Cultura e Spettacoli

Valentino Mazzola stimava Tommaso Maestrelli

Tommaso Maestrelli (Pisa 1922 – Roma 1976) ebbe con la Puglia un rapporto fortunatissima. All’età di tredici anni venne a vivere con tutta la famiglia nel capoluogo pugliese (dove il padre, ferroviere, era stato trasferito). Tommaso cominciò a tirare i primi calci al pallone con la maglia del Bari. Messosi subito in evidenza, venne ingaggiato. In biancorosso militò dal 1938 al 1948 totalizzando 219 presenze e 21 gol (vinse con noi un campionato di C, uno di B e uno Scudetto Dilettanti). Dopo le parentesi nella Roma e nella Lucchese, chiuse la carriera ancora col Bari. Una volta appese le scarpe al chiodo fece faville sedendo sulle panchine di Bari, Reggina, Foggia e Lazio, cui regalò il primo scudetto nel campionato ’73-’74 (e a Foggia lo ricordano ancora per la qualità del campionato ’68-’69, che regalò a Maestrelli il primo dei suoi due ‘Seminatore d’Oro’, all’epoca il più alto riconoscimento riservato ad allenatori). La  prematura scomparsa, avvenuta il 2 dicembre 1976, interruppe una carriera che prometteva ancora molte soddisfazioni. Ma senza un caso fortuito, Maestrelli  sarebbe deceduto ventisette anni prima… Nel dopo guerra Maestrelli si stava mettendo in luce nella Roma nel ruolo di centrocampista. Uno dei suoi maggiori estimatori era Valentino Mazzola, capitano del leggendario Torino. Mazzola fece pressioni in società perché Maestrelli lasciasse la casacca giallorossa per vestire quella granata. Il suggerimento non venne ascoltato o le due società non trovarono l’accordo? Non si è mai saputo. Mazzola allora domandò che Maestrelli vestisse la maglia del Torino almeno per una gara amichevole. Roma e Toro acconsentirono ; il consenso però giunse solo all’ultimo momento, un particolare, questo, che si rivelerà determinante. La partita, organizzata contro il Benfica per festeggiare il ritiro del capitano della squadra lusitana Francisco Ferreira, si doveva disputare a Lisbona il 3 maggio 1949. Convocato all’ultimo momento, Maestrelli non riuscì a rinnovare in tempo il passaporto e rimase a Roma. Fosse partito, sarebbe morto a Superga. Per motivi diversi, altre sei persone non presero parte alla trasferta portoghese : il difensore Sauro Tomà (infortunato al menisco), il portiere di riserva Renato Gandolfi (sostituito dal terzo portiere Dino Ballarin), il mediano Luigi Giuliano (influenzato), il radiocronista Nicolò Carosio (bloccato dalla cresima del figlio), l’ex Commissario Tecnico della nazionale e giornalista Vittorio Pozzo (il Torino gli preferì Luigi Cavallero) e il presidente del Torino, Ferruccio Novo (influenzato).

Italo Interesse


Pubblicato il 28 Febbraio 2015

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