Primo Piano

Avviati i lavori della commissione ministeriale sugli atti del Comune

Salvo sorprese, l'8 e 9 giugno prossimi si voterà comunque, oltre che per le europee, anche per le amministrative

Dopo una settimana di fuoco in cui sono stati i politici ad animare il “caso Bari”, scaturito dagli atti ed i fatti dell’Autorità giudiziaria che esattamente un mese fa, il 26 febbraio scorso, hanno portato ad oltre 130 arresti ed al commissariamento giudiziale di una ex municipalizzata, l’Amtab spa, interamente di proprietà del Comune di Bari, ieri mattina la commissione del Viminale ha ufficialmente avviato i lavori per stabilire se di riflesso anche l’attività amministrativa del Comune capoluogo possa essere stata “inquinata” dalla criminalità organizzata locale oppure sia rimasta indenne. I tre commissari inviati a Bari dal ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, avranno tre mesi di tempo, prorogabili eventualmente a sei, per sfogliare le decine di migliaia di pagine dell’indagine sul voto di scambio tra politica e mafia alle elezioni comunali del 2019e per passare sotto la lente d’ingrandimento i tanti atti del Comune e delle altre sue partecipate (Amiu, Amgas e Bari-Multiservizi), al fine di accertarne la regolarità amministrativa e, soprattutto, verificare che le attività del Comune non abbiano subito in alcun modo condizionamenti da parte della criminalità organizzata, per favorire eventualmente quest’ultima o suoi prestanome, attraverso persone o ditte di comodo. In tal caso, si profilerebbe lo scioglimento del consiglio ed il commissariamento del Comune, che potrebbero avvenire anche dopo l’elezione del nuovo sindaco ed il rinnovo del Consiglio comunale, già fissati per l’8 e 9 giugno prossimi. Intanto il sindaco uscente Antonio Decaro (Pd), in un video pubblicato sul suo profilo di Facebook, si mostra a controllare lo stato dell’asfalto in viale Orazio Flacco e, con le mani in una pozzanghera, afferma: “Si vede che sto per tornare al mio lavoro fra qualche giorno, che è quello di occuparmi di strade”. Infatti, Decaro, che sarà in carica per il suo ultimo mandato fino a giugno, è – come si ricorderà – un ingegnere dell’Anas e ha cominciato la sua carriera politica nel luglio del 2004 come assessore alla Mobilità dell’allora giunta Emiliano. Proprio a quel periodo, in particolare nel 2006, risalirebbe il suo presunto incontro con la sorella di un boss della Città vecchia che ha scatenato nuove ed ulteriori accese polemiche sul “caso Bari”. Di ieri è anche la notizia che le due vigilesse del Corpo di Polizia locale barese coinvolte nell’indagine “Codice interno” della Dda di Bari sono state prima sospese ed ora licenziate dal Comune. Infatti, le due ora ex agenti della Polizia Locale barese – stante alle indagini della Procura distrettuale antimafia – avrebbero chiesto aiuto a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), per punire una persona che, dopo aver ignorato un semaforo rosso, le avrebbe insultate. Mentre la funzionaria della Prefettura che si sarebbe rivolta ad esponente della criminalità locale per ritrovare l’auto che gli era stata rubata, con il pagamento di un “cavallo di ritorno”, è stata sospesa dal servizio, in attesa di capire se sarà sottoposta ad un procedimento disciplinare oppure sarà sanzionata anch’essa con il licenziamento. Il lavoro dei tre commissari ministeriali non sarà breve, né facile. In una stanza della Prefettura di Bari è stato allestito l’ufficio dove i commissari potranno svolgere il lavoro di lettura e consultazione sia del voluminoso fascicolo della Dda che delle carte che saranno chieste al Comune ed alle sue partecipate. Circa una settimana fa anche il sindaco Decaro – come è noto – ha recapitato volontariamente al Prefetto un voluminoso dossier di migliaia di pagine con tutte le attività antimafia del Comune da lui guidato dal giugno del 2014. La commissione ministeriale, però, potrà chiedere altra documentazione e fare audizioni. I tre commissari nell’espletamento del loro mandato, in base alla mole del lavoro da espletare e dei tempi da rispettare per concluderlo, potranno chiedere di essere affiancati da collaboratori di loro fiducia, sia per meglio approfondire le varie questioni che per stare nei tempi stabiliti. Alla fine la commissione ministeriale dovrà fare una relazione da consegnare al Prefetto che, solo a quel punto, dovrà tirare le conclusioni e formulare una proposta al ministro dell’Interno. Le ipotesi possibili sono due: una che la commissione non riscontra nulla di rilevante ai fini per cui è stata nominata, ossia verificare eventuali inquinamenti e condizionamenti criminali nell’attività amministrativa del Comune di Bari, in tal caso sarà il Prefetto stesso a disporre l’archiviazione del caso; l’altra, invece, che posano esserci rilievi e, quindi, criticità nell’attività dell’Ente sottoposto a controllo e, quindi, la proposta di commissariamento dello stesso da parte della commissione. In quest’ultima ipotesi sarà poi il Prefetto a trasmettere al Ministero degli Interni gli atti con richiesta di eventuale scioglimento del Consiglio comunale ed il commissariamento dell’Ente almeno per un minimo di 18 mesi ed un massimo di tre anni. Lo scioglimento, però, dovrà essere disposto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione della commissione di accesso agli atti. In tale malaugurata ipotesi, visti i tempi, l’eventuale scioglimento andrebbe a colpire, quindi, il nuovo sindaco e consiglio comunale per i quali i baresi andranno al voto vota l’8 e il 9 giugno prossimi. Per completezza riferiamo anche che il provvedimento di scioglimento del Consiglio e conseguente commissariamento del Comune è impugnabile dinanzi al Tar del Lazio e l’impugnativa potrà essere azionata dal sindaco in carica interessato dallo scioglimento e da chiunque altro legittimato a farlo. Perciò, cosa accadrà a Bari con la nomina della commissione ministeriale di accesso agli atti è ancora presto per saperlo. Quindi, di certo l’8 e 9 giugno prossimi a Bari, insieme alle europee, si andrà al voto anche per l’elezione del nuovo sindaco ed il rinnovo dell’Assemblea cittadina e dei cinque (inutili!) Municipi di decentramento comunale.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Marzo 2024

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