Cultura e Spettacoli

Terapia da palcoscenico

Le impietose leggi del profitto non concepiscono ‘debolezze’. Prima l’avvento della televisione, poi quello della Rete, infine il mutamento dei costumi poco a poco hanno decretato il declino senza speranza delle ‘sale’. Ciò, ad ogni latitudine. Perché Bari avrebbe dovuto fare eccezione? Così da noi il Supercinema e l’Odeon sono stati abbattuti per fare spazio a condomini, il Jolly, il Marylon e il teatro del Redentore si coprono di polvere da anni, l’Oriente è diventato una slotteria… Si potrebbe continuare. Dolorosamente lunga è la lista dei cinema e dei teatri del capoluogo demoliti, inattivi o diversamente riutilizzati (garage, depositi, supermercati…). Non bastasse, tale lista considera pure un vuoto di memoria. E’ noto veramente a pochi che da quasi settant’anni negli ambienti dell’ex CTO trova posto un teatro-auditorium. Era il 1952 quando sulla penisola di San Cataldo, progettato dall’architetto palermitano Giuseppe Samonà, sorgeva su un terreno donato dai Conti Sabini di Altamura il Centro Traumatologico Ospedaliero dell’INAIL. Una struttura per l’epoca all’avanguardia. Immerso nel verde – avanzo del parco che avvolgeva la villa dei benefattori – il CTO barese poteva accogliere sino a centottanta ammalati, a disposizione dei quali erano una piscina idroterapica, una palestra di riabilitazione, un solarium, una biblioteca, un terrazzo con vista mare, un paio di spazi per giocare alle bocce … e un teatro, appunto. Una struttura da ottantacinque posti in platea e un’altra ventina in galleria. Unico neo, l’insolito sviluppo del breve spazio scenico, esteso in profondità, più che in larghezza. Poco male comunque per un teatro-auditorium destinato allo svago dei degenti e non all’esercizio professionale dell’arte scenica. Poi nel ’99 arrivò l’infausto piano di riordino sanitario e un complesso ospedaliero assunto a modello in tutta Italia involse in sede degli uffici della Asl. Ne fece le spese anche il teatro-auditorium, abbandonato a sé stesso. Ma il recente arrivo di fondi europei ha consentito il recupero di questo contenitore. Restituita all’originale bellezza per effetto di un intervento rispettoso dei vincoli architettonici, la struttura è stata ufficialmente riaperta due giorni fa alla presenza dei più alti rappresentanti istituzionali. Il prezioso contenitore sarà destinato a laboratorio di arti sceniche e visive per i pazienti del Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Bari. Per centinaia di disagiati si prospetta un’occasione d’oro. Il teatro può miracoli in supporto all’azione (quando necessaria) dei farmaci e/o della psicoterapia. Resta solo una cosa: a chi intitolare la sala.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 8 Ottobre 2021

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio