Cronaca

Urbanistica di “Macchie”, sospetto risveglio a Palazzo di Città

A 41 anni di distanza dall’approvazione definitiva del Prg (Piano regolatore generale) di Bari redatto dal professor Ludovico Quaroni, e tutt’ora in vigore, l’Amministrazione comunale barese   improvvisamente ritorna ad occuparsi di una preannunciata “variante urbanistica” per il quartiere Macchie. Ossia per quel piccolo rione del V Municipio di Bari, esteso poco meno di mezzo chilometro quadrato ed incastonato tra l’agglomerato urbano della ex frazione di Palese e la parte sud dell’aeroporto civile “Karol Wojtyla”. Infatti, a darne notizie è il Comune stesso che con un alquanto scarno comunicato ha annunciato per oggi, 6 aprile,  “in occasione del sopralluogo della progettista incaricata come supporto al responsabile del procedimento per la variante urbanistica di Macchie (V Municipio), la commissione consiliare urbanistica e l’assessora al ramo Carla Tedesco”, un  incontro di detti esponenti con “il comitato ‘cittadini di Macchie’ che da diversi anni si batte per vedere riconosciuta l’esistenza della propria comunità”. Dove si tiene l’incontro? Dalla nota del Comune non emerge. Come pure non sono stati resi noti i nomi della progettista di supporto e del tecnico Rup (Responsabile unico del procedimento) incaricato dall’Amministrazione a predisporre la variante urbanistica in questione. Dettagli, questi, che ai comuni cittadini di Palese, ed in particolare a quelli con effettivi interessi legittimi nel rione Macchie, forse potrebbero anche non interessare. Però, ciò che sicuramente e concretamente interessa a tale comunità è la “questione” urbanistica di questo quartiere del V Municipio amministrativo barese che da tempo ha assunto ormai  i connotati di una vicenda kafkiana per la quale, se non ci fosse da rammaricarsi per la gravità del caso in oggetto, ovvero lo stato di degrado sociale ed abbandono urbanistico in cui versa ormai da vari decenni, ci sarebbe quantomeno da riflettere. Infatti, esaminiamo la vicenda. Secondo il Prg vigente, l’area di Macchie è destinata ad ospitare insediamenti produttivi medio-piccoli a carattere artigianale manifatturiero. Destinazione, questa, a suo tempo prevista dall’estensore del Prg per scongiurare la totale inedificabilità della zona a seguito dell’eccessiva vicinanza dell’area di Macchie alla pista di atterraggio e decollo dell’odierno Aeroporto civile di Bari-Palese, venuto alla luce a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta. Aeroporto – da non dimenticare –  che, a seguito dell’essere diventato di rango internazionale e “casa” (Hub) di importanti compagnie di volo, è stato ulteriormente ampliato negli ultimi decenni. Infatti, ricorda un tecnico palesino bene informato sulla vicenda, il piccolo rione di Macchie, ricadendo in pieno nella fascia di rispetto dell’Aeroporto prevista dalle vigenti norme in materia di Trasporti, risulta inidoneo a qualsiasi sviluppo urbanistico di carattere residenziale. Quindi, lo stesso tecnico, fa presente che a causa di tale peculiarità, a Macchie si sono costruite fortune politiche di partiti e soggetti che da quasi un trentennio hanno occupato il territorio quasi “manu militari” fomentando ad arte proteste capziose e lamentele circa l’assetto urbanistico del rione destituite di fondamento, pregiudicandone in realtà ogni concreta possibilità di sviluppo e facendo si che lo stesso rimanesse nell’attuale situazione di abbandono e degrado che è sotto gli occhi di tutti, ivi compreso  i non addetti ai lavori. Infatti, rileva ancora lo stesso tecnico, dopo che è naufragato un Piano particolareggiato che il Comune stesso aveva approntato a metà degli anni Novanta del secolo scorso, giunto quasi in dirittura d’arrivo, e per il quali si sarebbero potuti attivare significativi canali di finanziamento europeo, sia per le opere infrastrutturali che per gli operatori del settore artigianale locale, per oltre un ventennio si è alimentata nella piccolissima comunità di Macchie l’illusione che comunque sia ci sarebbe stata una riqualificazione di tipo residenziale della zona. Però, fino ad oggi, nulla di ciò è avvenuto, eccetto che dei blandi palliativi da parte di Palazzo di Città, consistenti in piccoli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sull’unica strada principale del rione, accompagnati da qualche intervento di natura propagandistica, come la realizzazione della locale rete di gas metano alla fine degli anni Novanta o la recente realizzazione di un piccolo plesso scolastico per l’infanzia. Infatti, nel 2006 il Comune, con l’allora amministrazione Emiliano, provò a varare un nuovo Piano particolareggiato per Macchie, cambiando parzialmente l’originaria destinazione ed introducendo un consistente abbassamento di volumetrie realizzabili (indice di fabbricabilità da 2,5mc/mq a 0,5mc/mq), per consentire un’edificabilità anche di natura esclusivamente residenziale. Però, nell’Aprile del 2010 il provvedimento comunale fu inesorabilmente bocciato dal Tar (Tribunale amministrativo regionale) che, per diverse ragioni, dichiarò illegittima la variante urbanistica del 2006 del Comune. Ora, da Palazzo di Città, evidentemente ci si risveglia sull’ormai annosa “questione” di Macchie con la nuova amministrazione Decaro, ritornando nuovamente a parlare di “variante urbanistica” e di incontri con quantomeno discutibili, se non addirittura fantomatici, “comitati di cittadini” che di volta in volta sono sorti all’ombra di “piazze” e “campanili”, ai soli scopi in precedenza accennati, ossia di natura meramente elettoralistica. Infatti, si chiede qualche cittadino locale più riflessivo: “ Che senso ha parlare ancora di variante per Macchie, quando è noto che in corso la revisione del Prg, con il varando Pug di cui il Comune ha già deliberato dal 2011 le linee guida?”. E si domanda ancora lo stesso cittadino: “Che senso ha per tecnici ed esponenti comunali avere come interlocutore un sedicente ‘Comitato’ privo di qualsiasi legittimazione formale, oltre che di dubbia rappresentatività?”. Interrogativi, questi, tutt’altro che banali, visto che “in passato – fa notare sempre lo stesso cittadino – a contestare il vecchio Pip di Macchie, al Comune si erano presentate anche individui non residenti in zona, né con interessi legittimi nel rione, visto che trattavasi, ad esempio, di “rumorosi” personaggi residenti nelle case popolari del quartier San Paolo”. Che dire di più su questa “triste” e paradossale vicenda che finora è stata, forse, più di speculazione politica che edilizia?

Giuseppe Palella


Pubblicato il 6 Aprile 2017

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