“Solo gli occhi” (Adda editore) è il titolo di un eccellente romanzo scritto da un competente medico barese, prestato con successo e merito alla letteratura. Parliamo della dottoressa Anna Presicci, valente neuropsichiatra infantile al Policlinico di Bari. Si tratta di 22 interviste (11 positive ed 11 negative) realizzate tra parenti ed amici nel tempo del lockdown sul tema Covid. Insomma, un argomento quanto mai attuale, ancor di più perché scritto con abilità e competenza da un addetto ai lavori. Abbiamo intervistato la dottoressa Anna Presicci.
Dottoressa Presicci, un libro che bisognerebbe davvero leggere per quanto è profondo e coinvolgente, come nasce?
“In piena pandemia tutti in casa mia ci siamo ammalati di Covid, mio marito addirittura intubato. Abbiamo vissuto situazioni difficili, coinvolgenti. Ecco perché ho voluto dopo realizzare 22 interviste sul tema a parenti, amici, conoscenti. Ho sperimentato una specie di effetto domino nei sentimenti, oscillanti tra tristezza, dolore empatico, paura, gioia”.
Che sensazioni ha ricavato da medico, cioè da addetto ai lavori?
“Quando oggi sento parlare gente che nega la pericolosità e persino l’esistenza del virus rabbrividisco, al pari di chi rifiuta il vaccino. Mio marito stava morendo, anche parenti e amici hanno vissuto momenti di drammaticità”.
Che conseguenza possiamo ricavare dalla pandemia?
“Spero che questa drammatica esperienza ci sia utile a ritrovare l’essenziale che spesso nel passato non abbiamo saputo o potuto apprezzare. Tante cose le davamo per scontate e non era così, penso allo stare insieme o alla solidarietà. Constato che mentre nella prima fase della pandemia questi sentimenti erano presenti, nella seconda si è sviluppata la rabbia”.
Perché quel titolo?
“Mi riferisco alla drammatica esperienza di quando mio marito Maurizio era ricoverato per il Covid. Lui vedeva solo gli occhi, ci si capiva e comunicava con gli occhi, solo loro”.
“Solo gli occhi”, di Anna Presicci. Un bel libro, da leggere e meditare.
Bruno Volpe
Pubblicato il 22 Luglio 2021
