Cronaca

Venerdì prossimo braccia incrociate nelle ultime due ore del primo turno

Sanità barese sempre più in debito di ossigeno, tra tagli dei servizi e dei posti di letto. L’Unione Sindacale di Base, di fronte al rischio di chiusura che grava sull’Oncologico di Bari, evidenziato dal taglio dei posti letto portato da 135 a 85 e alla mancanza, da parte dell’Amministrazione dell’Istituto, di un piano di risanamento aziendale atto a coprire il disavanzo dell’Ente (sembra che l’Oncologico sfori di un milione e duecentomila euro al mese e di circa 15 milioni all’anno) e a rilanciare la produttività assistenziale dell’Istituto affilano le armi. E, sempre al fine di abbattere concretamente le liste di attesa e impedire quindi il possibile fallimento e la chiusura dell’unico Polo Oncologico della Provincia di Bari e dell’intera Regione, ha proclamato uno sciopero per la prossima settimana e precisamente per venerdì 7 febbraio. A questa drammatica prospettiva non si può nascondere, chiosano i sindacalisti di base guidati da Vito Galliano, i diritti ed istituti contrattuali ignoranti, a cominciare dall’indennità di sala operatoria, pagamento di lavoro straordinario effettuato così come il rispetto degli accordi stipulati con la precedente amministrazione sulla retribuzione dei buoni mensa relativi agli anni 2010-2011. In ballo, però, anche il riconoscimento delle progressioni economiche orizzontali ai dipendenti assunti negli ultimi 5 anni, il pagamento delle somme residue dei fondi contrattuali, il pagamento di altre importanti indennità eccetera. Insomma, l’azione di protesta della USB, si rende necessaria per denunciare la grave situazione economica dell’Istituto e mira principalmente ad ottenere una legge speciale per l’Oncologico di Bari che consenta di superare il blocco delle assunzioni ed assumere un numero adeguato di personale sanitario (Medici, Infermieri, Tecnici Sanitari, OSS e Ausiliari) indispensabile per far funzionare a pieno regime le 6 (sei) sale operatorie e non le attuali due. Tutte le richieste poste al tavolo della trattativa, che interessano soprattutto i cittadini utenti, gli ammalati, il personale dipendente e lo stesso Istituto, sono rimaste inevase o decisamente respinte dall’Amministrazione e le problematiche denunciate, oltre a rimanere irrisolte, sono addirittura peggiorate. <>, taglia corto Galliano. Che spiega ancora meglio i motivi dello sciopero di venerdì prossimo, contro un’Amministrazione che nega i diritti contrattuali delle lavoratrici e dei lavoratori, contro un’Amministrazione che nega la retribuzione dei residui fondi 2001-2002-2003-2004, malgrado la chiarezza della norma contrattuale.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 1 Febbraio 2014

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