Cronaca

Vescovi in strada contro la prostituzione a Vicenza e Verona. E a Bari?

 

 

Anche il territorio del Veneto è attraversato, come tutte le altre regioni italiane, dal vergognoso fenomeno della prostituzione  per strada, a causa  del quale migliaia di ragazze , in prevalenza straniere, vengono ignobilmente sfruttate da organizzazioni criminali che, dopo averle attirate sul nostro territorio con la promessa aleatoria di un posto di lavoro, ne fanno carne da macello. Consorterie criminali , in modo capillare, controllano lo sfruttamento della prostituzione per un business a sei zeri secondo solo a quello del traffico degli stupefacenti. Per dire no a questa piaga alcuni giorni fa i monsignori Zenti e Pizzol ,rispettivamente delle diocesi di Verona e di Vicenza , si sono uniti per una veglia di preghiera dal tema  “Questo è il mio corpo” svoltasi a Verona in occasione della giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani. I due vescovi, insieme a tutto il mondo dell’associazionismo, hanno sostato sulle strade sulle quali avviene  il mercimonio. Una bella e nobile iniziativa,  che merita un plauso e l’approvazione di tutti. Se dal Veneto arriva la ferma  condanna del fenomeno e la voce sdegnata del mondo religioso, purtroppo a Bari ,nonostante la prostituzione su strada da anni abbia superato i limiti della tollerabilità, si registra da parte della curia locale un diplomatico silenzio. Decine di articoli e inchieste, nel corso degli ultimi anni, hanno  fotografato ed  evidenziato, con riferimento al meretricio sulle strade e nelle periferie baresi, una situazione della quale qualche nostro amministratore locale, passato ed attuale , farebbe meglio a vergognarsi per l’assoluta indifferenza  mostrata dinanzi alla richiesta di  tentare almeno di arginare questo autentico dramma che umilia la dignità delle donne. Come i nostri lettori ben sanno  ,sulle complanari di Japigia stazionano, sia di giorno che di notte, decine di  giovani prostitute straniere, alcune  persino minorenni, che semi nude attirano gli automobilisti di passaggio. Soprattutto nelle ore serali, nei quartieri periferici  la presenza di squillo ha suscitato e continua a suscitare le indignate proteste dei residenti. Stilare per l’ennesima volta la “road map” delle strade baresi a luci rosse  significherebbe, da parte nostra , annoiare i lettori. Purtroppo, a parte qualche dura  presa   posizione  di alcuni parroci  nelle  remote periferie, la curia barese ,dall’alto della sua autorevolezza morale, non ha fin ora stigmatizzato l’inerzia, ma soprattutto il menefreghismo  delle istituzioni locali. Il sindaco Decaro, inoltre, a differenza di altri primi cittadini pugliesi si è sempre detto contrario a firmare un’ordinanza antiprostituzione, promettendo però l’attivazione di una sua fantomatica “rete sociale” che dovrebbe intervenire ( si spera almeno in un prossimo futuro )  per salvare quelle centinaia di disgraziate dalla loro infausta condizione. Nel frattempo il numero delle giovani prostitute, come già evidenziato in precedenti nostri articoli, è aumentato esponenzialmente.  Sempre il primo cittadino barese, dopo pompose conferenze stampa, aveva infine promesso periodici blitz antiprostituzione, interventi repressivi  che, come hanno potuto ben appurare i cittadini baresi, sono rimasti del tutto  virtuali e nelle sue pie intenzioni. Forse qualche presule locale non è intervenuto perchè è ancora in attesa messianica che si attivi la famigerata rete salvifica del sindaco? Misteri e dogmi di fede . Fatto sta che il fenomeno della prostituzione a Bari  esisteva,  e continua ad esserci in tutta la sua drammaticità umana e morale.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 10 Febbraio 2017

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