Cronaca

Amoruso con Verdini per un posto da sottosegretario?

Deve essere stato davvero un brutto colpo per il senatore forzista Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, il recente abbandono di Forza Italia del senatore pugliese Francesco Amoruso, considerato un suo fedelissimo sin dai tempi di An ‘post mortem’ di Pinuccio Tatarella, ma che ora  si è accasato nel neo gruppo Ala (Alleanza liberalpopolare autonomista) di Dennis Verdini, a Palazzo Madama. Infatti Gasparri, la scorsa settimana, aveva tentato in tutti i modi di trattenere il senatore Amoruso nel gruppo di Fi facendolo addirittura incontrare con il leader del partito, Silvio Berlusconi, a palazzo Grazioli. Incontro a cui lo stesso Gasparri aveva sollecitato ad intervenire  anche un altro esponente storico dell’ex partito di An, Altero Matteoli, anch’egli ora in Fi, dopo la parentesi del Pdl. Tentativo, come è noto, non riuscito da parte del promotore, nonostante le dichiarazioni pubbliche a caldo dello stesso Amoruso, che aveva assicurato di essere fedele a Fi. Mentre già lunedì scorso, appena qualche giorno dopo l’incontro, Amoruso rendeva noto il suo passaggio al gruppo di Verdini. E, quindi, un suo avvicinamento all’area di governo. Ma il “tradimento” di Amoruso evidentemente non è andato proprio giù a Gasparri che – secondo qualche bene informato – alle ultime politiche del 2013 era stato quello che, insieme a Matteoli, aveva fatto pressione su Berlusconi, che non era affatto propenso a ricandidare Amoruso, per riconfermalo nel listino bloccato ad un posto di sicura eleggibilità, come poi in effetti è avvenuto. Ora, però, il senatore pugliese, ormai ex Fi, ha preferito abbandonare Berlusconi, tradendo presumibilmente la fiducia di coloro che lo avevano all’epoca sponsorizzato. Amoruso ha giustificato l’abbandono di Fi  paventando, dapprima, una situazione di disagio personale in cui si sarebbe venuto a trovare in Puglia dopo che Berlusconi, lo scorso febbraio, lo sostituì nella conduzione regionale del partito con l’ex sottosegretario pugliese alla Giustizia, Luigi Vitali, e da ultimo affermando di non condividere più la linea politica di Fi di mancato sostegno alle riforme costituzionali del governo Renzi, pur  concordate in precedenza da Berlusconi col “patto del Nazzareno” ed appoggiate da Fi fino a prima dell’elezione di Sergio Mattarella, successore di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica. Queste le tesi dell’ex forzista Amoruso alla base dell’uscita dal partito di Berlusconi. In realtà, a credere a tali motivazioni non sarebbero in molti in Fi, poiché – secondo lo stesso bene informato – al Senato negli ultimi tempi sarebbe in atto una vera e propria campagna acquisti nelle fila di Fi da parte di esponenti, come Verdini, che pur non facendo parte della maggioranza di governo sarebbero pronti ad aggiungere il loro voto a quello della coalizione governativa non soltanto sulla riforma costituzionale, ma anche in un eventuale votazione di fiducia al governo Renzi, qualora mancassero i numeri a causa di possibili dissidenti tra le fila dell’attuale maggioranza. Infatti, a detta dello stesso bene informato, subito dopo l’approvazione della riforma costituzionale dovrebbe esserci un allargamento della maggioranza di governo alle forze politiche che attualmente non ne fanno parte, ma che avranno concorso all’approvazione della riforma. In tal caso, al gruppo senatoriale di Verdini verrebbero assicurati da parte del presidente Renzi almeno un paio di posti da sottosegretario e, forse, anche uno da ministro. Ed per il senatore Amoruso – sempre secondo indiscrezioni – ci sarebbe già una promessa in tal senso da parte di Verdini. Quindi, il “prezzo” politico pagato ad Amoruso per il passaggio nelle fila di Ala dovrebbe essere stata la garanzia di Verdini per un ingresso ad un posto di Governo. Invece, secondo traspare dalle dichiarazioni di Gasparri (rilasciate prima nel corso della trasmissione televisiva “Agorà” e poi mercoledì mattina nell’aula del Senato) il vero motivo dell’abbandono di Fi da parte di Amoruso sarebbe molto meno “nobile” (se così  vogliamo dire!) ed invece, verosimilmente, più materialistico. Infatti, davanti alle telecamere di “Agorà” il senatore Gasparri, ex capo corrente di Amoruso in An prima ed in Fi ora, ha affermato che alcune delle ultime diserzioni di Fi al Senato sarebbero delle vere e proprie “scissioni commerciali”. E, quando il conduttore della nota trasmissione televisiva gli ha chiesto “faccia almeno un nome”, Gasparri strofinandosi indice e pollice di una mano, a simbologia evidentemente di soldi, ha tirato fuori il nome affermando seccamente: “Amoruso è una scissione commerciale”. Non è finito qui l’affondo di Gasparri sul suo ex pupillo di corrente pugliese. Infatti, mercoledì scorso in Senato, commentando il passaggio dell’esponente politico pugliese al gruppo di Verdini, Gasparri ha detto senza mezzi termini: “Ad Amoruso del patto del Nazzareno non è mai fregato niente. Gli interessano le consulenze per i familiari evidentemente”. La replica di Amoruso alla pesante accusa di Gasparri è avvenuta nel pomeriggio stesso di mercoledì con una nota. “Quanto accaduto stamattina in quest’Aula segna una pagina triste – ha riportato Amoruso nel comunicato – specialmente perché sono state pronunciate parole gravi da chi, in virtù della responsabilità conferitagli dal ruolo che ricopre, dovrebbe sempre e comunque tutelare la dignità del Senato. Il senatore Gasparri ha invece utilizzato frasi pesanti nei confronti miei e della mia famiglia”. E, proseguendo, nella stessa ha precisato: “Io non sono mai stato proprietà di nessuno e faccio appello a quella libertà di mandato per i parlamentari per la quale in tanti hanno lottato. Essendo stata lesa la mia onorabilità dalla rabbia, dal rancore e dalla cattiveria di quell’intervento, chiedo fortemente alla presidenza di procedere, ai sensi dell’art. 88 del regolamento del Senato, alla nomina di una Commissione che indaghi e giudichi sulle accuse che mi sono state rivolte”. Comunque la questione con Gasparri, ha assicurato successivamente Amoruso, non è soltanto politica, ma ora è anche una vicenda personale, perché pare che l’ex senatore forzista pugliese sia intenzionato a querelare Gasparri, per le affermazioni fatte su di lui sia ad “Agorà” che in Senato. Ma quest’ultimo aspetto della vicenda non credo interessi molto agli elettori pugliesi di centrodestra che, dalle politiche del 1994 fino alle ultime del 2013, con il loro voto hanno contribuito all’elezioni in Parlamento del biscegliese Amoruso, considerato che, in assenza di preferenze, si presume che la scelta sia stata effettuata al simbolo prima ancora che alla persona. Questo, però, è tutto un altro discorso.

      

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Settembre 2015

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