Cronaca

Un fulmine? Cose da niente

All’arrivo al Karol Wojtyla, avantieri mattina, nell’avviarsi verso l’uscita, alcuni passeggeri protestavano con gli assistenti di volo, uniche figure professionali che un viaggiatore può incontrare a bordo di un aeromobile. Hostess e steward minimizzavano : Niente di che, ‘solo’ un fulmine, un incidente più frequente di quanto s’immagini. Comunque una cosa da niente per cosa come sono fabbricati oggi gli aerei… D’accordo, ribadivano i più, ma certe cose non tutti le sanno. Che sarebbe costato al Comandante rassicurare per radio i passeggeri? I fatti : Verso le 10:30, mentre il volo Alitalia AZ1617 in arrivo da Roma si disponeva all’atterraggio, tutti avvertivano un forte botto all’altezza del reattore di sinistra. A parte uno scambio di sguardi smarriti fra le poltrone, nessuna scena di panico. Il fatto che il mezzo proseguisse indisturbato rassicurava tutti. Una bomba o un missile (la fantasia fa presto a correre) avrebbero immediatamente stravolto l’assetto in volo. Pochi minuti dopo l’aero toccava terra normalmente… Dicono i numeri che ogni mille ore di volo un aereo incoccia in un fulmine. Ora, per il fatto d’essere il mezzo in stato di sospensione, la carica elettrica sprigionata dalla folgore scorre lungo la superficie esterna della fusoliera e prosegue la sua corsa nel vuoto (sarebbe l’effetto ‘gabbia Faraday’). E poi i moderni sistemi di protezione escludono che i serbatoi possano prendere fuoco o che i circuiti elettronici di controllo possano restarne compromessi. Di conseguenza le tragedie imputabili alle folgori sono estremamente rare. L’ultima risale al 1981 e in questi ultimi trentaquattro anni quanto a sicurezza la scienza aeronautica ha compiuto passi da gigante. Resta però il fatto che non tutti i viaggiatori sanno che le folgori rappresentano una minaccia debolissima per la navigazione aerea. E comunque queste restano cognizioni facili a smarrirsi per chi abbia una natura fragile o per chi metta piede a bordo di un aereo senza serenità. Condizione dello spirito, quest’ultima, sempre più diffusa. Non bastassero le avarie, gli attenti e i dirottatori, ora si deve fare i conti con piloti depressi, aeromobili superati o maltenuti, compagnie mordi e fuggi che spuntano dal nulla… Tornando al non-incidente di quel volo Alitalia, non si può rimproverare il Comandante, in quel momento impegnato nella sempre delicatissima manovra di atterraggio, di ‘mancata comunicazione’. Né era il caso che egli delegasse a ciò il co-pilota. Ma si poteva dare ordine ad hostess e steward di rassicurare tutti via radio, oppure o a voce percorrendo il corridoio. Neanche quello.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 9 Aprile 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio