Cronaca

Ambientalisti all’attacco: “Marisabella, l’ennesimo scempio sulla pelle della città…”

Continua la battaglia per evitare altre maledettissime colate di cemento e calcestruzzo a Bari, in quell’area portuale che potrebbe ricevere un altro colpo con lavori già finanziati e cantierizzati all’altezza dell’ansa di ‘Marisabella’, specie dopo che il  Comitato “Fronte  del Porto” ha deciso di ridare miccia alle polveri. L’ultimo attacco è ripreso  diffidando, attraverso un atto stragiudiziale, il Ministro dell’Ambiente Orlando per l’ auto-annullamento degli atti licenziati dallo stesso Ministero a novembre 2006. Sette anni fa, infatti, un bel po’ di associazioni e comitati baresi erano già scesi in campo per opporsi proprio a quegli atti ministeriali coi quali si escludeva l’opera della colmata di Marisabella dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), considerandoli illegittimi ai sensi Dlgs 152/2006. Il Comitato, assistito dall’ avvocato Luigi Paccione, ha in sostanza intimato al Ministero ad attivare con urgenza la procedura di VIA, passando le carte anche alla Procura della Repubblica in considerazione dell’avvio del  cantiere, con i lavori già in corso. Matteo Magnisi e Silvana Grilli, del comitato ‘Fronte del Porto’, non usano mezze parole: <> Nel frattempo troneggia nel porto di Bari l’enorme cartello di avvio della cantierizzazione di un’opera: “La colmata di Marisabella”, avversata da tempo, appunto, da coloro che hanno a cuore uno sviluppo sostenibile del territorio anche attraverso petizioni popolari, ricorsi dinanzi ai giudici del Tar ed infine esposti alla Procura della Repubblica. E dopo quasi un decennio di lotte, il Comitato Fronte del Porto, come detto all’inizio, ha richiamato alle armi i più sensibili al destino di Bari, <<…per contrastare  un’opera scellerata che ha ottenuto il placet  degli  amministratori locali, senza che una sola delle loro voci si sia levata in difesa della salvaguardia del territorio, in considerazione  del fatto che l’opera verrà realizzata  senza una valutazione di impatto ambientale. Abbiamo lanciato un appello a tutti i cittadini ricordando cosa significa in termini di impatto ambientale la colmata di Marisabella>>, spiegano ancora Grilli e Magnisi.

 

Insomma, cosa significano quei lavori, nell’area portuale di Bari?

<>.

 

E poi c’è la questione che avete sollevato altre volte, in passato, del traffico pesante, giusto?

 

<> Eppure per i sostenitori del raddoppio dell’ansa di Marisabella si tratta di un’opera che permetterà di potenziare il porto di Bari: opera finanziata dal Provveditorato delle Opere pubbliche con 53 milioni di euro su progetto dell’Autorità portuale di Bari. L’area duramente contestata dagli ambientalisti sarà destinata a traghetti e merci, con un occhio particolare al traffico croceristico. Si scaverà fino a dodici metri di profondità nei fondali del tratto di bacino per creare un’enorme banchina, permettendo l’ormeggio di navi fino a 300 metri di lunghezza. I lavori sono stati aggiudicati a un’associazione temporanea di imprese “Ati Fincosit-Coedmar”, con un progetto che include lo sbancamento di oltre 650 mila metri cubi di materiale dai fondali e l’avvallo di Autorità Portuale e Regione Puglia che, come detto, sembrano non nutrire dubbi sulla sostenibilità dell’opera, nonostante il ministero all’Ambiente abbia escluso l’assoggettabilità alla VIA.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 2 Dicembre 2013

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