Cronaca

Ancora niente piani di recupero per i relitti urbani di Bari

Questione antica e mai risolta al Comune di Bari, quella dei terreni considerati relitti, eppure rientranti nel patrimonio dello stesso Ente Comunale. L’ultimo sollecito vergato nero su bianco scritto dal vicesegretario regionale del Partito Repubblicano Italiano, Peppino Calabrese riguarda la segnalazione, già fatta con addirittura quasi dieci anni or sono con nota del 30 dicembre 2005 (protocollata dall’Archivio del Comune di Bari con prot. nr.321353), per ricordare che l’Amministrazione è proprietaria d’un elevato numero di terreni relitti abbandonati. Suoli inutilizzati da molti anni che potrebbero essere finalizzati da utilità pubblica e che, invece, sono stati completamente abbandonati e relegati nell’oblio. Una vera offesa a chi predica risparmi e sacrifici in tempi di crisi, visto che nel corso degli anni le istanze presentate dai cittadini tendenti al conseguimento della fruibilità di questi ‘terreni relitti’ per diverse attività ( commerciali, associative, riferibili a concessioni in comodato, in fitto, in concessione oppure in acquisto, nonché in vendita) non sono state prese nella dovuta considerazione da parte dei vari organi competenti del Comune di Bari. Per l’ex assessore repubblicano, che ovviamente richiama la questione per riprenderla come si deve al rientro dalle ferie da parte di sindaco, assessori e tecnici municipali, tutto questo ha comportato un mancato introito da parte della Civica Amministrazione, ha favorito l’abbandono ed il degrado dei terreni relitti e non ha permesso lo sviluppo di nuove attività commerciali, associative ed altro, che soprattutto in un momento di crisi quale quello attuale, avrebbero aiutato l’economia locale. E dire che, per esempio, qualche anno fa il comune di Roma lanciò un bando ricognitivo per l’individuazione di aree ed edifici degradati o dismessi (relitti urbani) disponibili per interventi di recupero. Interventi, si legge nel bando del Sindaco Alemanno, finalizzati all’incremento delle dotazioni di servizi e della qualita’ urbana in periferia. Nella Capitale si intendeva portare avanti, in sostanza, un progetto per il recupero e riqualificazione delle periferie, si badi, proprio attraverso l’eliminazione di quei relitti e fenomeni di degrado che inducono a usi impropri e inquinamento ambientale, per la realizzazione di servizi di interesse urbano e metropolitano, ma anche di spazi qualificati in ambiti urbani degradati. Invece nel capoluogo pugliese la storia si trascina senza risultati concreti, nonostante Calabrese sia tornato all’attacco con un’altra missiva indirizzata un mese fa al Sindaco Decaro e ai suoi collaboratori, per cercare di riannodare le fila nei quartieri di Bari – in particolare in quelli periferici – dove si evidenzia la carenza di importanti attività tecnico-commerciali, nonché di servizi sociali ritenuti fondamentali per lo sviluppo della persona. A tutto ciò si aggiunge il fatto che le mancate iniziative tese a sviluppare una rete di progetti idonei ad attuare l’obiettivo della suddetta deliberazione ha provocato nei cittadini un profondo scoramento sfociato quasi sempre nell’occupazione abusiva, in particolare nel quartiere di San Pio, ex Enziteto della stra-grande maggioranza degli immobili destinati originariamente a locazione. I deplorevoli gesti di tale parte di cittadinanza nonché l’assenza di un regolare monitoraggio degli stessi immobili da parte delle Autorità comunali sta favorendo il continuo “depauperamento del patrimonio municipale”. Quindi, adesso anche in Corso Vittorio Emanuele pare giunto il momento di scrivere la parola fine a questo insensato spreco, visto che il P.R.I. vuole assolutamente conoscere se e quali iniziative eventualmente l’attuale Amministrazione intende porre in essere, con l’obiettivo di  assegnare, con la forma che meglio crede o ritiene opportuna (ma non certo lasciare deperire nel più tortale abbandono e degrado, i terreni relitti ubicati nel territorio comunale. Tutto ovviamente al fine di promuovere “…una auspicabile mobilità economica-finanziaria, da parte della cittadinanza”. Chissà quando…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 14 Agosto 2015

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