Cultura e Spettacoli

Un quadro e la cornice. Anche il contrario

Accanto ai personaggi principali, nelle fiabe si muovono numerose figure minori equivalenti a comparse e figuranti in cinema e teatro. In ‘Cenerentola’ sei topolini si tramutano in destrieri destinati a trainare la sontuosa carrozza della serva-principessa, ne ‘Il gatto con gli stivali’ campagnoli si prestano al tranello ordito dall’astuto felino a danno di un re gonzo, in ‘Pollicino’ sette innocenti orchette pagano nel loro letto il prezzo di un’ascendenza di cui non hanno colpa… Personaggi che hanno il loro peso nell’economia della narrazione, eppure restano sullo sfondo della stessa. Perché per una volta non fare eccezione? E’ quanto avviene in ‘Ai margini del bosco’, un allestimento TerramMare Teatro andato in scena domenica scorsa alla casa di Pulcinella (testo e regia : Silvia Civilla ; con Chiara De Pascalis e Marta Vedruccio) : Quando Hansel e Gretel vengono abbandonati nel bosco la seconda volta, sono sicuri di ritrovare la strada del ritorno grazie a briciole di pane disseminate lungo il cammino d’andata. Ma un uccellino mangia le briciole e i due bambini, perdendosi, incappano nella casa della Strega. Ecco, quell’uccellino… Nessuno ha mai provato a dargli un nome, a scriverne la storia. Provvede la Civilla che lo battezza Olaip. Appartenente ad una specie migratoria, Olaip non ha mai imparato a volare, per cui è rimasto a terra quando il suo stormo ha spiccato il volo per paesi più caldi. A venirgli incontro con la sua saggeza è Gù, un gufo un po’ duro d’orecchi e tanto simpatico. L’inedita storia di Olaip e Gù fa così da cornice a quella arcinota scritta dai Grimm. In alcuni momenti, però, si ha la sensazione che  avvenga il contrario. Di fatto le due vicende restano parallele e scorrono condividendo il medesimo binario pedagogico : Una volontà indomita ha ragione di ogni limite imposto dalla paura (del vuoto o del Male). Per cui, come Gretel trova il coraggio di spingere la Strega nel forno, così Olaip impara a volare. Ben dirette e accompagnate dal fisarmonicista Rocco Nigro, le brave interpreti si muovono a loro agio nella complessa maxi architettura scenica disegnata da Sabrina Balestra (apprezzabili anche le illustrazioni di Daniela Cecere e il disegno luci di  Marco Oliani). Otto scope di saggina poste in verticale compongono un bosco ad assetto variabile che fa da sfondo ora alle vicissitudini dei silenziosi Hansel e Gretel, ora ai vivaci dialoghi fra Olaip e Gù. Ad evitare confusione fra le due coppie provvedono i costumi di Carla Alemanno e l’impiego (solo per i due volatili) di maschere da commedia dell’arte. Ancora a proposito di maschere, degna di nota anche l’apparizione della strega : un pupazzo di carta pesta che ha il dono di ‘vestirsi’ della braccia delle interpreti… Un’apparizione sin troppo efficace, tant’è che qualche bimbo ha strillato di paura. Nell’insieme un allestimento gaio e dinamico, piacevolmente coreutico nel movimento. – Prossimo appuntamento alla casa di Pulcinella : domenica 24 gennaio con la Compagnia Teatro Le Forche che presenta ‘La fiaba di Biancaneve’.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 20 Gennaio 2016

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