Cultura e Spettacoli

La danza dei campanelli d’oro a San Nicola

Feliciano Argentina, un appassionato di storia locale nato a Francavilla Fontana, ebbe la ventura di incontrare a Roma l’allora novantaduenne Prof. Saverio la Sorsa, massimo studioso della tradizione popolare pugliese. Argentina trovò l’attempato ricercatore “ancora fresco e vegeto, corpulento e diritto, con una lucidità mentale da fare invidia a tanti giovani”. Un uomo “malgrado gli anni, di una vivacità sorprendente”. Nella lunga conversazione che intercorse fra i due, La Sorsa si ricordò con “memoria viva di una sua visita al Senatore Benedetto croce, occasionalmente a casa dell’editore Giovanni Laterza”. La Sorsa si aspettava “l’elogio di Don Benedetto per avergli inviato un saggio di ‘Tradizioni popolari baresi’. Non avendone ricevuto alcun complimento, chiese al filosofo : Eccellenza, ha letto il saggio che le ho inviato qualche mese fa? E il filosofo : ‘Sì, l’ho letto, ma lei ha dimenticato la danza dei campanelli d’oro a San Nicola”. Saverio La Sorsa ci rimase parecchio male, conclude Argentina. Noi pure. Perché per quanto si sia cercato, di questa danza nessuno sa niente. Tutto quello che si può pensare è che in un passato piuttosto remoto, diciamo sino alla fine dell’Ottocento, alcuni pellegrini usassero raggiungere a piedi nudi la tomba del Santo con le caviglie avvolte da fasce da cui pendevano uno o più sonagli in oro. Forse l’uso della cavigliera aveva lo scopo (meglio di un ‘polsiera’) di richiamare l’attenzione della gente per dare enfasi al gesto devozionale. Quanto alla qualità del materiale, la scelta dell’oro si spiega con la necessità di conferire al tintinnio una nota più lieta e ‘pura’ di quella prodotta da sonagli in argento o altro metallo. Una volta giunti a destinazione, è possibile che costoro dessero sfogo al sollievo del voto adempiuto improvvisando danze folcloristiche sul sagrato della Basilica. Se è così, ciò avveniva all’uscita dal tempio, ovvero dopo aver eseguito l’atto di adorazione davanti al sepolcro. Chi eseguiva queste danze? Probabilmente gente che veniva da molto lontano, e da una determinata zona piuttosto che da qualunque località. Doveva questa danza dei campanelli d’oro essere costumanza peculiare di qualche piccolo centro e del suo breve territorio. Le cavigliere ispirano l’idea delle danze orientali. E San Nicola veniva da Oriente… Pellegrini dell’area  balcanica, allora? Non si possono però escludere pellegrini del Salento otrantino, quello più ‘esposto’ ad est, quello dove i Turchi maggiormente lasciarono il segno. Un segno quasi sempre sanguinoso, è vero, ma in mezzo a tante brutture quei fanatici forse qualcosa di buono ci hanno insegnato, per esempio la danza del ventre. Andati via gli arabi, quel muoversi ‘peccaminoso’ a suon di musica venne vietato, tollerandosi soltanto l’uso festoso della cavigliera nelle danze popolari.

Italo Interesse


Pubblicato il 24 Ottobre 2015

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