Cronaca

Anche la Meloni si arrende all’evidenza: ci saranno due centrodestra alle elezioni

La spaccatura del centrodestra pugliese alle prossime regionali è insanabile. Infatti, il vertice convocato dall’aspirante governatore Francesco Schittulli, che aveva convocato tutte le forze di centrodestra per scrivere le regole delle primarie da svolgere in zona cesarini domenica prossima, non ha sortito il risultato sperato. Ossia quello di riunire intorno ad uno stesso tavolo tutti i partiti del centrodestra che ora si ritrovano divisi su due fronti distinti: Forza Italia, Nuovo Psi e Lega di Salvini sostengono a candidato presidente l’ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, mentre Ncd, FdI, e ricostruttori di Raffaele Fitto sono impegnati a sostenere Schittulli. Una spaccatura a cui sembra ormai rassegnata anche il leader nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che martedì scorso, per tentare di riunificare il centrodestra pugliese e ricomporre quindi il dualismo sorto sul nome da candidare a capo della coalizione di centrodestra, aveva lanciato la proposta di svolgere le primarie l’ultima domenica che precede la scadenza dei termini per la presentazione delle candidature, fissata per venerdì 1 maggio. “Le abbiamo provate tutte – dichiara Meloni in una nota – compresa la richiesta di celebrare le primarie per far scegliere agli elettori il candidato presidente più competitivo e rappresentativo. Purtroppo dobbiamo prendere atto che qualcuno ha deciso di spaccare tutto”.  Da qui, l’invito del presidente di Fdi a smetterla “di polemizzare tra di noi” perché “é arrivato il momento di fare la campagna elettorale e di occuparsi dei problemi dei pugliesi”, dopo che Forza Italia e Lega, ritenendo le primarie proposte dalla Meloni una “farsa”, non si sono presentati all’incontro convocato da Schittulli. Infatti, il responsabile pugliese di Forza Italia, Luigi Vitali, si è giustificato dell’assenza affermando: “L’idea delle primarie last minute è solo una farsa strumentale alla quale non credono loro per primi e alla quale non intendo prestarmi. Le primarie sono una cosa seria, vanno fatte con criterio, con regole discusse e condivise, con tempi che permettano ai candidati di incontrare gli elettori ai quali illustrare perché votare per uno o per l’altro”. E, continuando, Vitali ha ricordato come si è giunti alla spaccatura ed il perché della decisione di Fi a candidare Poli Bortone: “ Il centrodestra un suo candidato unitario (ndr – Schittulli) lo aveva già scelto ed era sostenuto da tutti i partiti. Poi questo candidato unitario ha deciso di spaccare in due la coalizione, schierandosi da una parte e cacciando l’altra. Se Schittulli vincesse queste ipotetiche primarie ci troveremmo punto e a capo. Con lui che torna a imporre a Forza Italia i candidati dettatigli da Fitto, io che mi rifiuto e lui che ci caccia”. In fine, Vitali ha concluso: “Vogliamo continuare così all’infinito? Non scherziamo. Le elezioni sono una faccenda seria, cerchiamo almeno di non offendere l’intelligenza dei pugliesi”. Invece Schittulli, dopo il  tentativo fallito delle primarie, ha commentato: “probabilmente, si sono venduti la Puglia” e che “hanno già deciso per altri accordi che esulano dai veri interessi della regione, mettendo il centrodestra in condizioni tali da non poter vincere”. Di opinione analoga è anche Massimo Ferrarese, coordinatore di Ncd-area popolare, che ha affermato: “Poli Bortone si era già assunta il compito di spaccare per far vincere Vendola, cinque anni fa”, esclamando: “Dovrebbe fare un accordo direttamente con Emiliano, sarebbe più serio”. Ma anche Marcello Gemmato, coordinatore regionale di Fdi, interpreta la situazione nello stesso modo: “Evidentemente, siamo stati venduti e questa è una partita che si gioca altrove”. Alla fine, però, proprio i ‘fittiani’, che sono all’origine delle diatribe interne a Fi, e quindi della divisione del centrodestra pugliese, hanno mostrato di avere un profilo basso nella polemica con le forze sostenitrici della candidatura dell’ex Primo cittadino di Lecce, quasi a lasciare intendere di voler tentare un ricompattamento del centrodestra anche su base diversa dalle primarie. Infatti, il ‘fittiano’ Roberto Marti ha dichiarato: “Noi siamo qui, pronti a rivedere tutto” aggiungendo: “Gli alleati di Poli Bortone non si sottraggano a un confronto”. Ma Forza Italia e Lega di Salvini stanno già lavorando a pieno ritmo per la presentazione delle liste e la programmazione degli appuntamenti elettorali in Puglia, con la venuta di Silvio Berlusconi almeno in un paio di occasioni e di altrettante per il leader leghista Matteo Salvini. Infatti, neppure Poli Bortone sembra voler valutare alcunché dell’invito di Marti al  confronto, avendo avviato su Twitter altro tipo di confronto con quello che ritiene già il suo vero rivale nella corsa per la presidenza della Regione e dove ha pure scritto: “Il mio avversario è Michele Emiliano. Quindi caro Michele ti invito a un confronto pubblico già nei prossimi giorni. Scegli tu data e luogo”. L’ex sindaco di Lecce, quindi, è ormai in una posizione in aperto contratto con il suo partito, Fdi, che al momento non la sostiene nella corsa alla guida della Regione, ma che la prossima settimana comunque  discuterà la questione a Roma, in sede di Ufficio di presidenza. “Il partito, all’unanimità, si è espresso per primo al fianco del professore Schittulli —  ha ricordato il responsabile pugliese di Fdi, Gemmato — la Poli è schierata da un’altra parte. Il 28 aprile a Roma si decideranno le conseguenze”. Intanto le conseguenze di ciò che sta accadendo in Puglia all’interno di Fi si ripercuotono anche a Roma, dove i deputati vicini a Fitto hanno disertano la riunione del gruppo di Forza Italia alla Camera, alla presenza di  Berlusconi. E questo è sicuramente un segnale chiaro di come stanno effettivamente le cose nel partito azzurro, dove c’è pure chi pensa addirittura di poter sottrarre a Berlusconi il simbolo del partito. Battaglia a proposito della quale il deputato forzista e legale barese Francesco Paolo Sisto, intervistato in una trasmissione televisiva de “La 7” , ha dichiarato: “Una Forza Italia divisa è una Forza Italia sbagliata. Per questo, con grande chiarezza dico che non sono disposto a condurre battaglie per togliere il simbolo di Forza Italia a Berlusconi, sarebbe come togliere la maglia dell’Inter all’Inter o l’Inno di Mameli all’Italia”. E ciò lascia evidentemente presumere che qualcuno possa avergli chiesto di fare tale tentativo. Chi? Non è forse difficile da ipotizzare, considerando chi, sostenendo di voler “ricostruire Fi”, prima ne tenta la demolizione.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 23 Aprile 2015

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