Cronaca

“A rischio incostituzionalità la nuova legge sull’Arpal che ha defenestrato Cassano”

E’ a rischio di incostituzionalità la legge del Consiglio regionale pugliese che portato alla modifica della governance dell’Arpal-Puglia, ossia dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro, ed alla conseguente destituzione da direttore generale dell’ex forzista ed ora leader dei “Popolari per l’Italia” Massimo Cassano. Infatti, la legge votata lo scorso 2 novembre dall’Assemblea pugliese che ha svincolato l’Arpal dal Dipartimento regionale del Lavoro, prevedendo la nomina di la nomina di un Presidente ed un Consiglio di amministrazione rischia di essere impugnata dal governo per dubbi sulla costituzionalità sollevati dalla Ragioneria dello Stato, che in un parere inviato nei giorni scorsi alla Regione Puglia si è pronunciata negativamente su taluni punti della legge, perché violerebbe importati principi e parametri fondamentali di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, oltre che l’imparzialità nell’azione amministrativa e della obbligatoria copertura finanziaria per una legge di spesa che prevede nuovi costi per l’introduzione di un cda ed un presidente da retribuire regolarmente. “Principi – ha commentato il capogruppo di “Con” alla Regione, Giuseppe Tupputi – ai quali l’Assemblea legislativa regionale deve improntare la propria azione”. Infatti, ha aggiunto il consigliere civico di Barletta: “Il Consiglio regionale deve farsi garante di tali principi, costituzionalmente garantiti, non legiferare pro qualcuno o contro qualcuno”, come è forse accaduto per la nuova legge sull’Arpal-Puglia approvata all’inizio di novembre. La replica all’esponente di “Con”, che in Consiglio aveva votato contro l’approvazione insieme a tutti gli altri consiglieri civici di maggioranza, è arrivata da uno dei presentatori del ddl di riforma dell’Arpal, il consigliere Fabiano Amati del Pd, che ha dichiarato: “Oggi la notizia è l’indagine della guardia di finanza sull’ipotesi di compravendita di posti di lavoro in Arpal.” Infatti, per Amati, “la questione dell’eventuale incostituzionalità della legge di decadenza del dg va perciò inquadrata in questo contesto problematico e nella mancata assunzione d’iniziative del presidente Emiliano, a fronte di numerose coincidenze tra assunzioni e fede politica dei prescelti. Come ampiamente documentato nel corso di questi mesi”. Per la cronaca riferiamo che proprio negli uffici dell’Arpal-Puglia nei giorni scorsi la Guardia di finanza ha acquisito alcuni documenti per verificare i sospetti della Procura di Lecce sulla regolarità in alcune procedure di assunzioni e nomine. All’uopo ricordiamo anche che la legge di riforma della governance di Arpal-Puglia è stata approvata con 18 voti favorevoli di Pd ed M5S, 14 astenuti dell’opposizione di centrodestra compreso la Presidente dell’Assemblea, Loredana Capone del Pd, e 13 contrari dei consiglieri civici di maggioranza. Inoltre, il dg decaduto, Cassano, ha impugnato dinanzi al Tar (Tribunale regionale amministrativo) il provvedimento con cui il Dipartimento regionale del Lavoro ha revocato anticipatamente alla scadenza contrattuale il proprio incarico di lavoro con Arpal, eccependone anche l’incostituzionalità della legge. La prima udienza della causa dinanzi al Tar Puglia è stata fissata per il prossimo mese di dicembre. Sulla vicenda è intervenuto anche, ma dal fronte delle opposizioni, il neo-deputato barese Davide Bellomo, ex Capogruppo leghista in Consiglio regionale, che in proposito ha affermato: “Sono stato un facile profeta, il parere della Ragioneria Generale dello Stato, che prelude all’impugnativa del governo alla legge regionale della Puglia era più che prevedibile”. Infatti, per Bellomo, “I profili di incostituzionalità che vengono evidenziati, con riferimento alle norme che delineano una nuova governance dell’Arpal, erano purtroppo palesi anche per uno studente del primo anno di Giurisprudenza. Non solo per quanto attiene una decadenza automatica che esclude qualsiasi valutazione oggettiva dell’operato, ma anche per una chiara violazione del principio di imparzialità dell’azione amministrativa e del diritto del soggetto che si vorrebbe far decadere di intervenire nel corso del procedimento di rimozione e di poter conoscere la motivazione della decisione”. Per non parlare, poi, – ha sottolineato l’ex Capogruppo regionale del partito di Matteo Salvini, “della mancanza di copertura finanziaria” a fronte della tanto sbandierata invarianza. “La verità – per Bellomo – è che non si dovrebbe mai fare una legge per colpire qualcuno”, spiegando che nel caso di specie “sarebbe bastata una semplice mozione di sfiducia personale, assumendosene la responsabilità e illustrando le ragioni oggettive della necessità di un cambio del vertice dell’Agenzia”.  Infatti, ha ricordato Bellomo, per le stesse ragioni per cui alcuni consiglieri di maggioranza hanno voluto la riforma dell’Arpal, “noi del centrodestra avevamo presentata una mozione di sfiducia al dg Cassano, ma ce l’hanno bocciata senza appello, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti”. Per poi concludere: “Mi auguro che la presunzione della maggioranza che sostiene Emiliano non produca altri effetti negativi”. Per Bellomo la speranza, ad esempio, è di non aver ragione anche sull’articolato che ha fuso in una le tre proposte di legge, compresa la sua, votato in uno delle ultime sedute di Consiglio regionale e che avevano l’obiettivo di abbattere il costo delle bollette del gas per i cittadini pugliesi. Ma questo è sicuramente anche l’auspicio di tutti, o gran parte, dei pugliesi che dovrebbero beneficiare degli effetti di tale legge.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Novembre 2022

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