Cronaca

Universus: trenta famiglie rischiano di restare senza lavoro

 

“Non esiste solo l’Ilva, c’è anche il piccolo Universus e la sorte di ben 30 famiglie che rischiano di restare senza lavoro”, ha dichiarato la portavoce dei dipendenti e dei collaboratori del Consorzio barese, entrato oramai in crisi e che ha visto nell’ultimo anno, un netto peggioramento della condizione economica, legata soprattutto alla riduzione del Fondo consortile, che ad oggi risulterebbe insufficiente ad assicurare la solidità patrimoniale, utile al proseguimento dell’attività aziendale. Nell’appello rivolto ai soci del Consorzio Universus, come l’Università degli studi di Bari, quella di Foggia, del Salento, il Politecnico di Bari, la Banca Popolare e il Comune del capoluogo pugliese, si chiede di fare uno sforzo al fine di evitare una liquidazione volontaria che condurrebbe alla chiusura della struttura. Ma si richiede anche di non disperdere tutto il lavoro svolto in questi anni e di assicurare una valida prospettiva futura ai dipendenti e ai collaboratori dell’azienda. Ed ancora, di organizzare molteplici iniziative legate all’orientamento universitario e al lavoro, alla formazione professionale e a corsi di perfezionamento. I servizi offerti dal Consorzio sono diversi e mirano tutti alla formazione del capitale umano, patrimonio dell’università e del territorio pugliese, ma ormai da tempo l’azienda versa in condizioni drammatiche. Attualmente sono quindici i dipendenti aziendali, ne erano di più, ma la situazione precaria ha costretto alcuni tra questi a dimettersi. Vi sono poi i collaboratori esterni, che coadiuvano nell’organizzazione dei corsi. Oltre alla sede principale, situata in Viale Japigia 188, ve ne sono altre distribuite in tutte le province, “sono un centinaio i corsisti che si rivolgono alla nostra struttura, diventano migliaia se aggiungiamo a questi, anche coloro che frequentano le sedi provinciali – ha spiegato il direttore del Consorzio – Siamo una scuola di Management, che opera nel territorio della Puglia da oltre 37 anni e che possiede una tradizione ed un bagaglio di esperienze e di competenze fra i più riconosciuti e importanti della nostra regione”. La struttura, costata circa 2 milioni di euro, non è stata ancora completamente pagata, mancano all’appello ancora 1milione e 200mila euro. “Ma recuperare i suddetti fondi è molto difficile. L’Università di Lecce aveva offerto 100mila euro, a patto che tutti gli altri soci versassero la stessa quota, ma a conti fatti, tutti si sono tirati indietro. Nell’ultimo paio d’anni, sono stati versati circa 5mila euro, una somma davvero irrisoria. Se si procedesse con un’azione volta alla vendita dell’immobile si potrebbe coprire ampiamente la situazione debitoria attuale” ha proseguito il direttore di Universus, seguito a ruota dalla portavoce dei dipendenti, la quale ci ha tenuto a sottolineare la mancanza di azioni legali da parte degli stessi dipendenti, come invece è stato erroneamente riportato da un organo di stampa locale. “Domani (oggi, ndr.), alle ore 16:00 si svolgerà un’assemblea con tutti i soci del Consorzio, al fine di trovare una soluzione a quest’incresciosa situazione. Il nostro auspicio è che Universus non chiuda e che ci si impegni tutti insieme con lo scopo di rilanciare la nostra attività” ha proseguito la portavoce. Il Comitato promotore intende agire concretamente per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle eventuali decisioni dei soci circa la fase di crisi finanziaria che il Consorzio Universus sta attraversando, che potrebbero portare alla chiusura. Attualmente i dipendenti sono in cassa integrazione, ormai dal mese di luglio. “Siamo stati noi stessi a richiedere la cassa integrazione, poiché siamo consapevoli del drammatico momento economico che si sta attraversando, ma vorremmo avere delle risposte” ha sostenuto una dipendente di Universus.

Nicole Cascione


Pubblicato il 4 Gennaio 2013

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