Cultura e Spettacoli

Stravinsky, il genio e l’arte d’arrangiarsi

L’antefatto è noto : Durante la prima guerra mondiale, messi alle strette, Igor Stravinsky e Charles Ferdinand Ramuz pianificarono una formula spettacolare agile e a basso costo. Così, Ramuz rielaborò due fiabe popolari russe (‘Il soldato disertore’ e ‘Un soldato libera la principessa’ di Aleksandr Nikolaevic Afanasev) e Stravinsky lavorò intorno ad una partitura che impegnasse il minimo numero (sette) di orchestrali. Il risultato, ‘Histoire du Soldat’, fu un’opera ‘anomala’ che da 96 anni va in scena incontrando costante interesse. Innumerevoli le sue rappresentazioni. L’ultima risale a mercoledì scorso, primo frutto della collaborazione fra Teatro Kismet e Conservatorio Piccinni. Un allestimento affidato alla voce di Teresa Ludovico e alla bacchetta di Gregorio Goffredo che dirigeva Francesco D’Orazio al violino, Giovanni Rinaldi al contrabbasso, Ferdinando Rubinetti al clarinetto, Michele Dilallo al fagotto, Dino Tonelli alla tromba, Antonio Demarco al trombone e Luigi Morleo alle percussioni. Consensi larghi da parte della platea dell’opificio di Strada San Giorgio per questa ovviamente sobria e accuratissima messinscena. Dicevamo prima dell’approssimarsi di Histoir du Soldat al centenario della sua prima rappresentazione, che ebbe luogo al Teatro Municipale di Losanna la sera del 29 settembre 1918, per la direzione di Ernest Ansermet.  E dicevamo pure di un evergreen. Histoire du Soldat non è un capolavoro, eppure ‘prende’, non stanca, si lascia rivedere. Le ragioni di tanto incontrastato successo vanno cercate nell’alchimia sapiente adoperata nel combinare risorse minime, da cui un risultato indimenticabile. E indimenticabile resta anche la lezione di vita che striscia fra le righe : Mai l’arte sventoli bandiera bianca, mai abbassi la guardia. I tempi della vacche magre sono sempre i più lunghi. L’artista non si scoraggi. Ottimizzando forze anche modestissime egli trova comunque come danzare, recitare, scrivere, cantare, dipingere, scolpire… Una lezione che in tempi come questi torna più preziosa che mai. Siamo in guerra (specie nel Belpaese). Le platee sono spopolate, in tv e in Rete spopola il fango, le pubbliche istituzioni lesinano persino gli spiccioli e gli sponsor non regalano niente. L’unica è rimboccarsi le maniche, arrangiarsi. Che altro? Lo scrittore si mette i libri sotto braccio e si propone nelle scuole, nei circoli, nei caffè, sulle bancarelle dei mercati. Lo scultore ripiega su materiali da discarica. In teatro si sforbicia su Shakespeare e Amleto va in scena da solo. Il musicista saccheggia la tecnologia e fa a meno della band…. Stravinsky fece scuola. Non di meno, lo avesse potuto, per Histoire du Soldat avrebbe impiegato la migliore ed ‘allargata’ orchestra, i Balletti Russi, le scene di Picasso, la voce di Eleonora Duse…

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 21 Giugno 2014

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