Cultura e Spettacoli

A tutti bruciavano occhi e gola. Poi le vesciche…

Il 22 aprile 1915, cento anni fa, a Ypres (in Belgio), le truppe tedesche inauguravano la guerra chimica facendo ricorso al gas mostarda, un gas tossico (da quel momento rinominato iprite)  che procurò ai britannici 5mila morti e il doppio degli intossicati. Nella seconda guerra mondiale entrambi gli schieramenti disponevano di abbondanti scorte di ordigni all’iprite come elemento di ritorsione nel caso l’avversario avesse per primo fatto ricorso a quest’arma. L’unico caso di utilizzo (involontario) ebbe luogo a Bari nella notte fra il 2 e il 3 dicembre 1943. Nel corso del rovinoso bombardamento condotto dalla Luftwaffe a danno del naviglio alleato raccolto nel nostro porto venne colpita la SS John Harvey, un cargo statunitense carico di proiettili all’iprite. Alcuni di questi proiettili esplosero sul posto, altri vennero scagliati nel raggio di un chilometro. Fortunatamente il vento, spirando da terra, allontanò verso il largo la nube tossica. Ciò comunque non impedì all’iprite di disperdersi nelle acque del porto e di contaminare gli indumenti dei superstiti e degli stessi soccorritori. Le prime conseguenze visibili furono bruciori agli occhi, alle narici e in gola seguiti dalla fuoriuscita di vesciche su tutto il corpo. Ottantacinque dei 628 intossicati, ricoverati presso il 98esimo British General Hospital, morirono a causa della non conoscenza da parte dei medici del gas in questione, essendo la presenza di quelle armi sotto segreto militare e nota a pochissimi. Per alcuni decenni numerosi furono tra i pescatori baresi i casi di contaminazione da iprite a causa degli ordigni rimasti sul fondo e, che corrosi dalla salsedine, avevano cominciato a  rilasciare il loro letale contenuto. Fin dall’inizio, l’Alto Comando Alleato cercò di insabbiare il disastro, ma troppi erano stati i testimoni. Sicché, nel mese di febbraio 1944 i capi di Stato Maggiore degli Stati Uniti dovettero rilasciare una dichiarazione ammettendo l’incidente e sottolineando che gli Stati Uniti non avevano intenzione di usare armi chimiche, tranne che in caso di ritorsione. Winston Churchill, tuttavia, ordinò che nei  documenti britannici le morti per iprite venissero classificate come “morti per ustioni a causa di un’azione nemica”. I documenti dell’attacco da parte degli Stati Uniti furono declassificati solamente nel 1959, rimanendo lo stesso ignoti fino al 1967, anno in cui il Maggiore dell’U.S. Air Force Glenn B. Infield pubblicò il libro ‘Disaster at Bari’. Nel 1986 anche il governo britannico ammise che i sopravvissuti al bombardamento di Bari erano stati esposti a gas tossici e modificarono di conseguenza i pagamenti delle loro pensioni.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 22 Aprile 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio