole e scrupoloso lavoro degli organi di controllo e spaccia un  olio per un altro ingannando i consumatori e attuando pratiche sleali”. Ed è per questo che i consumatori italiani, a volte, non possono essere ancora certi se ciò che trovano in bottiglia é effettivamente un extravergine di oliva oppure no. Ma questa è “una domanda a cui – per L’Abbate –  la politica può e deve dare risposta e il Movimento 5 Stelle é pronto a fare la propria parte”. Infatti, ha poi spiegato l’esponente pentastellato di Montecitorio, che è anche portavoce del M5S nella commissione Agricoltura della Camera, “L’attuale classificazione degli oli d’oliva é stabilita dall’Unione europea, che prescrive per le diverse categorie di  oliocaratteristiche non previste dalla legge n.1407 del 1960 sulla classificazione e la vendita degli oli di oliva, ancora in vigore”. “La norma italiana – ha sottolineato inoltre il parlamentare pugliese del M5S –  ignora, ad esempio le caratteristiche organolettiche e i limiti degli isomeri trans dell’acido oleico, principale componente dell’olio di oliva”. E la vecchia legge del 1960 – ha chiarito L’Abbate – non prevede neppure alcune tipologie di esame per la classificazione degli oli di oliva. Infatti, con l’approvazione della innanzi citata proposta di legge, e di cui L’Abbate risulta primo firmatario, si utilizzerebbero strumenti, tecniche, caratteristiche divenuti scientificamente obiettivi per stabilire le diverse tipologie e qualità di  olio di oliva. Anche per il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella (anch’egli del Movimento 5 Stelle), è necessario essere severi con chi sbaglia”. Infatti, ha aggiunto Gallinella, “soprattutto nel settore del food, dove in gioco c’é anche la salute delle persone”, spiegando che con questa proposta di legge del M5S si vuole “punire chi fa il furbo, tutelare e sostenere i produttori italiani di qualità e dare certezze ai consumatori”. “In commissione Agricoltura, – ha annunciato inoltre il presidente della stessa – insieme ai colleghi della commissione Giustizia, siamo pronti a metterci all’opera per portare a casa il risultato nel più breve tempo possibile, confrontandoci con tutti gli attori in gioco”. Ed in merito a quest’ultima questione, che è stata anche sollevata nuovamente dal recente servizio televisivo di Report sulla contraffazione dell’olio extravergine di oliva, è intervenuto anche l’esponente pentastellato che presiede la commissione Giustizia della Camera, l’on. Giulia Sarti, che, dopo aver ribadito che  l’attuale normativa  è basata su una vecchia legge del 1960 che prevede una classificazione degli oli superata dalle regole dell’Unione europea, ha precisato: “se viene messo sul mercato un olio che all’esame organolettico non rispetta le regole Ue, non si può applicare la sanzione perché, secondo la legge del ’60, quel prodotto è a norma! Occorre dunque cancellarla e adeguare anche i più recenti testi che hanno recepito le direttive Ue, in particolare il decreto legislativo 23 maggio 2016, n. 103”. Ed è proprio questa la finalità della  proposta di legge di L’Abbate che prevede, se il fatto non costituisce un reato penale, sanzioni pecuniarie da un minimo di 2.500 a un massimo di 60mila euro per gli oli contraffatti.  Sanzioni che – sempre secondo tale proposta – possono raddoppiare nei casi di oli derivanti da esterificazione o di sintesi. “Nei primi giorni del 2019 – ha assicurato l’on. Sarti – avvieremo l’iter per arrivare a una rapida approvazione della legge”. Insomma, dopo circa sessant’anni, un restyling della legge sulla classificazione degli oli d’oliva è sicuramente necessario. Ed anche se non sarà di certo tale revisione a risolvere i tanti problemi che assillano il comparto, almeno questa approvazione sarebbe un significativo passo avanti per i produttori pugliesi di olio d’oliva di qualità.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 19 Dicembre 2018

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