Cultura e Spettacoli

Baudelaire a Bari

Non risulta che Baudelaire, di cui oggi ricorre il centocinquantenario della morte (si spense a Parigi il 31 agosto 1867), sia mai stato in Italia. In qualche modo tuttavia ha messo piede in Puglia e nello specifico a Bari. Ciò ha avuto luogo nella fantasia di Alessandro Tota, classe 1982, un affermato fumettista barese che vive e lavora a Parigi. Di recente Tota ha dato alle stampe ‘Charles’. Edito da Coconimo/Fandango, l’agile volumetto raccoglie storie brevi che vedono protagonista proprio Baudelaire, non si sa come capitato nella Bari dei nostri giorni. Opera dai contorni dissacranti, ‘Charles’ ritrae il poeta maledetto nei panni di un vecchio punk dal colore dandy e dall’umore ondivago, la personalità forte e la capacità – rimasta intatta – di incantare il prossimo con guizzi del pensiero e altre fughe per la tangente. Intorno a lui si raccoglie una turba di giovani scansafatiche e inconcludenti che ciondola tra le panchine del lungomare, i giardinetti di piazza Battisti e le vie dei quartieri popolari. Con la tecnica dell’acquerello monocromatico Tota disegna avventurette urbane dal sapore grottesco e paradossale nelle quali il re dei poeti maledetti, come uno stanco prestigiatore, trova ancora l’estro per cavare conigli dal cilindro. Un lavoro certamente carino ma che pur incontrando consensi ha destato qualche perplessità. Ciò che non convince è questa superficialità, questa casualità dell’ambientazione a Bari. Lo stesso soggetto, infatti, avrebbe potuto essere sviluppato indifferentemente in cento altri posti del Belpaese. Più che un omaggio all’autore de ‘I fiori del male’, ‘Charles’ è divertito e divertente gioco dell’immaginazione che, volendo, potrebbe essere esteso anche a personaggi diversi. Ma prendere Socrate, Cleopatra e Einstein e deportarli a Udine, Novara, Olbia o Canicattì assicura originalità?… Restando al grande poeta parigino, al pur lodevole lavoro di Alessandro Tota preferiamo cose come ‘Un jour noir’ dei nostrani CFF, una formazione di indi-rock di Gioia del Colle. Inserito nell’album ‘Lucidinervi’, il brano – al quale corrisponde anche un suggestivo videoclip realizzato da Enzo Piglionica – rilegge ‘Spleen’, il più celebre componimento contenuto nell’opera principe del Nostro. Una rilettura particolarmente sensibile al senso di estraneità che un Baudelaire poteva avvertire nei confronti del prossimo da cui era avvolto (e rifiutato), sensibile alla consapevolezza frustrante di non poter modificare il mondo circostante e sensibile infine all’impotenza con cui al poeta tocca assistere al tramonto di ogni speranza e al trionfo dell’angoscia.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 31 Agosto 2017

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