Cronaca

Addio centro per malati terminali al “Di Venere”

 Dove avrebbe terminato i suoi giorni il signor Welby, se fosse vissuto dalle nostre parti? Dopo l’allarme fatto risuonare inutilmente alcuni anni fa, l’ex assessore comunale, ora coordinatore cittadino del Partito Repubblicano Italiano, Giuseppe Calabrese, è tornato spesso all’attacco per chiedere al Direttore Generale dell’Asl Ba/4 i motivi dell’interruzione dei lavori per la costruzione di un centro per malati terminali e per la ricostruzione ed adeguamento del Padiglione Ospedaliero, entrambi presso l’Ospedale “Di Venere” a Carbonara. Lavori che, come rammentava Calabrese, dopo essere iniziati e poi interrotti, dovevano comunque essere portati a termine addirittura nel lontano ’97 per il primo lotto e l’anno dopo l’altro lotto. Poi è arrivata la risposta dei tecnici dell’Area Gestione Tecnica dell’azienda sanitaria piu’ grande della provincia di Bari. Per spiegare che, causa imprevisti, rinunce delle imprese e varianti progettuali, è ancora in pubblicazione presso i relativi albi pretori di Comune ed Ausl Ba/4 l’avviso di gara per l’appalto di quei lavori. O, almeno, parte di essi. Ma andiamo con ordine. “All’epoca della precedente lettera, più di cinque anni fa, i lavori per il completamento del Padiglione Ospedaliero e Sala Convegni erano stati sospesi a causa di una perizia di variante –si legge nella risposta a Calabrese vergata dall’ing. Alfonso Caggiano un bel pò di tempo fa- in quanto l’impresa aggiudicataria “Fimco” aveva manifestato la volontà di non proseguirli, costringendo l’Azienda alla rescissione contrattuale, con richiesta di risarcimento del danno e di ogni altro titolo in conseguenza dell’inadempimento”. Uno “stop” imprevisto quella rinuncia, insomma, che ha portato via un mucchio di tempo per completare l’opera al “Di Venere”. Naturale, infatti, che dopo l’interruzione e la chiusura del cantiere nell’ospedale di Carbonara, furono necessari parecchi sopralluoghi da parte di tecnici e funzionari, allo scopo di verificare e saldare i lavori svolti, riscontrando quelli ancora da eseguire per la redazione del nuovo progetto e del computo delle opere ancora da costruire. Altro “stop” anche per l’adeguamento dello stesso padiglione alle norme di sicurezza: un imprevisto al reparto di Terapia Intensiva aveva costretto i progettisti ad adottare variante al progetto, con la redazione di un’altra perizia suppletiva, attivando poi tutta la necessaria procedura di gara per la licitazione, culminata con l’affidamento dei lavori all’impresa Cupertino” da Fasano. E qua, come spiegava ancora il capoarea tecnico dell’Ausl Ba/4, sono in atto le relative operazioni di collaudo, quindi siamo finalmente giunti agli atti finali. Destino peggiore, invece, per l’approvazione del progetto preliminare necessario alla realizzazione di un Centro per malati terminali, che doveva trovare posto nella Palazzina della Scuola Convitto al “Di Venere”: bisognera’ rinunciarci. Infatti l’ing. Caggiano, nella lettera di risposta al Coordinatore barese del Pri, fa rilevare che con delibera di Giunta Regionale n.1299 del 17 ottobre 2000 venne approvato prima il programma regionale per la rete delle cure palliative pugliese, e poi il Piano Regionale con le relative proposte progettuali, tra le quali, con competenza dell’Ausl Ba/4, si finanziò la ristrutturazione di otto posti letto presso l’Ospedale “Fallacara” di Triggiano per 2 miliardi e 242 milioni di vecchie lire. “Pertanto la proposta avanzata per la realizzazione di un centro cure per malati terminali presso il “Di Venere” non venne accolta, avendo a Giunta Regionale deciso di dotare ogni azienda sanitaria pugliese di un unico e solo centro Hospice tramite la ristrutturazione e riconversione delle strutture esistenti”, chiariscono i tecnici dell’Ausl Ba/4. Ristrutturazione e conversione rimasta, purtroppo, nel libro dei sogni della nostra sanità pugliese; i malati terminali pugliesi, insomma, possono andarsene in santa pace all’altro mondo. Se possibile, senza dare troppi fastidi al prossimo ed al sistema sanitario.
 
Antonio De Luigi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 16 Maggio 2011

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