Cronaca

Dalla piattaforma alla strada: la politica secondo L.U.C.A.

“”Nell’epoca del virtuale, la democrazia ha bisogno che le persone escano dal disimpegno, che tornino nelle piazze e tra la gente per animare il dibattito ed il confronto sui temi della politica””, il titolo di apertura sul manifesto che invita a partecipare agli incontri al Redentore di Bari, organizzati dalla L.U.C.A., ovvero la Libera Università per formare, appunto, Cittadinanza Attiva. Tra gli animatori Leonardo Scorza, a lungo presidente dell’ex Sesta Circoscrizione, una vita a far politica da sinistra, prima coi Ds poi col Pd. Allora, quale sinistra?

<<Beh, le evoluzioni elettorali degli ultimi anni nel nostro Paese mi hanno portato, infine, a riflettere da ‘Over 65’, sul senso dell’impegno di cittadino attivo, nato ai tempi dell’università e riemerso negli anni Novanta con l’avvento del ‘berlusconismo’, se avesse ancora senso continuare. Ho tentato di farmi domande, ma ho saputo darmi poche risposte. Non ho mai parlato alla pancia delle persone, e credo di essere stato sempre onesto e corretto con i miei interlocutori. Penso che il combinato disposto della crisi dei valori etico e morali cui è seguita una profonda crisi economica e l’avvento dei social abbia contribuito a farci raggiungere i livelli attuali, a mio parere insopportabili>>.

Davvero non è rimasto nulla di un’epoca in cui la politica era piazza, sezione e strada, magari scontrandosi in maniera dura?

 

<<Certo, di battaglie dal 1995 ne abbiamo fatte, e spesso coronate da successo, ma rinunciando a una presunzione umana di essere lo stesso di quegli anni, mi son detto che valeva la pena tentare di passare il testimone ai giovani, dando così una continuità coi compagni di viaggio, da me conosciuti in questi anni. Mi sono domandato cosa avrei potuto fare nel mio piccolo e se fosse il caso di non restare passivo. Ho dato quindi la mia adesione al progetto L.U.C.A, condividendo con gli altri il desiderio di dare continuità, condividendo le nostre esperienze. Il nome dato a questo progetto suona altisonante rispetto alla voglia di volare basso, con umiltà, credo sia giusto non farsi illusioni, è compiere piccoli passi per volta, avendo chiaro che: la speranza che il cammino di chi la cittadinanza attiva la vive quotidianamente per passione da anni  possa creare effetti di contagio. E così da ottobre scorso ci siamo messi in cammino. E nel farlo ci è venuto in mente un episodio accaduto a “Cape Canaveral”. Nella fase pioneristica della ricerca spaziale, John Kennedy andò in visita alla Nasa di Cape Canaveral. Lì incontrò scienziati e ricercatori, uomini con l’ambizione di conquistare lo spazio e camminare sulla Luna. Incontrò gli amministratori e contabili e molti altri che contribuivano a vari fasi essenziali del progetto, uomini e donne dotati di un giusto sentimento di orgoglio per il loro valore e la loro missione. Sulla via del ritorno alla limousine, Kennedy s’imbatte’ in un uomo dai capelli grigi, chino su un secchio e con una scopa in mano. Sembrava una domanda retorica, ma il Presidente gli chiese: ”E lei cosa fa, qui, a Cape Canaveral?” Raddrizzandosi, l’addetto alle pulizie, guardò il Presidente negli occhi e rispose: “Signore, faccio quello che fanno gli altri qui, lavoro perché un uomo possa arrivare sulla Luna”>>.

Bello, ma con la retorica non si va da nessuna parte: politica vera è altro, no?

<<In realtà noi, in questo progetto L.U.C.A. un po’ come quell’ uomo dai capelli grigi, contiamo poco eppure crediamo che nelle mire di un ‘Italia più concreta sul piano politico nel soddisfare i bisogni dei cittadini, si possa contribuire a far prendere consapevolezza che il ruolo del cittadino attivo non si esaurisce con la delega, anzi, incomincia di lì>>.

Francesco De Martino


Pubblicato il 6 Febbraio 2020

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