Cronaca

“Bike sharing” sempre peggio, ma il Sindaco insiste e non mantiene le promesse

 

“Se toccherà a me essere il prossimo sindaco della città modificherò il regolamento del ‘bike sharing’ affidando il servizio a una società di comunicazione che possa aggiustare le biciclette e implementare i mezzi attraverso i soldi della pubblicità e degli sponsor sulle biciclette”, giurava Antonio Decaro prima delle elezioni comunali, l’anno scorso. E se il regolamento per girare in bicicletta è rimasto ancora tale e quale, sembrano essere sparite o vandalizzate anche le duecento nuove biciclette nelle varie postazioni sparse in Città, eppure Decaro, passato da parlamentare a primo cittadino, va avanti per la sua strada. In bicicletta, ma soprattutto senza, visto che ci è bastato fare un rapido giro tra Murat, Picone e San Pasquale per annotare stalli e rastrelliere tristemente vuote. Mancano le bici con la targhetta biancorossa del comune, infatti, all’interno del Policlinico di piazza Giulio Cesare, ma anche in via Spalato, di fronte al palazzo della ex Provincia e nella piazzetta davanti alla Parrocchia di San Pasquale. E le postazioni di piazza Libertà, piazza Moro, del Politecnico e largo 2 giugno? Vacanti o quasi anche quelle, a testimoniare il totale fallimento del famoso –o famigerato…- ‘bike sharing’ di cui va ancora fiero il sindaco. Un servizio che, l’abbiamo già scritto ma lo ripetiamo in ossequio ai brocardi latini, costa troppo: oltre 100mila euro l’anno per 300 abbonati e le entrate, come conferma ancora Binetti, sono troppo basse: solo 5-6mila euro. Troppo complicato e costoso sottoscrivere l’abbonamento, spendendo 10 euro con una tessera Amtab prepagata che consente di pagare le ore di uso: la prima ora sarebbe gratis, dalla seconda in poi si pagano solo 50 centesimi. Ma il problema, come sempre, sono ladruncoli e vandali che fanno razzie delle biciclette comunali, che si tratti di ruote o sellini, per cui anche diminuire i costi del noleggio o aumentare le bici disponibili e le sedi in cui noleggiarle servirebbe a poco e quindi gli stalli sono quasi tutti tristemente vuoti, a tutte le ore del giorno e della notte. Dinanzi alla chiesa di San Pasquale, come detto, ma anche nel Policlinico e perfino vicino all’Azienda Sanitaria Locale. Insomma, niente biciclette come testimoniano le nostre foto, tanto che, come sa bene Decaro, troppe cose non vanno, con sempre meno utenti, scoraggiati e umiliati. Pr un servizio che – come ormai sanno tutti – permette di noleggiare una bicicletta pubblica collocata in stazioni installate in diversi punti della città prenotando e pagando poche decine di euro una tessera che dà diritto all’uso del velocipede. Ma perché gli stalli sono vuoti? Le ultime cifre fanno spavento: il servizio è costato all’Azienda cittadina dei Trasporti (Amtab) quasi 100mila euro, tra manutenzione, riparazioni e sostituzione dei cicli. Una cifra niente male, se solo Decaro si soffermasse a pensare ai benefici che il cittadino–utente o studente che sia riceve in cambio, visto che il servizio, totalmente pubblico, non riceve soldi dai privati con quelle sponsorizzazioni di cui il primo cittadino ancora parla, da esporre secondo lui su biciclette e colonnine. In effetti a Bari, duole ammetterlo, i privati sono stretti di portafoglio e non esiste rispetto nei confronti dei sempre più bistrattati ciclisti, e questo rappresenta un problema grande almeno quanto quello del nostro proverbiale vandalismo. Anche l’iniziativa di aumentare di altre duecento bici il loro numero è apparsa come una mera scelta elettorale, sfruttando –come si leggeva su alcuni siti – un po’ di retorica ecologista per sprecare denaro pubblico. Insomma, molto meglio comprarsela una bella bici, magari anche di seconda mano e di certo si risparmia: tra acquisto e gestione ogni bici in pochi anni arriverebbe a costare alle tasche private qualche centinaio di euro, non di più, senza sperperare fondi europei che potrebbero essere sfruttati molto meglio. E diciamolo anche a Decaro, suvvia….

 

Antonio De luigi

 


Pubblicato il 24 Ottobre 2015

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