Cultura e Spettacoli

Banane di Puglia, altro sogno nel cassetto

 
 
Banane prodotte in Puglia? Si comincia a parlarne. In via Imperatore Traiano, in pieno centro a Lecce, un banano piantato quattro anni fa fruttifica senza risparmio. Forse l’ha aiutato un’esposizione particolarmente felice, di sicuro gli sta venendo incontro la mutazione climatica in atto. Inverni più miti ed estati più afose stanno agevolando una pianta che in Italia, fino ad ora, ha dato buoni risultati solo nella bassa Sicilia. Intanto aumenta nei nostri vivai la domanda di banani ornamentali. Si tratta di cultivar particolarmente resistenti alle basse temperature (se ne assicura la sopravvivenza fino a -10°) che – se ben collocati all’interno di giardini difesi dai venti – possono produrre ‘caschi’ abbondanti. L’unico inconveniente è che per limiti di temperatura, queste banane restano piccole e verdi. Per ovviare a questo limite, alcuni usano l’accortezza di avvolgere i caschi in buste nere da immondizia (in teoria dovrebbe prodursi localmente un effetto serra sufficiente a favorire lo sviluppo delle banane). Gli esiti sono incerti. Migliori risultati si ottengono usando verso la pianta le stesse accortezze che consentono ad un abete che abbia la radice completa di svolgere la funzione natalizia e poi tornare sul balcone a svolgere quella ornamentale. In altri termini, se il banano può ‘svernare, in un locale abbastanza luminoso, arieggiato, riscaldato e dalle volte elevate (parliamo di forme di vita vegetale assai voluminose), tra primavera e estate è possibile assaggiare frutti gradevoli. Tanto però non autorizza a sognare banane in serra ; le dimensioni di questa pianta lo escludono. A meno che l’ingegneria genetica non arrivi allo stesso risultato a cui è pervenuta una trentina d’anni quando selezionò un cultivar di ulivo che fruttifica in capo a due anni, poco portato a svilupparsi e che presentando fronde contenute e ricchissime di drupe, si presta alla raccolta con macchinari industriali. Solo micro banani potrebbero autorizzare il sogno di una produzione in serra. Restando nel campo della ‘fanta-agricoltura’, l’ultima opzione si chiama : banano ‘modificato’, capace di performance vicine a quelle realizzabili ai tropici ma a fronte di un minor bisogno di luce e di calore. Obiettivo tecnicamente realizzabile. Dopotutto, non è diventata l’Italia il maggior produttore al mondo di kiwi, un frutto originario della Nuova Zelanda? Chissà quanto ancora cambierebbe il panorama agricolo di casa nostra con quest’altra coltura. In qualche modo le banane alla Puglia non sono mai state estranee. Negli anni della regia Azienda Monopolio Banane, gestita dal Ministero della Colonie, molte volte le navi bananiere approdarono nei porti pugliesi per sbarcare in anni di autarchia frutta esotica a prezzo stracciato (venivano tutte dalla ‘nostra’ Somalia).
italointeresse@alice.it
 
 


Pubblicato il 16 Novembre 2011

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