Cultura e Spettacoli

Uscire dal tunnel dell’oblio

Non ha più bisogno di presentazioni Vitoronzo Pastore, lo studioso di Casamassima che da molti anni con i suoi libri si consacra alla ricerca delle prove dell’eroismo ‘minore’ di cui i nostri militari diedero prova in guerra. Nella produzione di Pastore c’è poco spazio per la facile gloria riservata agli alti papaveri dello Stato Maggiore. L’attenzione piuttosto si concentra sugli uomini in prima linea, quella carne da cannone che in silenzio patisce lo strazio delle bombe, l’odore spaventevole della morte e, ove non bastasse, un corredo di tormenti ‘secondari’ come un rancio freddo, l’incubo dei pidocchi, la fatica di spedire un lettera, di ricevere un pacco da casa… ‘Cara Mamma – storia e storie della Grande Guerra’, edito da SUMA il mese scorso, si propone di restituire alla luce, strappandole al tunnel dell’oblio, memorie senza prezzo. Memorie che trovano sostegno in atti ufficiali, carteggi, foto, cartoline, manifestini… Una mole impressionante di documenti che testimonia la passione divorante del ricercatore e il rigore morale di chi ha a cuore la verità (merce sempre rara quando di mezzo c’è la Storia). ‘Cara Mamma…’ è un incedere fra navate di testimonianze. Tra le tante ne scegliamo una : il carteggio che  il Capitano Medico Francesco Natale (uno dei tanti pugliesi di questa saga della memoria) intrattiene con l’amata moglie Nora. Il 15 giugno 1918 il nostro Capitano scrive da Mogliano (nel trevigiano) alla moglie per confermarle tutto il suo affetto. Affetto del quale Nora ha cominciato a dubitare visto che accusa il marito di essere passato dalle lunghe lettere dei primi giorni a striminzite cartoline. Ma non è un fatto di disaffezione, è che la guerra ti cambia e non certo in meglio, nel migliore dei casi ti spegne la parola : “Puoi tu credere ch’io sia cambiato da un momento all’altro, ch’io ti dimentichi?… se non più come prima quotidianamente ricevi i miei lunghi scritti, qualche ragione deve esserci… sono dunque ragioni di servizio che non mi permettono di dedicarmi a te come vorrei… sto diventando misantropo, desideroso solo di quiete… accarezzo continuamente in me una vita di silenzio e di pace dopo questa guerra e di godermela con la tua stessa tendenza alle domestiche soddisfazioni”. Ma Nora  non appare convinta e risponde al marito che addirittura vuole vederlo, vuole parlargli guardandolo negli occhi. Quattro giorni dopo lui risponde : “Mia cara Nora, ho ricevuto la tua del 19. Ricominciamo colla storia della tua venuta qui? Non mi scrivere, piuttosto…. Si avvicinano giorni di pena e di ansia, altro che venire tu a Mogliano!… fammi il piacere di accontentarti di sapermi bene e lontano dal pericolo… comprendi che non è questo il momento di intraprendere certe questioni”. Nora evidentemente obbedisce ma forse mette il broncio perché Francesco il 5 luglio scrive : “Ho acquistato quest’oggi da un ardito un magnifico binocolo, di quelli da quattrocento e più lire, di una delle migliori marche tedesche, pagandolo pochissimo. Ti servirà per dominare dal torrino di casa la nostra pianura. E almeno questo ricordo di guerra sono certo che non incontrerà la tua repulsa”. Nora tornò al sorriso? Tutto quello che sappiamo è che nell’aprile del 1919 il Capitano Francesco Natale era in servizio presso l’Ospedale Militare di Bari ; sarebbe stato collocato in congedo nel 1921. La guerra non è salutare per lo spirito ma la condivisione di ‘domestiche soddisfazioni’ è balsamo efficace.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Ottobre 2015

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