Cultura e Spettacoli

Spigolature di fatti e misfatti (52)

So che MI attirerò le ingenerose, ingiustificate critiche da parte dei soliti cultori del “così credono tutti” per ciò che Argomenterò nel corso di questo mio Scritto, ma non “Lascerò i doveri dell’ acerba guerra”, per Parafrasare Omero del Canto VI dell’”Iliade”(V.653)), del Pensiero, della Riflessione, del Dubbio contro chi o coloro che hanno le menti (???) solo giustapposte le une accanto alle altre, non, dialetticamente, Finalizzate al  Creativo Confronto. Come per Fabrizio de André, così per Mia Martini i media cartacei, catodoci, i “social”  stanno producendo una stucchevole, melensa “ via crucis” santificante, incensando oltre la decenza i due cantanti e facitori di canzonette, incenso che sarebbe ai sopracitati dispiaciuto, certamente, come Penso, Consapevoli di ciò che valevano e, quindi, dei loro limiti. Quando si ipostatizza, nei frequenti discorsi pseudoculturali, ciò che nella Scala dei Valori Estetici “stat in medio”,cioè,  tra il brutto e  il Bello Assoluto, si fa una pericolosa operazione di oscuramento del Bello, Assoluto, in quanto, Latinamente, ”Solutum” da qualsiasi Dubbio, Critica, ma, soprattutto, da qualsiasi spazialità, temporalità determinata, da qualsiasi contingenza storica, per “cielare” nella Universalità dell’Eterno. Operazione pericolosa, in quanto gli ignari, nello scorrere gli scalini  in Salita verso l’Idea del Bello, incappano nel solido muro invalicabile del ”mediale” pubblicizzato, osannato, celebrato, di ciò che,Ripeto, sta in mezzo, e percepiscono e credono che esso sia il Bello, ché così l’ “establishment”, massificante, omogeneizzante, politico, in solido commercio con l’industria pseudoculturale, vuole che percepiscano e credano. Oltre  Fabrizio de André, Lucio Dalla, Francesco Guccini,Francesco De Gregori, Ennio Morricone, Nicola Piovani, c’E’ W.A. Mozart, L. V. Beethoven; oltre Andrea Camilleri, Susanna Tamaro, c’E’Alessandro Manzoni, Leonardo Sciascia, M. Proust, F.Kafka; oltre i “musical” di Garinei e Giovannini, c’E’ il Grande Teatro di W. Shakespeare, di H.Ibsen, di L.Pirandello; oltre Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, c’E’ Beniamino Gigli, Tito Schipa, Mario del Monaco; oltre Mia Martini, Ornella Vanoni, Mina, c’E’ La Maria Callas. Nell’oltre, quindi, c’è la Genialità; prima dell’oltre c’è  il godibile, la serena piacevolezza, il fruibile senza eccessivo Impegno Intellettuale, non lo Scandalo del Sublime, che Esplode dalle Varie Forme, Espressioni, Autenticamente, Artistiche. In questi ultimi tempi dopo le giaculatorie in ricordo del buon Fabrizio de André, abbiamo dovuto sorbirci quelle in suffragio di Mia Martini, con tutto lo struggente Rispetto per le umiliazioni, le sofferenze che  gli stolti Le inflissero. Ma gridava troppo Mia (per non parlare della sorella, Loredana Berté, che nell’ultimo festival di san remo, festival dei grugniti ”rap e trap” e dei messaggi subliminali alla droga inneggianti, non della canzone, della melodia italiana, per poco non  mandava giù il teatro “ariston” con i suoi ululati) e la Maria Callas Lamentava che  ”Canto” non è il grido. Quando Ero in”Cattedra”, per fare capire ai miei Discepoli la differenza, lo iato tra la Poesia, che è Canto, Armonia, Equilibrio, Ecologia Sentimentale e la comunicazione quotidiana, che è trasmissione di informazioni, “sed etiam” di sensazioni o reazione, a volte, scomposta a fatti, situazioni della vita, Producevo l’esempio del “Commiato tra Ettore e Andromaca” nel VI Libro dell’”Iliade” di Omero e i commiati offerti con plateale, esibita sofferenza, dolore, ansia, angoscia,  preoccupazione da parte dei parenti per il destino di chi parte, per i pericoli, a cui va incontro, di chi da essi  si allontana per qualsiasi motivazione. Nel Primo Commiato delicate, dolci, tenere le aggettivazioni che i due Sposi si Scambiano. Addirittura, sorridono (Sorrise il genitor, sorrise anch’ella/ la veneranda madre …) nell’accorgersi che il loro figlio,Scamandrio era “dalle fiere atterrito armi paterne,/…L’intenerito eroe tosto si tolse/ l’elmo,…./Indi baciato con immenso affetto,/…. E  tra le mani alquanto/ Palleggiato l’infante, alzollo al cielo,/E supplice esclamò…/ Così dicendo, in braccio alla diletta/Sposa egli cesse il pargoletto; ed ella/Con un misto di pianti almo sorriso/Lo si raccolse all’odoroso seno./Di secreta pietà l’alma percosso/Riguardolla il marito, e colla mano/Accarezzando la dolente:Oh! disse,/ Diletta mia, ti prego; oltre misura/ Non rattristarti a mia cagion/…Ma di gran pianto Andromaca bagnata/ accostossi al marito, e per la mano/stringendolo, e per nome in dolce suono/chiamandolo proruppe: Oh troppo ardito!/ il tuo valor ti perderà:/… Ch’altro mi resta che perpetuo pianto?/Or mi resti tu solo, Ettore caro,/Tu padre mio, tu madre, tu fratello, tu florido marito”.Razionale Dolore Universale, Cosmico, non per la natura matrigna, ma per la brama di potere,  per  l’avarizia degli uomini, delle classi di potere, cui fanno da sgabelli le masse che ignorano, ahi insensate, di essere tali. Come tutte le guerre, da mille e mille e mille anni, dell’uomo contro l’uomo, anche la “guerra di troia” strappa i figli ai genitori, i mariti alle spose, i padri ai figli e Andromaca è la Moglie e la madre che, come tutte le mogli e le madri, coinvolte nei grandi conflitti della Storia, il patriota, l’eroe Ettore Implora di Dare Priorità ai Diritti dell’Amore, in quanto se si ama, e si ama in due, entrambi gli Amanti hanno il dovere di Cautelarsi, di Conservarsi, per non arrecarsi, vicendevolmente, il sofferire:”Quello che amo/Mi ha detto/ che ha bisogno di me/ per questo ho cura di me stessa/ guardo dove va il cammino e/ temo che ogni goccia di pioggia/ mi possa uccidere”. Così Bertold Brecht.  Platone Proclamava che la Bellezza è lo Splendore del Vero e Vero nella Storia e nella cronaca è stato, è il Dolore che l’uomo ha cagionato, cagiona  all’altro uomo e, se il Vero non è sottaciuto, è una Folgore che Illumina gli Animi e gli occhi, come la Verità del Golgota  nel “Requiem” di Mozart o di Verdi. Al singolo uomo è affidata dall’Artista, dal Poeta, dal Musico la Responsabilità di Armonizzare i dispersi umani interessi , progetti, obiettivi, fini, insomma, di Perseguire il Bene Comune, cioè, il Senso Ultimo di ogni Umana Esistenza. Abbiamo Visto come, quando, perché gli Umani Sentimenti, tra cui il Dolore , la Sofferenza, Si fanno Canto; abbiamo visto come il commiato, l’allontanarsi da ciò che E’,supernamente, Caro,è un’evenienza, un momento comune della vita di ognuno di noi, che la “Forma”(l’Essenza, l’Idea, cioè, ogni struttura costante in cui si dissolve il vario ripetersi della medesima esperienza) da vissuto personale, contestualizzato in un tempo e in uno spazio determinato,Rende Universale. ”Di secreta pietà l’alma percosso”, così Omero Fotografa Ettore; non avrebbe potuto, diversamente, farlo in quanto il Canto  Esteriorizza l’Anima, ma  Smussata di ogni  asprezza, di ogni esagerazione fenomenica, comunque, ancora e sempre, provvista della Profondità dell’Amore,  della Libertà di, levemente, razionalmente, Direi, Esprimere, senza falsi pudori, tutti i Moti e le Emozioni che in Essa S’Ingenerano, come Risposta alle sollecitazioni del mondo esterno. Quando, invece, il nostro vivere, incontrare, parlare; quando,invece, il nostro multiforme rapportarci agli altri, al mondo, e ad essi, ad esso reagire, non Si Fa Canto, Poesia, Arte,”come bombe gettiamo le anime/ seminiamo i fischi delle bufere”,ci Rammenta Sergej Esenin. Perché i miei25 Lettori possano dare solenne Conferma alle mie Esposizioni, oltre a RileggerSI tutto il “Commiato di  Ettore e Andromaca”,di cui ho fatto Cenno in altra Parte di questo Scritto, Si Adoperino di Ascoltare Maria Callas  nella Esecuzione Mirabile delle Romanze:”La Vergine degli Angeli” dalla”Forza del Destino”, di Giuseppe Verdi; “Casta Diva” dalla “Norma” di Vincenzo Bellini;”Babbino mio caro” da “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini, e  Si Convinceranno che solo la Bellezza Può e Potrà Salvare il mondo, per Dirla con il Principe Myskin dell’”Idiota” di Dostoevskij, in quanto tra il Bello e il Bene Esiste un Legame, pur misterioso, pur inafferrabile,che, pur, Permette all’Uomo di  Recuperare la Nativa sua Interna Unità, Consistente nell’Essere Egli:”UNUM,VERUM,ET BOMUM”.

 

Notizia e Commento antichi di 15 giorni, ma fanno essi, ancora, buon brodo d’indignazione.

Venerdì, 1-2-2019 i “non studenti” italiettini delle scuole superiori (per modo di dire) si sono ammutinati, hanno le lezioni disertato, come è loro abitudine, dalle imbelli (o fanno finta di essere imbelli, ché i rampolli delle classi popolari, gli unici fruitori della scuola pubblica italiettina, devono essere scolarizzati, ma non alfabetizzati, che sarebbe il minimo sindacale della scolarizzazione nei paesi in via di sviluppo) autorità scolastiche e non tollerata, in/di tutti i venerdì, di, quasi, tutte le settimane, da non pochi anni ad oggi, ora per un cavolo, ora per un altro cavolo. Il cavolo,recentemente, raccolto, attraverso il “tam-tam” internazionale, intonato da “internet” e dalla compagnia bella dei “social” più accorsati(è dalla fine del ““Rinascimento”, cioè, da 500 anni, che in europa noi italiettini ci dimeniamo alla gavezza dei Fenomeni Culturali (e non sarebbe male), ma, soprattutto, dei fenomeni sottoculturali, emergenti tra i nostri cugini, si fa per dire, francesi o tra i tedeschi o tra gli anglosassoni  o statunitensi. Ad esempio il ’68 dei francesi e dei tedeschi) dai nostri ”non studenti”, imboccati dai loro pari, francesi tedeschi, inglesi, è stato il clima,che cambia, determinando fenomeni atmosferici di estrema gravità. I miei 25 Lettori MI potranno, giustamente, contestare che è ingiusta la mia Geremiade nei confronti di giovani, di ragazzi, pensosi del problematico loro futuro; anzi, essi, sempre secondo i miei 25 Lettori, hanno il diritto di fare sentire la loro voce, in quanto saranno essi ad affrontare i rischi di un futuro dal clima incerto per le offese dell’oggi alla Natura. Concordo con Voi, o miei 25 Lettori, che essi, i pollastrelli, le pollastrelle delle novelle generazioni, abbiano il diritto – dovere di mostrare di essere pensosi del loro futuro, tuttavia non, esclusivamente, dalle 8 alle 13 dei giorni feriali fino al venerdì (del sabato non s’interessano, in quanto in un’atmosfera politica prefascista, essi anticipano i compiti, sperimentando il sabato fascista) e da settembre a giugno, cioè, quando devono Fare, veramente, Scuola, cosa molto rara, ché non rare volte, entrano negli edifici scolastici, senza Attendere alle Curricolari Lezioni. Ciò che dispiace nei ragazzi di oggi è la loro diuturna ipocrisia. Siamo stati tutti giovani, “sed” noi presessantottini non mascheravamo la nostra pigrizia da scansafatiche con la nostra falsa ansia di essere operatori di trasformazioni sociologiche nel mondo. Non barattavamo la nostra accidia e, quindi, le nostre diserzioni scolastiche con la falsa nostra volontà di essere testimoni o operatori del Bene Comune. O irresponsabili infanti, scioperate contro chi? Se non contro voi stessi, sì che gli artefici della probabile catastrofe, apocalisse planetaria potranno continuare nel loro lavorio distruttore della Vita e della vostra Vita, non dovendo fare i conti con la Responsabilità, la Consapevolezza di Uomini Nuovi, Abituati nella Scuola a NutrirSi, machiavellianamente, del Cibo, Preparato da Grandi Menti, Comunicato da Possenti Voci, Capaci di Accendere, foscolianamente, i Coraggiosi, Forti Animi “a egregie cose”.

P.S.L’unico modo e possibilità di stroncare  i continui ammutinamenti scolastici da parte dei “non studenti”, è abolire il “valore legale” dei titoli di studio. Si permetta di fare l’Artigiano anche a chi non è in possesso della patente del mestiere, ad esempio, di falegname, di sarto, di fabbro ferraio, ma ha dimostrato e dimostra di essere un provetto falegname o sarto o fabbroferraio; si permetta di esercitare la professione di medico,  di ingegnere, di veterinario, di odontoiatra anche a chi non è in possesso della laurea in medicina, in ingegneria, in veterinaria, in odontoiatria, ma dà, ha dato ampie, scientifiche dimostrazioni di essere un provetto Professionista nel Campo di sua Elezione. Così, se il “fatidico pezzo di carta”, tanto caro alle lavandaie, non sarà più l’obiettivo finale dei sacrifici della medesima per il suo rampollo, ma la Formazione Umana e Culturale di esso, gli spezzerà le gambe nel caso si accorgesse delle continue diserzioni, non dall’entrare nell’edificio scolastico, ma dalle Lezioni Curricolari, perché molto spesso nella scuola di oggi italiettina si fanno passare per lezioni, inutili discussioni sulla “secchia rapita”. In sintesi: se si è appassionati di chitarra e, tra l’altro, se si paga, per ricevere lezioni di chitarra,  l’attenzione ad esse sarà massima e si cercherà, nei limiti del possibile, di non disertare alcuna lezione, ché l’obiettivo finale non è il certificato di diplomato o di laureato in chitarra, ma il possesso massimo del suono di essa. Una scuola, quindi, che non rilascerebbe”pezzi di carta”, ma Umanità e Professionalità Incarnate  in Singolarità Appassionate,si libererebbe, finalmente, di idioti, cioè di esseri, “in fieri”, inutili alla comunità che li alleva, come polli da ingrasso, per, poi, una volta adulti, umiliarli, in gran parte, nei modi più disumani, sino all’esclusione da essa.

Pietro Aretino, già detto, Avena Gaetano


Pubblicato il 19 Febbraio 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio