Cultura e Spettacoli

Con l’astuzia il Guercio salvò la tasca

I turisti, stranieri soprattutto, restano incantati dinanzi all’arte del muro a secco che qui in Puglia ha raggiunto livelli insuperati. E si commuovono all’idea di pietre combinate con tanta maestria da gente così povera da non poter disporre nemmeno della malta. In realtà le cose stanno diversamente, almeno relativamente ad alcuni contesti. Alberobello, per esempio. Il nucleo d’origine di questo comune (il celebre Rione Monti), che costituisce la massima espressione della costruzione in pietra senza uso di sabbia e calce, è nato così solo in ragione di un’astuzia fiscale. Per capire le cose bisogna fare un salto indietro di un quattrocento anni. Andrea Matteo III Acquaviva d’Aragona, a scopo di bonifica, aveva introdotto nel territorio dove oggi sorge Alberobello una quarantina di famiglie di contadini. Il suo successore, il Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, più noto come il Guercio delle Puglie, che già nella stessa area aveva eretto una casina di caccia con annessa locanda, volle dare impulso a quella primitiva forma di antropizzazione. Doveva stare attento però ai vincoli imposti dalla Pragmatica de Baronibus, una disposizione di legge volta a regolare i diritti esercitati dai baroni specialmente in rapporto alle comunità civiche (le Universitates). Seconda la Pragmatica la nascita di un nuovo centro abitato doveva essere sottoposta prima al ‘regio assenso’ e dopo al conseguente pagamento di tributi. Per avere subito mano libera e soprattutto non vedersi costretto a scucire la borsa, il Guercio impose ai coloni di erigere i loro ricoveri senza uso di malta, così che, in caso di necessità, fosse facile demolirli.  E la necessità si presentò nel 1644, quando in seguito alla denuncia presentata a Napoli dal duca Caracciolo di Martina Franca venne ordinata un’ispezione regia. Informato per tempo, il Guercio fece in tempo ad ordinare ai coloni di demolire le abitazioni e allontanarsi temporaneamente dall’area. Pare che l’operazione si avvenuta nel corso di una notte. Quando i Regi Ispettori si presentarono, dovettero annotare nel loro rapporto che in luogo del ‘segnalato villaggio’ avevano trovato solo una gran quantità di massi ammonticchiati disordinatamente, sì da potersi pensare ad una qualche ‘specchia’, ovvero quei cumuli di sassi che una volta da noi erano il risultato dell’opera di spietramento per destinare i terreni alla funzione agricola. In seguito quell’uso peraltro assai economico di costruire senza malta venne perfezionato sino ad assurgere ad arte e i fabbricati divennero ben più stabili. Abbattere oggi a mani nude un trullo o un fabbricato rustico sarebbe  impossibile. Lo dimostra la ‘insensibilità’ di queste gloriose costruzioni ai tanti microsismi e ai sottili bradisismi per i quali è passato e ancora in silenzio passa il territorio regionale.

Italo Interesse


Pubblicato il 4 Luglio 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio