Cultura e Spettacoli

Ai profanatori la maledizione

Vagavano per le campagne percuotendo il terreno con un bastone allargato in basso a tronco di cono : A seconda del suono prodotto individuavano ipogei artificiali. Segnalato il posto, vi tornavano a notte armati di pala e piccone. Aperto alla meglio un varco nella lastra tombale, vi scivolavano dentro a depredare frettolosamente. Quindi via, sacco in spalla. I tombaroli di ieri sono lontani anni luce dai loro discendenti dell’era globale, che sono beneficiati dalla tecnologia. A differenza del suo casareccio antenato, il profanatore di oggi non ha bisogno di battere le campagne palmo a palmo. Col drone, guardando le cose dall’alto al mattino o al tramonto quando la luce è radente, ha imparato a individuare i micro rilievi che segnalano rovine appena affioranti dal suolo. Localizzata l’area, vi si reca col metal detector, diavoleria che, segnalandogli la presenza di metallo sotto i piedi, indirettamente gli indica sepolcri dove riposano antenati adorni d’oro, argento e bronzo. Insomma, va a colpo sicuro. Il gran tempo risparmiato gli consente – una volta penetrato nella tomba – di lavorare senza fretta, con metodo. Preparato quanto un archeologo, sa come riportare alla luce i reperti, come movimentarli. Non ‘strappa’. Lo fa anche perché i committenti non si contentano più di frammenti. Intanto col cellulare si tiene in contatto col suo ‘palo’. Al primo accenno di pericolo insacca le cose migliori e fila. Difficile intercettarlo (l’ultimo arresto in Puglia risale a ottobre del 2018, in località Borgo Arpinova, nel territorio di San Marco in Lamis). Ne consegue che ora si sente parlare più di traffico di reperti, per giunta in Rete (modalità più sicura), che di tombaroli colti con le mani del sacco. Insomma, si ‘pesca’ di più. Il che, inflazionando il mercato clandestino, ne sta facendo crollare i prezzi. In questo modo persino il parvenu e l’uomo della strada possono permettersi di impreziosire i loro salotti ostentando modesto vasellame dell’era romana. E la mappa dell’illegalità si allarga. Ma attenzione a chi incappa nei rigori della Legge. E attenzione pure a possibili, ‘remote’ vendette. La profanazione tombale è gesto sacrilego vecchio quanto il mondo. I faraoni se ne difendevano con potenti maledizioni. Celebre quella di Tutankhamon che sigillava il suo sepolcro : ”La morte colpirà con le sue ali chiunque disturberà il sonno del faraone”. Ed è storia che molte delle ventidue persone presenti all’apertura di quel sarcofago morirono anzitempo… Dalle stelle alle stalle, perché escludere qualche forma di scongiuro all’interno di comuni tombe dell’era classica? Quante volte gli archeologi si sono scervellati a propositi di statuine e oggetti senza spiegazione… Non sono mai state condotte indagini a proposito di cosa e quando sono morti i tombaroli di casa nostra. E con essi, ricettatori, acquirenti…

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 13 Febbraio 2021

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