Cronaca

Commissioni fantasma, armi spuntate e indifferenza: l’Hiv non fa più paura?

Dati già diffusi da qualche mese, che però fanno paura forse più della pandemia da Covid-19. Infatti sono ben centosessantadue le nuove diagnosi di Hiv/Aids notificate in Puglia l’anno scorso al sistema di sorveglianza regionale, come denuncia Maria Chironna, responsabile della sorveglianza per l’Osservatorio epidemiologico regionale. Che ha curato l’analisi dei dati nel report 2020. “Nonostante il Covid-19, i dati sono stati puntualmente forniti e rivelano che anche in Puglia, come in Italia, si osserva una riduzione delle nuove diagnosi e cio’ grazie alle terapie altamente efficaci che azzerano la carica virale nei soggetti infetti”, ha precisato la Chironna. “Questi soggetti, se effettuano la terapia, non sono piu’ in grado di contagiare altre persone”. Ma va pure ricordato che l’infezione si trasmette quasi esclusivamente per via sessuale e riguarda soprattutto maschi al di sotto dei trent’anni. “Rilevante la quota di maschi che contrae l’infezione attraverso rapporti sessuali con altri maschi”, ha aggiunto la responsabile della sorveglianza. Per cui rimane ancora, purtroppo, alta la percentuale di persone che scopre tardi di aver contratto l’infezione e che non accede tempestivamente alle terapie continuando ad alimentare la circolazione del virus. Ergo diventa fondamentale nella lotta a quest’altra malattia continuare a promuovere una capillare, quanto corretta informazione sull’Hiv, cosi’ come garantire il testing, gratuitamente e tempestivamente, per scoprire l’infezione, in tutti i centri preposti della regione Puglia”. Così come ha fatto nei giorni scorsi e sta facendo da tempo il centro di riferimento regionale di via Sigismondo Castromediano, a Bari, dove tutti sono ben consapevoli che la catena dei contagi è ancora pienamente attiva. Non solo: con i numeri attuali il numero dei contagi da Hiv viene aggiornato sempre al rialzo. Dal 2007 al 2019 sono 2.164 le persone che si sono contagiate in tutta la regione Puglia e la presidente del Cama/Lila Angela Calluso difende l’avamposto contro il contagio, con Bari che resta la provincia con il più alto numero di nuove diagnosi. Nel 2019 tra i due centri di segnalazione del Policlinico e dell’ospedale Fallacara a Triggiano si sono contati più di quaranta casi, anche se il dato più preoccupante è la percentuale di soggetti con una diagnosi tardiva della positività all’Hiv: sono il 57,5% quanti se ne rendono conto solo quando appaiono i primi leggeri sintomi, mentre il 39,9% a malattia già conclamata. «Questo ritardo è il pericolo più grande quando si parla di Hiv – ha spiegato alla Gazzetta del Mezzogiorno la Calluso – e chi non è cosciente continua ad infettare ed alimentare la catena dei contagi in maniera esponenziale. A volte prima di entrare nella malattia conclamata passano anche dieci anni, ci rendiamo conto di che arco temporale? Ecco perché la prevenzione è essenziale, ma sembra che questo non importi molto>>. Da mesi le associazioni stanno sollecitando la Regione Puglia perché la Commissione Aids si riunisca più spesso, anzi, cominci una buona volta a riunirsi con una certa cadenza, senza attendere le feste natalizie. Come è accaduto due anni fa, e poi…niente più. Quasi si trattasse di trovare rimedi e combattere a viso aperto contro emicranie e cefalee.  Dunque, nessun coordinamento, nessuna possibilità di programmare attività sul territorio e di confronto su come risolvere i problemi della Regione nella cura delle persone sieropositive, aggravatesi ancor di più con l’arrivo del Covid.

Francesco De Martino


Pubblicato il 2 Dicembre 2020

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