Cultura e Spettacoli

Ali di farfalla, il vento della rivolta

 

La conoscenza del gran libro della Storia è limitata a poche, e magari ‘addomesticate’, pagine. A tanto limitato sapere fa fronte l’ignoranza, talora casuale, talora no, di interi capitoli. E’ quest’ultimo il caso della sanguinosissima dittatura instaurata da Rafael Leónidas Trujillo nella Repubblica Dominicana dal 1930 al 1961. Tra le circa cinquantamila vittime del tiranno si ricordano Minerva, Patria e Maria Teresa Mirabal, tre sorelle dissidenti che avevano dato vita al movimento di resistenza ‘14 Giugno’ e che all’interno dello stesso movimento era note come las mariposas, cioè : le farfalle. Il loro sacrificio non fu vano. L’eco del loro assassinio, ingigantita dal fatto che il regime aveva cercato di far passare quella strage per un incidente automobilistico, scosse definitivamente le coscienze : sei mesi dopo Trujillo cadeva vittima di un attentato e la sua morte metteva fine al sistema totalitario dominicano. Commossa dal sacrificio di queste tre eroiche madri e spose, Ilaria Cangialosi dedica loro un omaggio. Allestito da Animalenta, ‘Farfalle’ è andato in scena due settimane fa al Nuovo Abeliano (la prossima replica è fissata per il 13 dicembre al Teatro Verdi di Brindisi). Il racconto è affidato a Dedé (la stessa Cangialosi), unica superstite delle Mirabal. Dal nulla emergono Minerva, Patria e Maria Teresa (le toccanti Sara Bevilacqua, Arianna Gambaccini e Angela Iurilli) e la rievocazione della loro epopea prende il via. Ricco e nudo, il gesto delle interpreti  supplisce magnificamente all’assenza di scene. Ne beneficia l’azione, che regala momenti suggestivi (la preparazione al ballo, la festa di nozze, l’irruzione della polizia segreta, l’interrogatorio…). Efficace il disegno luci di Vincent Longuemare : nel buio si aprono coni, strisce e quadrati di luce all’interno dei quali scene e figure si materializzano. L’effetto evocativo è forte. Le tre farfalle svolazzano, ora liete, ora meste. Pur leggero, l’effetto di quel battito d’ali è vento di sommossa. Esprimendosi in un faticoso idioma italo-ispanico, Dedè interagisce con le sorelle, fa da raccordo fra Al di qua e Aldilà, fra passato e presente. Il racconto si sviluppa così a due voci, poiché di fatto quelle di Minerva, Patria e Maria Teresa si fondono in una sola. Due voci ben diverse : alla freschezza pregna di speranza delle martiri fa eco il rimpianto nostalgico di Dedé, sulle cui labbra insieme all’indignazione vibra quasi il senso di colpa d’essere sopravvissuta. Un lavoro ben pensato e meglio messo in scena. Hanno contribuito al suo successo altre due donne : Giulia Fanelli, nelle vesti di aiuto regista, e Ambra Abbaticola (foto di scena / tecnico luci).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 7 Dicembre 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio