Cultura e Spettacoli

Amore non è San Valentino

Quando scoccava l’amore ai tempi di Elvira e Raffaele, due braccianti della Puglia pre-unitaria, era San Valentino tutti i giorni. La passione all’epoca aveva un che di prepotente e selvatico, si faceva largo con la forza di un uragano, annebbiava persino la ragione. L’estro veniva spontaneo, non aveva bisogno delle sollecitazioni di feste macinate dall’industria. Beati Elvira e Raffaele, allora? Giusy Frallonardo, la cui fantasia ha partorito questa coppia cafona, risponderebbe di sì. Per cui, quasi polemicamente, ha scelto di portare in scena i suoi eroi proprio nel giorno di San Valentino. Folla venerdì scorso al Nuovo Abeliano per ‘Morsi d’amore’, produzione Aleph Theatre. Per questa ‘favola in versi’ la Frallonardo adotta una formula ibrida in cui l’elemento coreutico-musicale si fa trasversale all’elemento teatrale, che nello specifico è di narrazione. Quindi si affida alla propria esuberanza, alla generosità dei compagni di scena (Veronica Calati, Raffaele Casano, Luigi Bressan), alla cura di Enrico Romita che firma la regia e infine a un certo fasto (musici a vista, proiezioni, manufatti in cartapesta, giochi d’ombra…). Per il modo in cui è pensato e poi messo in scena, ‘Morsi d’amore’ dà di carro di Tespi e di teatranti girovaghi. Il senso di fresco e leggerezza che questo allestimento sprigiona, tuttavia, non inganni. Qui non s’improvvisa, qui tutto è figlio d’un ben definito e ancor meglio dettagliato disegno drammaturgico. Giusy appare tentata di gettare il cuore oltre l’ostacolo e raccontare con entusiasmo straripante cosa pensa a proposito dell’amore. Prudentemente, allo scopo di non veder bruciato da un eccesso d’entusiasmo uno spunto pregevole, incarica il pensiero di disciplinare il cuore, senza per questo soffocarne o snaturarne gli aneliti (sintomatica la scelta di raccontare in rima). L’esito è un allestimento pieno di slancio, non di meno lucido ad ogni passo, consapevole di sé, saldo nel perseguimento dell’obiettivo. Significativo da questo punto di vista è un particolare aspetto del lavoro : Era facile a proposito di feste di fine raccolto e danze popolari cedere alla tentazione della pizzica ‘di maniera’, ovvero una di quelle espressioni coreutiche ad alta spettacolarità in cui l’arte, rasentando la perfezione, si veste di narcisismo e si rivela innaturale (lo stesso problema riguarda tango e valzer). In ‘Morsi d’amore’, invece, la pizzica che avvicina irresistibilmente Elvira (la quale “attizza come pietra focaia”) a Raffaele (la cui tammorra “batte al ritmo del cuore” di lei) è appena accennata, eseguita con ‘credibilità’, con genuinità popolana. Il che è in linea con l’autenticità del colore di fondo dell’allestimento.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 19 Febbraio 2019

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