Cronaca

Cinque municipi: scelta fallimentare del Comune

La soluzione proposta dall’amministrazione Emiliano di suddividere il territorio cittadino in cinque municipi, per risolvere la questione tutt’ora aperta di riduzione dei costi sostenuti dal Comune di Bari nel decentramento amministrativo, alla fine potrebbe rivelarsi per i cittadini una scelta fallimentare più delle odierne circoscrizioni. Infatti, nonostante a Palazzo di Città si discute dall’inizio del secondo mandato di Emiliano, nel 2009, su come riformare il decentramento comunale, la maggioranza di centrosinistra, che amministra Bari dal 2004, pare non abbia ancora le idee chiare sulla suddivisione in “Municipi” del territorio comunale. E, quindi, su come accorpare i vari quartieri che dal 1981 compongono le nove circoscrizioni comunali. Come è noto, su questo tema la maggioranza si è spaccata in Aula durante la seduta consigliare dello scorso 18 Aprile, quando 10 esponenti del centrosinistra presentarono l’emendamento che prevedeva una riduzione a tre municipalità per gli organi di decentramento, anziché delle cinque previste nella delibera d’indirizzo portata in discussione dall’assessore al ramo, Mara Giampaolo, e condivisa dal sindaco. Una frattura che, come si ricorderà, costrinse il sindaco Emiliano a minacciare di dimettersi, durante un’apposita riunione con i consiglieri di maggioranza, qualora l’idea di istituire 5 Municipi non venisse accolta dalla sua stessa maggioranza. Proposta, quest’ultima, voluta dal sindaco Emiliano per evitare di accorpare i quartieri periferici di Palese e Santo Spirito, da una parte, e Carbonara-Ceglie-Loseto, dall’altra, con altri rioni cittadini, così come aveva promesso di fare nel febbraio del 2010 in Regione, quando chiese di non dare l’autonomia amministrativa alle popolazioni di entrambi quei territori, che col referendum del 2009 avevano acconsentito al distacco da Bari e, quindi, ad un’istituzione comunale autonoma. Promessa che per essere rispettata richiede evidentemente che l’Amministrazione barese effettui la nuova pianta di decentramento con una suddivisione territoriale non inferiore a 5 municipalità, di cui tre costituite con l’accorpamento delle altre circoscrizioni baresi e due, per l’appunto, con quelle di Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto, in modo da continuare a mantenere distinte le odierne Prima e Quarta circoscrizione amministrativa. Però, se sotto l’aspetto politico la minaccia di dimissioni del sindaco è riuscita apparentemente a risolvere  il problema all’interno della la maggioranza, facendo rientrare il dissenso sull’istituzione dei 5 Municipi, per altri aspetti invece la prospettata suddivisione in 5 municipalità, secondo qualche addetto ai lavori, si presenta alquanto confusa, oltre che scarsamente funzionale ad un effettivo decentramento amministrativo. “E questo – rileva ironicamente lo stesso addetto ai lavori – non è da escludere che in concreto sia il vero obiettivo che si vuol raggiungere al Comune”. Vale a dire un decentramento amministrativo sostanzialmente privo di efficacia ed incisività sulle scelte del Comune, che continuerebbe a gestire quasi tutto a livello centrale ed i tanto decantati “Municipi” sarebbero soltanto un contentino, per continuare a far gioco ai partiti, che così potrebbero ancora mantenere politicamente in vita i rispettivi “galoppini” di turno che ruotano nei vari quartieri cittadini. Una prospettiva, questa, che probabilmente potrebbe far comodo non soltanto alla maggioranza, ma anche alle forze politiche di opposizione, che dopo avrebbero anche la possibilità di poter dire di aver avversato un nuovo decentramento disastroso e non funzionante. Infatti, per questo molti baresi si chiedono come mai l’opposizione al Comune non rileva l’inutilità, per una città come Bari di poco superiore a 320 mila abitanti, della suddivisione del territorio in Municipi, tre o cinque che siano. E a tal proposito rilevano che a Roma i municipi di decentramento amministrativo annoverano non meno di 300mila residenti. Come dire che a Bari sarebbe meglio tornare alla vecchia figura del delegato sindaco di quartiere, perché il Comune barese nell’insieme equivale ad uno dei tanti municipi romani. Quindi, dicono molti baresi, meglio il delegato sindaco. Almeno quell’istituto comunque funzionava. E costava poco alle casse del Comune.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Maggio 2013

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio