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Cassa Prestanza: il Comune ci mette il timbro, ma non i soldi

Non è stato facile per chi ci ha passato questo documento che pubblichiamo a fianco procurarselo, attestante l’iscrizione alla Cassa prestanza del Comune di Bari, al momento dell’assunzione. Un documento che attesta l’iscrizione dei dipendenti comunali baresi quella Cassa Previdenza piombata da sei mesi nel baratro di commissari liquidatori e procedure concorsuali, mentre il Comune nega ogni responsabilità. Anche l’ultimo sindaco Decaro – che è anche presidente della Cassa – ma anche i suoi predecessori, nega ogni addebito, dicendo forte e chiaro che il Comune non ha nulla da spartire con l’organismo nato quasi un secolo fa. E allora, scusate, come mai in bella vista, in cima a questo documento di iscrizione, c’è bene in vista stampato ‘Città di Bari’, con tanto di stemma civico? Come potevano i dipendenti appena assunti, al settimo cielo per essere finalmente vigile urbano o impiegato all’anagrafe, credere che il Comune-datore di lavoro non c’entrasse nulla, con la Cassa cui avevano appena aderito? Insomma, se non è inganno, come minimo si approfittava della buona fede di chi, in fin dei conti, sperava solo di mettere da parte un gruzzoletto prelevato mensilmente dalla busta-paga, per riaverlo (…arrotondato, dopo gli anni di servizio) al momento della pensione. Certo, nessuno poteva immaginare che tutto finisse in malora – con milioni di euro spariti e indagini tuttora in corso in Procura – specie quando alla Cassa c’erano gettoni e compensi da spartire. Ma adesso i lavoratori, in servizio e in pensione, hanno intenzione capire se davvero l’Ente non c’entra, con la Cassa Previdenza Comunale. Chiedendo al Tribunale Amministrativo della Puglia di accertare in punta i diritto la natura dell’organismo previdenziale con una ‘class action’ cui hanno aderito già decine di dipendenti. Arrabbiati, come sanno tutti, perché da circa un paio di anni, ormai, quella Cassa non eroga più un euro, agli aventi diritto. Ma torniamo al documento pubblicato a fianco. “Città di Bari-Cassa Previdenza, Assistenza, Sovvenzioni dipendenti comunali”, si legge nell’intestazione. E poi, ancora: “Il sottoscritto…………in servizio presso il Comune di Bari con la qualifica…….dichiarando di essere a conoscenza delle norme statutarie, in particolare dell’art. 10 dello Statuto e che l’iscrizione è irrevocabile, CHIEDE di essere iscritto alla Cassa di Previdenza, Sovvenzioni e Assistenza dipendenti del Comune di Bari, e dichiara l’adesione incondizionata al suddetto Statuto. Autorizza pertanto la trattenuta della quota di iscrizione”. Beh, se il riconoscimento della buonuscita per i quasi mille e duecento dipendenti del Comune di Bari è già ‘sub judice’, come dicono gli avvocati, anche quest’adesione diventerà presto materia di disputa giudiziaria. Un’ex dipendente più arrabbiata degli altri suoi colleghi sta raccogliendo le ultime adesioni, prima di procedere come detto giudizialmente, dopo aver tentato con l’amministrazione di far valere i diritti di lavoratori che, in fondo, chiedono solo risposte ufficiali e legali. Risposte che adesso, con buona pece di tutti, potrebbero giungere ancora una volta sotto forma di sentenze timbrate e vidimate in modo più credibile –…si spera – d’un atto di adesione unilaterale in cui lo stemma comunale non vale niente…tamquam non esset

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 19 Giugno 2020

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