Cronaca

“Tra Emiliano e D’Alema la guerra non s’ha da fare”

La “guerra” interna al Pd pugliese tra Massimo D’Alema e Michele Emiliano non s’ha da fare. Ed il compromesso per entrambi sarebbe il ritiro delle rispettive candidature nel collegio di Bari a sostegno di Gianni Cuperlo e Matteo Renzi alle primarie dell’otto dicembre prossimo, per l’elezione del segretario nazionale del partito. Infatti, la paventata sfida tra il “leader maximo” ed il sindaco di Bari, presidente regionale del Pd, potrebbe essere annullata per il ritiro congiunto di entrambe le candidature dal listino di appoggio ai rispettivi candidati alla segreteria nazionale del Pd, se l’invito a ritirare la candidatura, rivolto da nove esponenti politici di primo piano del Pd di Terra di Bari,  fosse accolto da ambo i contendenti. La notizia ufficiale dell’appello rivolto da alcuni parlamentari e consiglieri regionali locali, oltre che dal segretario regionale del partito, Sergio Blasi, è di lunedì scorso, ma i primi tentativi per far desistere gli sfidanti dalla contesa – secondo alcune indiscrezioni – sarebbero già iniziati la scorsa settimana, subito dopo la ventilata ipotesi della discesa in campo, a Bari, direttamente di D’Alema, come capolista del listino cuperliano, per contrastare l’annunciata candidatura, qualche giorno prima, di Emiliano nel listino di Renzi per le primarie. Il primo a parlare di “Match non necessario né al Pd, né al centrosinistra” è stato il segretario Blasi, uomo notoriamente vicino a D’Alema. Poi è arrivata la lettera aperta, sottoscritta da Franco Cassano, Dario Ginefra, Antonio Decaro, Gero Grassi, Alberto Losacco, Gianni Giannini, Guglielmo Minervini, Mario Loizzo ed Enzo Lavarra, che chiedeva formalmente il ritiro delle due candidature come capilista del listino a sostegno di Gianni Cuperlo (D’Alema) e di quello per Matteo Renzi (Emiliano). La motivazione addotta dai firmatari, evidentemente anche in rappresentanza delle diverse anime interne, è che “Nella prossima primavera il centrosinistra barese sarà chiamato ad affrontare una difficile prova elettorale e non sarà semplice trovare un candidato all’altezza del sindaco uscente. Il Pd ha la responsabilità di concorrere alla scelta di un nome prestigioso che unisca. Ma se predichiamo unità, uniti dobbiamo apparire: è la precondizione per vincere a Bari”. Per cui, si rileva sempre nella stessa lettera: “Al di là delle migliori intenzioni unitarie dei contendenti, una diretta competizione che coinvolgesse le personalità più eminenti espresse dal partito pugliese non sarebbe comprensibile per gli elettori”. Di qui l’invito ad entrambi di rinunciare alla pur legittima aspirazione di candidarsi a Bari nelle primarie per l’elezione del segretario nazionale e favore così la vittoria del centrosinistra alle comunali. Quindi, il prevedibile “scontro-confronto” barese tra D’Alema ed Emiliano dell’8 dicembre prossimo sarà, verosimilmente scongiurato, ma con molti dubbi sia nei simpatizzanti e sostenitori di entrambi gli esponenti, sia tra molti addetti ai lavori. Infatti, il primo interrogativo che alcuni di questi si pongono è “Chi tra Emiliano e D’Alema ha vinto effettivamente, se il temuto confronto diretto tra i due non si fa più?” E la domanda è sicuramente retorica, perché se un leader dai trascorsi politici e di governo come D’Alema rinuncia alla sfida, accontentandosi semplicemente del fatto che il contendente dal curriculum politico alquanto modesto rispetto al suo, qual è quello del sindaco di Bari, ritiri la presenza dal listino di sostegno all’antagonista di Cuperlo, allora è fuor di dubbio che un vincitore a Bari e, più in generale, in Puglia già ci sarebbe prima della celebrazione delle primarie. Infatti, sarebbe il sindaco Emiliano, che avrebbe così ottenuto il riconoscimento di leader pugliese del Pd di rango pari a quello di D’Alema, senza neppure combattere la “guerra” sul campo di battaglia congressuale. E che sarebbe questa la percezione politica del mancato confronto tra i due noti esponenti del Pd pugliese lo si comprende facilmente dal fatto che molti elettori e simpatizzanti baresi, tradizionalmente di sinistra, quando hanno appreso della non presenza di D’Alema nel listino, ha dichiarato il loro disinteresse per le primarie del Pd, perché in Terra di Bari ciò significherebbe riconoscere un pari peso politico alla figura di Emiliano. Infatti, è lo stesso sindaco di Bari che ieri, nel commentare l’invito a lui e D’Alema dei nove esponenti del Pd a non presentarsi nel listino di Renzi alle primarie, ha dichiarato: “Decidano Cuperlo e Renzi cosa fare e chi deve essere il candidato all’assemblea. Io e D’Alema siamo figli della stessa terra e non saremo mai in contrapposizione”. Come dire che il sindaco barese si considera già un politico di pari rango a quello del leader maximo, tanto che non si limita a rimettere, per quanto lo riguarda, la decisione nelle mai di Renzi, ma va oltre, sostenendo che per lui e D’Alema devono decidere i rispettivi candidati alla segreteria. E, quindi, sostanzialmente che la sua figura politica in Puglia è al pari di quella di D’Alema. Una dichiarazione, quest’ultima, che dovrebbe far riflettere non poco nel Pd chi  crede ancora che in Puglia il partito possa essere considerato un feudo dalemiano senza più neppure giocarsi la partita congressuale della conta per la supremazia politica interna. Un errore di valutazione, questo, che, se vincesse Renzi a livello nazionale, per i prossimi appuntamenti elettorali potrebbe essere fatale per tutta la componente dalemiana del Pd pugliese. Da non dimenticare, infatti, l’antica massima latina “Si vis pacem, para bellum” che vale anche in politica, quando ad insidiare le posizioni ci sono esponenti di affidabilità pari a quella del sindaco barese. Tempo per pensare nel Pd non ce n’è molto. Il termine per presentare le candidature all’assemblea nazionale del Pd, infatti, scade domani. E questo vale per Emiliano, ma soprattutto per D’Alema. In fin dei conti se non avvenisse il prossimo 8 dicembre, la “guerra pugliese” interna al Pd per entrambi sarebbe solo rimandata. E, forse, non per molto.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Novembre 2013

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