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Il centrodestra prova a sfiduciare Emiliano, ma con poche speranze di riuscita

Determinanti, a respingere la mozione contro il governatore, potrebbero essere i 3 voti del partito di Calenda e 4 del M5S, mentre Renzi ha già preannunciato il "Si" di Italia Viva alla sfiducia

Sarà discussa la mozione di sfiducia nei confronti del governatore pugliese, Michele Emiliano, presentata dal centrodestra due settimane fa, dopo le vicende giudiziarie presunti episodi di voto di scambio che hanno portato anche alle dimissioni dell’ex assessora ai Trasporti, Anita Maurodinoia (Pd), ed all’arresto del marito, Sandro Cataldo, e successivamente, per altre vicende, del già assessore regionale all’Urbanistica della giunta Emiliano e dallo scorso dicembre presidente dell’Arti, l’Agenzia pugliese per le tecnologie e l’innovazione, da cui si è dimesso qualche ora prima dell’arresto. La mozione di sfiducia allo stato attuale non sembra avere i numeri per essere accolta, poiché il presidente Emiliano sembrerebbe avere ancora i numeri necessari, nell’Aula barese di via Gentile, per continuare a governare. Infatti, il centrodestra può contare su un numero di voti tra i 18 ei 19 voti, mentre ne servirebbero 26 se tutti i consiglieri regionali dovessero essere presenti. Emiliano invece dovrebbe poter contare sul “no” alla sfiducia del Pd e di Con, di quattro su cinque consiglieri del M5s, dei consiglieri del gruppo “Per la Puglia” e di almeno due componenti del gruppo Misto e con ogni probabilità dei tre consiglieri regionali di Azione. Anche se questi ultimi prima vogliono ascoltare cosa dirà Emiliano sulla loro proposta di rotazione di dirigenti regionali e direttori Asl. Nel dibattito sulla sfiducia è atteso anche un intervento in Aula di Emiliano stesso. Però, se il gruppo dei tre consiglieri che fanno capo al partito di Carlo Calenda, ossia Fabiano Amati, Ruggero Mennea e Sergio Clemente, dovesse votare la sfiducia, ipotesi che al momento appare difficile a realizzarsi, gli equilibri in Aula potrebbero cambiare. Azione, in sostanza, potrebbe diventare l’ago della bilancia, in base anche al numero di presenti. Di certo, invece, voterà con l’opposizione il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, che può contare però solo sul voto del consigliere tarantino Massimiliano Stellato, come è noto, unico rappresentante del partito dell’ex premier nell’Aula regionale pugliese. Il leader di Iv ha preannunciato il voto di sfiducia del suo partito ad Emiliano nella sua e-news giornaliera pubblicata sui social, dove ha scritto: “Come sapete ritengo Michele Emiliano uno dei peggiori governatori di questo Paese. E non per le indagini che riguardano i suoi più stretti collaboratori: io non sono giustizialista come lo è stato contro di me quello stesso Emiliano che ha fatto il presidente di Regione coi metodi di un pm ideologico. Noi siamo garantisti e lo restiamo”. Difatti l’ex premier, continuando, ha spiegato che il suo partito critica Emiliano “sulla TAP, la Xylella, la Buona Scuola, l’Ilva, le trivelle, l’abbraccio soffocante con i Cinque Stelle”. Insomma, Iv lo critica – ha evidenziato Renzi – “per la politica”. Per poi concludere: “Domani si vota la mozione di sfiducia a Emiliano: noi di Italia Viva voteremo coerentemente a favore per sfiduciare il governatore pugliese”, mentre “il Pd lo sosterrà”. “Vediamo – ha apostrofato il leader di Iv – se gli altri, a cominciare dai ‘5 Stelle’ e Azione, avranno il coraggio di votare insieme a noi contro il Governatore. O ancora una volta faranno la stampella a Emiliano” ed in fine chiedere: “Voi che dite? Emiliano si salva anche stavolta?” Una critica al M5S pugliese che, pur essendo uscito dalla maggioranza del governo regionale, continua però a sostenere Emiliano non votando la mozione sfiducia presentata dall’opposizione di centrodestra, è giunta dal candidato sindaco del centrodestra a Bari, Fabio Romito che – come è noto – è consigliere nelle Aula di via Gentile. Infatti, Romito accusa i pentastellati di “incoerenza” perché invocano “discontinuità” all’interno del campo progressista e per questo a Bari sostengono Michele Laforgia a sindaco, mentre alla Regione confermano il sostegno ad Emiliano che nel capoluogo rappresenta la continuità sostenendo a sindaco Vito Leccese, capo di Gabinetto del sindaco uscente, Antonio Decaro (Pd). Difatti, in una nota, il candidato sindaco del centrodestra di Bari ha scritto: “La fotografia della piazza semivuota dei Cinque Stelle – un centinaio quelli presenti per il comizio di Conte (e Laforgia) sabato sera a Bari – mostra più delle parole, che i cittadini baresi sono attenti e non si fanno prendere in giro”. “I Cinque Stelle – ha rilevato Romito – dovrebbero avere un po’ più di coerenza”, perché “da una parte cercano di convincere i baresi che loro, appoggiando Laforgia, rappresentano la discontinuità, mentre dall’altra sostengono Michele Emiliano, annunciando che non voteranno la mozione di sfiducia”. “I cittadini baresi – ha proseguito l’aspirante Primo cittadino del centrodestra – meritano più rispetto. E noi, a loro, vogliamo ricordare che l’unica forza coerente, che rappresenta la discontinuità con l’amministrazione di centrosinistra, è il centrodestra. Perché chi a Bari vota per i Cinque Stelle, o per il Pd sta votando per Michele Emiliano”. E noi – ha concluso Romito – abbiamo il compito di dirlo ai baresi con grande chiarezza, perché chi prova a mistificare la realtà non fa un servizio, non alla campagna elettorale, ma alla nostra Città”. Quindi, il voto di oggi nell’Aula di via Gentile, sulla sfiducia al governatore Emiliano, di riflesso sarà motivo di polemica politica anche nella campagna elettorale di Bari, dove il centrosinistra cittadino – come è ormai noto – al primo turno si presenta con due candidati a sindaco, da un lato Leccese (voluto dal Pd di Emiliano & Decaro) e dall’altro Laforgia (indicato dall’associazione “La Giusta causa”) e sostenuto da Si, Socialisti, + Europa ed M5S, mentre il centrodestra si presenta compatto su Romito per il dopo Decaro.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Maggio 2024

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