Primo Piano

Anche in Puglia lo scisma renziano crea preoccupazioni e imbarazzi

Ancora una volta l’antica vocazione scissionista e minoritaria della sinistra italiana – in più occasioni ricordata dall’ex-ministro socialista pugliese Rino Formica – ha avuto la meglio in quello che dai più è attualmente considerato, nello scenario politico nazionale degli inizi del terzo millennio, l’erede delle formazioni riformiste e progressiste del precedente secolo, ossia il Pd. Infatti, ciò che era stato ipotizzato subito dopo la nascita del nuovo governo “giallo-rosso”, vale a dire l’uscita dell’anima renziana dal Pd con la costituzione di gruppi parlamentari autonomi, ora è ufficiale. L’ex premier Matteo Renzi non ha perso tempo e, conclusa la partita dei posti nel governo Conte-bis, di partito si appresta a fondarne uno tutto suo, nel quale – se gli andrà bene – non dovrà più di certo attardarsi ad inseguire questo o quel “capo tribù” per la quadratura tra i vari cerchiobottisti in perenne ricerca di potere, oltre che di visibilità e di autonome linee politiche da imporre. In Puglia la notizia che Renzi sarebbe uscito dal Pd, portando con se una nutri pattuglia di deputati e senatori, era – come detto nell’aria già da alcuni giorni, ma nessuno forse immaginava che il divorzio all’interno dei Dem si sarebbe consumato in maniera così rapida. Invece, l’ex premier fiorentino anche in questo è stato più imprevedibile e scaltro di quanto alcuni suoi stessi ormai ex-colleghi di partito potessero prevedere. Infatti, il segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, nonostante la sua posizione anche di parlamentare e, quindi, di quotidiana vicinanza con la dirigenza romana del partito, è stat forse anch’egli preso di sorpresa dal recente annuncio renziano di divorzio dal Pd e si è limitato a comunicare una riunione nei prossimi giorni per fare il punto della situazione del partito nella nostra regione. “Tra venerdì e lunedì prossimi – ha spiegato Lacarra – convocherò la segreteria o un tavolo di coalizione, per capire quello che sta succedendo”. Il fatto che il neo ministro alle Politiche agricole e forestali, la pugliese Teresa Bellanova, potesse schierarsi con Renzi non è stata di certo una sorpresa per nessuno, in quanto la senatrice salentina eletta nel 2018 in un collegio proporzionale dell’Emilia Romagna è notoriamente molto vicina all’ex presidente del Consiglio. Ma malgrado ciò la sua adesione ufficiale al costituendo gruppo parlamentare renziano ha creato un clima di preoccupazione, imbarazzo e di incertezza su ciò che potrebbe accadere nel Pd pugliese nei prossimi giorni e mesi a seguito di tale uscita. Infatti, ha ammesso candidamente Lacarra: “Nessuno di noi, al momento, e’ un grado di dire in che modo evolverà la situazione”. Ed ha aggiunto: “ A me dispiace profondamente per il Pd, in una nuova fase che si sta avviando, con una sperimentazione politica di governo storica. Faccio un in bocca al lupo ai tanti amici che sono lì. Ma bisognerà aspettare per vedere che spostamenti avremo”. Nel Salento, dove Bellanova ha le proprie radici, essendo nativa di Ceglie Messapica (Br) e residente a Lecce, la situazione, almeno per il momento, non sembra essere sotto l’effetto di particolari turbolenze, a sentire gli esponenti locali del partito. Al Comune di Lecce non ci dovrebbero essere esodi verso la nuova formazione politica di Renzi. Stessa cosa alla Provincia guidata dal presidente Stefano Minerva (Pd), vicino al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Il progetto che incarnava Renzi io l’ho ritenuto vincente – ha ammesso anche Lacarra – ma oggi credo che la sua scelta sia complicata da digerire. La mia sensazione é che non ci possa essere un grande esodo”. Anche se, ha concluso il segretario pugliese dei Dem, “a livello di gruppi dirigenti – conclude il segretario non si può dire come andrà a finire”. Questione, quest’ultima, che invece non si pone per quello che in Puglia è sicuramente stato il più beneficiato dall’era renziana del Pd, vale a dire il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che al tempo di Renzi premier e segretario del Pd riuscì ad avere la strada spalancata per la presidenza dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni d’Italia) e di cui è tuttora alla guida. Il Primo cittadino barese, infatti, ha così commentato l’iniziativa dell’ex premier: “E’ una scelta che ha fatto, insieme ad altre persone. E’ una scelta che non dipende dal partito, da maggioranza o minoranza, vogliono fare una cosa nuova ed é giusto che la facciano”. E Decaro ha poi aggiunto: “Lo sento tutti i giorni e l’ho sentito ieri sera, sapevo che sarebbe uscito”, sottolineando: “non faccio più politica nazionale da quando sono presidente dell’Anci, non lo posso nemmeno fare perchè rappresento 8mila Comuni”. Però, ha assicurato il sindaco barese: “Sono iscritto al Pd e resto iscritto al Pd”, spiegando che venendo da una tradizione politica familiare, il padre, che è stato socialista, gli ha sempre detto che Pertini diceva “meglio avere torto nel partito che avere ragione fuori dal partito”. Ma subito dopo Decaro ha pure giustificato l’iniziativa renziana eccependo: “Quello però è quando uno fa maggioranza o minoranza, quando invece vuole fare una cosa nuova, credo che sia legittimo che la faccia”. Ed a chi gli ha chiesto se parteciperà alla Leopolda, Decaro ha risposto: “la Leopolda è aperta a tutti”. Insomma, Decaro resta nel Pd, ma non è esclude di recarsi a Firenze alla Leoplda renziana. Come dire: “non si può mai sapere in politica come si mettono le cose!” Non affatto preoccupato sulle eventuali conseguenze pratiche per il partito Dem pugliese è Emiliano, che ha affermato: “la struttura del Pd pugliese non credo che verrà interessata da questa scissione, poi ci sono singole personalità che però non spostano la struttura del partito e del centrosinistra”. Il governatore pugliese si dice invece preoccupato per “il clima” politico che si verrà a creare dentro e fuori del Pd. “C’era un clima positivo – ha dichiarato Emiliano – di cose belle, di cose che stavano crescendo, di italiani che si stavano unendo e stavano superando le difficoltà, le differenze, avevano smesso di insultarsi. Era il momento più sbagliato per fare una scissione”. Ma il presidente della Regione Puglia non ha perso anche occasione per ironizzare sull’ex premier Renzi, nonché competitor vincente quando Emiliano tentò invano  la scalata alla segreteria nazionale del Pd. Infatti, ha pure commentato il governatore della Puglua: “Ogni volta che fa un gesto buono, e sicuramente è stata una buona cosa il contributo che Renzi ha dato alla costruzione di questo Governo (ndr – giallo-rosso), poi è più forte di lui e ne fa sempre uno al contrario”. E, continuando nei commenti alla decisione di Renzi di lasciare il Pd, Emiliano ha pure affermato: “Era tutto previsto. Io anni fa avevo più o meno previsto anche questo. Ognuno si prende le sue responsabilità”. E difatti Renzi se le è prese tutte. Tanto che di certo, con questa sua imprevista e rapida decisione di formare gruppi parlamentari autonomi, nel Pd ma anche nel governo Conte-bis e finanche alla Camere ed al Senato, nulla sarà più come prima. E di conseguenza, verosimilmente, anche in Puglia per il Pd e la coalizione di cui è ‘magna pars’ d’ora in poi sarà tutta un’altra storia.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Settembre 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio