Cronaca

Il quartiere San Paolo è troppo vasto, ma ancora niente ufficio postale

C’è già la “petizione popolare” per l’apertura di un Ufficio Postale nella Piazza Europa                     del Quartiere San Paolo di Bari, ma nonostante tutto non ci sono novità. A darsi da fare per soddisfare le richieste della gente del quartiere periferico barese è stata l’Associazione Commercianti–Pubblici Esercizi–Artigiani di Piazza Europa, che dopo l’estate scorsa ha nuovamente inoltrato alla direzione generale delle Poste Italiane di via Amendola, appunto, una petizione popolare tendente a conseguire l’istituzione di un Ufficio Postale nella zona nuova S. Paolo. In fondo si tratta di permettere alle popolazioni del luogo, soprattutto alle fasce più deboli di residenti, quali pensionati e persone non autonome, di riscuotere la pensione o anche pagare una bolletta. In effetti in Viale Lazio alcuni sportelli postali hanno già aperto i battenti, con gran sollievo e benefici per tutti i residenti della zona, ma evidentemente non bastano visto e considerato che – come fa sapere il vicesegretario regionale del Partito Repubblicano Italiano Peppino Calabrese anche lui impegnato a fianco di residenti e commercianti del popoloso rione periferico – <<…la zona nuova del Quartiere S. Paolo, con una popolazione di circa 40.000 abitanti, soffre l’assenza di uno sportello postale la cui presenza, sarebbe di enorme beneficio soprattutto per l’unico ufficio postale, attualmente presente nel quartiere, molto distante dalla zona nuova S. Paolo, e consentirebbe allo stesso di evitare disservizi, code infinite, malcontenti ed accese proteste>>. Non aprire questo servizio supplementare vorrebbe dire togliere un servizio alla gente che per raggiungerne un altro più vicino dovrà fare diversi chilometri: se si considera che spesso sono anziani, si capisce che così facendo si arreca un disagio notevole ai cittadini. Stiamo parlando di uffici dislocati in vialoni lontani e difficili da raggiungere rispetto alla nuova zona residenziale che è sorta da non poco tempo nel quartiere, come dicono da queste parti. Per questo sarebbe quanto mai opportuno un dialogo tra azienda, istituzioni, sindacati, forze politiche e cittadini su una situazione delicata e importante per il territorio, in modo, come spiega anche Giuseppe Calabrese, da trovare soluzioni in sinergia con le Poste che, al contempo, vadano incontro alle esigenze di bilancio ma non implichino perdita di posti di lavoro e gravi tagli di servizi ai cittadini. Ciò posto, le rappresentanze delle categorie commerciali del rone San Paolo con tanto di missiva vergata nero su bianco si sono rivolte al direttore delle Poste invitando anche i maggiori enti locali a voler far conoscere, con ogni “consentita sollecitudine”, gli atti e le azioni messe in atto per l’ attuazione e soprattutto la risoluzione del problema sociale. Ora spetta ai vertici di via Amendola dare una risposta, magari …via posta celere, come è stato già richiesto dalle colonne di questo giornale fin da settembre scorso. Ma a quanto appare, con scarsi risultati per il bene della collettività…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 12 Dicembre 2014

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