Cronaca

Cassa Prestanza: tutto rinviato, anche le udienze in tribunale

Cassa Prestanza ancora in ‘stand-by’ al Comune di Bari, dopo la brusca interruzione e il rinvio quasi forzato dell’assemblea risalente alla settimana scorsa. Quella, tanto per capirsi, che doveva decidere sulla liquidazione e, dunque, sul “funerale” da servire al tanto discusso e controverso organismo, praticamente ‘defunto’ da quando -precisamente un anno fa – sono stati sospesi i contributi-prelievi mensili dagli iscritti. Defunto, dunque, ma tuttora congelato e tenuto in vita artificialmente da chi, evidentemente, non sa come districarsi e giustificare l’ammanco plurimilionario (causa tra le tante altre cose l’inspiegabile irreperibilità di bilanci, conti e documenti ‘cartacei’ dell’organismo, ‘alloggiato’ in archivi e uffici del Servizio Personale del Comune di Bari) e per questo si aggrappa ai circa mille e cinquecento dipendenti comunali-iscritti. I quali, per uscire a loro volta dal circolo vizioso e riavere per intero (o almeno una parte cospicua) l’ammontare di quanto versato negli anni di servizio, non credono più alle promesse del sindaco di turno e nemmeno alla giustizia. Di certo, per come si sono messe le cose, dovranno aspettare chissà quanto. Anche i contenziosi azionati da dirigenti, funzionari e impiegati iscritti, infatti, per uscire dalla Cassa Prestanza Comunale ed essere rimborsati, sono in eterna attesa: o incagliati nei giudizi azionati dalle opposizioni  ai vari decreti ingiuntivi, iscritte a ruolo in tribunale dagli avvocati nominati dal Comune. Oppure con altri contenziosi, incardinati sempre dai dipendenti più arrabbiati, che però si perdono di udienza in udienza, di rinvio in rinvio. Per dirne una: la causa azionata (da ben quattro anni) da una novantina di iscritti che, al Giudice Civile, hanno chiesto di uscire dalla Cassa (non senza ottenere la restituzione di quote versate e interessi) proprio l’altro giorno hanno saputo che la loro causa, appunto, è stata rinviata a marzo 2020. L’ennesimo rinvio, quindi, un altro temporeggiamento duro da ingoiare dopo che il primo giudice era cambiato e il sostituto ha chiesto altro tempo per approfondire la questione. Il guaio è che proprio il tempo manca, per capire cosa ne sarà della Cassa Mutua Comunale, dopo che oramai già almeno una mezza dozzina tra assessori e presidenti, senza parlare dei vari professionisti-esperti, hanno alzato le mani dinanzi al disastro. E dichiarato ‘forfait’ senza colpevoli, nonostante una situazione contabile disastrosa, da bancarotta. Con un ammanco che potrebbe sfiorare i quindici-venti milioni di euro. E la rabbia dei dipendenti, inutile dirlo, monta di giorno in giorno anche perchè, nonostante una situazione che -…bisogna dire anche questo – avrebbe richiesto interventi più energici da parte della magistratura a tempo debito, l’unica risposta è il silenzio: tutto continua a tacere, avvolto nell’incertezza più assoluta. E in mezzo a silenzi assordanti, assemblee rimandate tra urla, preghiere e improperi degli stessi iscritti, la cosa più singolare è che questa stessa Cassa ‘in default’ continua a effettuare operazioni contabili. Quali? Ad esempio incassa le rate dei prestiti richiesti dai dipendenti iscritti – come da previsione statutaria – fino all’estinzione del debito contratto a suo tempo. Però scusate: e tutti i soldi -anche migliaia di euro – che quegli stessi dipendenti dovrebbero riavere dalla Cassa Prestanza? Perchè non applicare quella ‘compensazione’, in modo da estinguere ogni pendenza con buona pace dei dipendenti/debitori, ma anche creditori? Perchè non dare un segnale di buona volontà da parte dell’amministrazione, dopo troppe promesse e impegni a vuoto? Ma le strade troppo facili e dirette al Comune -chissà perchè- sono sempre quelle meno battute, anche se chi opera in Ragioneria non può certo prendere iniziative senza le necessarie coperture in bilancio e decisioni dall’alto, come si dice. Intanto resta una situazione sempre più ingessata nella Cassa Prestanza, con una frattura tra dipendenti e amministratori comunali che, invece di sanarsi per ogni giorno che passa in silenzio o in attesa di chissà che, diventa sempre più ampia. E scomposta…

Francesco De Martino


Pubblicato il 18 Settembre 2019

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