Cultura e Spettacoli

Spigolature di fatti e misfatti (38)

MI Preme Riprendere una mia Impressione, di cui , spesso, ho Fatto Cenno, che, spesso, ho Manifestata. Ebbene, quanta tenerezza fanno i mammini e le papine di oggi nel prendersi cura dei loro prodotti spermatozoici. Una cura, Direi, ossessiva, paranoica, psicopatica, schizoide: sia che possano, economicamente, o non possano, il passeggino visto, concupito nella/dalla recente pubblicità, lanciata dai “media” e, così, i costumini, le bavagliette, i biberon, le pappine, ecc., ecc., ecc., ovviamente, oggetti, materiale, nutrimento griffato. Si osservano i tronfi mammini in giro per le strade più accorsate del loro luogo di residenza, superbi trasportatori, in braccio o servendosi del, già citato, passeggino, dei loro fantolini/e, ché prendano una insana boccata d’aria, contaminata dallo “smog” o da altro inquinante. Atteggiamento, comportamento, incarico, corvée, che per i loro maggiori (padri e nonni) sarebbe stato, sarebbe un insulto alla superiorità sessuale del maschio, una “diminutio” di essa, addirittura. Ma i tempi sono cambiati o, meglio, cambia la forma di rivelazione del vissuto  della plebe, non la sostanza, il contenuto pseudoideologico, sottoculturale di esso; non i rapporti interpersonali di essa. Infatti,”man a r nannasc (in passato)”, il maschio delegava(imponendole la deambulazione del passeggino) alla femmina di informare i vicini e lontani di avere uno sposo (i parrucconi piccolo – borghesi, per cattolica pudicizia, erano, sono soliti smarcarsi dagli “status civili”  di marito e moglie, per indicare i protagonisti del coniugio, sostituendoli, come per maria e giuseppe, i genitori, secondo la leggenda, del nazareno, con  sposo e sposa) con i genitali a posto e fertili; oggi questa necessaria, per non ingenerare incresciose illazioni, incombenza, non fastidiosa, a dire il vero, il maschio meridionale, soprattutto, se l’è incardinata tra i suoi ineludibili doveri. Ecco, quindi, la scia dei mammini, a spasso, scarrozzando il bebè col passeggino o, come testé Accennavo, custodito, amabilmente, tra le sue braccia, di tendenza palestrate, totalmente, tatuate, a mo’ di galeotti. E’, poi, inutile elencare, quale che sia la condizione economica della carnale dualità famigliare, la sfilza dei regalini seriali all’infante sino al suo ascendere all’adolescenza e oltre: giochi, playstation, corredi scolastici e sportivi costosissimi, biciclettine, biciclette, motorini, motorette, sofisticati telefonini; di rigore, assenza assoluta di libri da leggere, tranne i manualetti scolastici, col permesso che rimangano intonsi, per non stressare il pargolo, la pargola, che nell’età primeva, secondo la “paideia”ad uso e consumo dei futuri servi e dei futuri sudditi, dovrebbero solo giocare e divertirsi, mentre mio Padre,  tanto per non uscire ”domo mea”, se MI  Sorprendeva a poltrire nell’ozio non oraziano, MI Intimava di Scegliere un Libro e di Leggere( “Ce stej a fa, pig nu libre e lic. Cosa stai facendo, Prendi un libro e Leggi”. Quanta Fiducia avevano i nostri Antichi nella “Palingenesi” che avrebbe potuto Generare la Cultura! Fiducia, che non Si Registra nei disinteressati di  Essa genitori di oggi). Inoltre, poiché, “mala tempora currunt”, i piccoli vengono accompagnati nell’intero arco, che va dalla materna alla fine del ciclo dell’obbligo, alla “non scuola”, ormai, dal mammino o dalla papina, con il pesantissimo zaino, pieno, zeppo di salate inutilità, del “non scolaro”, della “non scolara”,rigorosamente, sulle spalle, per non affaticarlo/a, esageratamente, mentre IO Mi Recavo all’asilo da solo, in una città occupata dalla interrazziale “sesta armata alleata”, comandata dal generale alexander.  Inaspettatamente, allorché il putto, la putta, in una situazione culturale di semianalfabetismo, riesce a rubacchiare, grazie, non di rado, alle pepate minacce dei genitali, che l’hanno prodotto/a, ai suoi filantropici insegnanti (il “tg3” delle ore 12 di qualche giorno fa ha comunicato i risultati deprimenti di un sondaggio: gli insegnanti italiettini, oltre a essere malissimo pagati, sono al primo posto nel mondo a non essere rispettati da genitori e scolari. La cronaca quotidiana conferma i dati e le risultanze di questo increscioso sondaggio)  il diplomino di fine obbligo “non scolastico”, cioè, presumibilmente, a 14, 15 anni, i suoi genitori, accortisi della di lui, di lei autosufficienza fisica e biologica, cioè, della di lui, di lei capacità di deambulare, di fare i  bisognini piccoli e grandi, dopo essersi, sufficientemente, alimentati/e, smaltendo scatoloni di patatine fritte, di “cis-burgher”, finiscono di preoccuparsi di lui e di lei, li forniscono delle chiavi di casa e le loro esistenze scorrono, come rette parallele, senza, mai più, incontrarsi. Tragica regressione alla pura animalità! Guai, ad avvicinarsi ai cuccioli di una cagna, di una leonessa, di un animale feroce! I destini delle cagne, delle tigri delle leonesse e dei loro cuccioli si lontanano non appena le prime hanno la sensazione di aver insegnato ai secondi tutto quanto sia necessario alla sopravvivenza di essi. E tanto poco, oggi, accade ad opera degli animali umanizzati, col risultato sconfortante, a vista d’occhio: minori nel giro della droga, della prostituzione, dell’alcolismo, della ludopatia; minori protagonisti di cruenti atti di bullismo, di cyberbullismo, di rapine, di omicidi; minori omicidiati. A volte, MI Chiedo, con preoccupata Maraviglia, come possa fare a prendere sonno un genitore, sapendo che  il figlio/a, i figli/e, sono fuori casa e lo saranno fino a tarda notte, all’alba,talvolta, in branco con altri figli/e di mammini e papine; alle prese con i più impensabili pericoli; irresponsabilmente, avviati a incontri, che potranno, per sempre, orientare la loro esistenza, negativamente, irreversibilmente. Ad onta della scolarizzazione di massa, che inizia a far data dalla prima decade degli anni ’60 del secolo scorso, la società italiettina è diventata, appena, appena, più istruita. La gran parte della popolazione è capace di apporre, sia pure in modo stentato, la firma su un documento, “tamen”, la gran parte della popolazione scrive, legge con molta difficoltà e mostra notevoli difficoltà nell’interpretare un testo, che le si propone di leggere. Tanto, anche, da parte di diplomati e laureati. Molti concorsi di non poco momento e spessore, ad esempio, quelli indetti per selezionare gli aspiranti alla magistratura e all’avvocatura, sono stati annullati, continuano ad essere annullati, ché la maggioranza dei candidati ha sorpreso le commissioni per l’assoluta assenza in essi del corretto Possesso della Lingua Italiana. La società Italiettina soffre dell’analfabetismo di ritorno. Comunque, anche se il “diplomatume” e l’ ”allorume accademico” ha raggiunto livelli rilevanti rispetto al non lontano passato (pur se il Sociologo Domenico Masi Lamenta che la percentuale dei laureati italiettini é simile a quella del Camerum), il popolo italiettino non è, assolutamente, Colto, anche rispetto al lontanissimo passato. La  Cultura è il Sapere che Si Fa “Weltanschauung”, Visione del Mondo, organica, e, quindi, Ideologia, sino alle Mete altissime dell’Utopia. In passato, Testimonianza Esemplare, Significativa di quanto ho, testé, Prefigurato, è stata  la Cultura Contadina delle classi popolari, fatta di rigorosa, severa Moralità, di Sobrietà esistenziale, di Sapere, non Acquisito da Libri, ma dall’Osservazione della Natura, dei suoi fenomeni, delle mille e mille vite, che in essa coesistevano in perfetto equilibrio da millenni. Giovanni Verga  ha, mirabilmente, Descritto, attraverso gli Assiomi, le Asserzioni di ”Padron ‘Ntoni” de “I Malavoglia”, in cosa Consistesse il Sapere e la Cultura della Società Contadina, che Guidando i suoi componenti, Tenendoli, saldamente, ad essa Ancorati, come l’ostrica attaccata allo scoglio, li Distoglieva dal cadere nelle trappole del potere, dei suoi sbirri, dall’essere vinti dalla potenza della natura, a volte, leopardianamente, matrigna, nell’abiezione della prostituzione. I Maggiori delle Famiglie Contadine, Proponevano con la forza della disperazione, ché le nuove generazioni non finissero male, il Vivere, Seguendo  l’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni, il vVvere, quindi, in perfetta Consonanza con la Natura che, non andava, assolutamente, sfidata, semplicemente, Conosciuta. E Predicava il Rispetto di Essa e del Prossimo,Chiunque Esso fosse: Onora il Padre e la Madre, Onora gli Anziani, Porta Rispetto al Vicino, Saluta Chiunque Incontri e Rispondi al Saluto di Chiunque incontri. E da Essa poteva, anche, Fiorire il Grande Poeta Latino, Orazio, Figlio di un Coltivatore Diretto, che Vendette i suo modesti averi, per AffidarLo in roma nella Mani di un Maestro, pur “Plagosus”, ma Esperto del Mestiere di Insegnare ai suoi Discepoli come l’Uom S’eterna”, per Citare il Divino Dante. Da Essa Poteva Fiorire Ludovico Ariosto che, come Orazio a Mecenate, il braccio destro di augusto,Opponeva al cardinale ippolito d’este, di cui era segretario, che a Lui Bastava una rapa e la Tranquillità del suo Personalissimo Ozio, per Comporre il suo Capolavoro,l’ ”Orlando Furioso” , per EmendarLo in 7 Redazioni , per Raggiungere la Soglia della Perfezione e della Bellezza. Da Essa Fiorisce Giuseppe Verdi, il più Grande Compositore Musicale Italiano, Figlio di un Oste e di una Filatrice. Dalle classi al di sopra della Proletariato Contadino, dalla borghesia  Fiorisce, ad esempio, Benedetto Croce, il Grande Filosofo dell’Estetica e Storico; dalla nobiltà, ad esempio,  Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi. Insomma, Ciò che in passato, positivamente, Attraversava le tre classi sociali era il totale, radicale attenersi, da parte dei componenti di esse, al Protocollo Culturale.  Morale di ciascuna di esse, che poteva essere pure una prigione, un doloroso “letto di procuste”; che, in ogni caso, Sollecitava  le Risorse Umane più Talentuose di Esse alla Liberazione, a Volare nell’Iperuranio della Scienza, dell’Arte, della Poesia, dell’Armonia Musicale. Molti si rassegnavano alla rigidità del protocollo, pochi lo Rifiutavano, ma nella misura in cui lo si accettava o lo si Rifiutava, il protocollo era la base in cui in molti si sostava nell’anonimato  o per Pochi la Pedana  di Lancio “in più spirabil aere” , ove Essi  Trovavano tutte le Condizioni Adatte per la Creazione. Nel piatto nostro presente e nel recentissimo passato, trucidato Pasolini, ad opera di un losco coacervo di manovalanza delinquenziale e di massonica corruzione politico-affaristica, chi più, se non  il buon e non più che buon Camilleri ; il buon e non più che buon Ennio Morricone e ai piedi di questi un deserto, una landa immensa di mefitica mediocrità: di mammini e di papini, di adolescenti e giovani incretiniti dai “media” televisivi e “social”, ossessionati di “vita pericolosa”  nella “reverie” della droga, dell’alcol, della ludopatia, criminali, vandali per noia, una torma di politici, nemmeno grandi delinquenti, grandi ladroni,sì, ma con la meschinità di ladri di galline. Per finire e per Onestà intellettuale, tutto il presente pattume umano italiettino, nemmeno degno di una discarica, si giustifica, si motiva col fatto che, come Dice Antonio Scurati nel suo “Mussolini”,”L’Italia, del resto,è sempre stata il Paese dove tutte le sommosse cominciavano sempre davanti ai banchi dei fornai”. Scurati Concettualizza, ciò che Alessandro Manzoni Anima di Veemente Arte, Immaginando ne “I Promessi sposi” ciò che sarebbe accaduto nella seicentesca rivolta di milano da parte della plebe affamata. Finita la fame, integrata, da serva, nell’”establishment” “domi” e “extra moenia”, la plebaglia, sgabello,sempre, di tutte le rivoluzioni, risolte, sempre, con il ritorno al punto di partenza in mano alla borghesia criminale che  le  mise il pepe negli sfinteri, per farla sommuovere, ritorna ad essere fascista, razzista, com’è d’uopo a chi sguazza nell’ignoranza, nell’inconsapevolezza del correre dei tempi, e dalle quali non ha potuto o, certamente,  non ha voluto, da esse Emendandosi, nonostante il potere le abbia aperto le scuole, RISORGERE.

 

 

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

 


Pubblicato il 14 Novembre 2018

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