Cronaca

Decaro: “Proporremo una variante al progetto”

Sono 1412 i cittadini che si oppongono alla realizzazione della palazzina in Corso De Tullio, che ospiterà circa 200 dipendenti degli uffici del Provveditorato delle Opere Pubbliche di Puglia e Basilicata. Per la sospensione dei lavori si sono mobilitate ben 26 associazioni cittadine che hanno consegnato la petizione al primo cittadino che, accompagnato in sala consiliare, dall’assessore all’Ambiente Pietro Petruzzelli, dall’assessore all’Urbanistica Carla Tedesco e dall’assessore ai Lavori Pubblici Pino Galasso, ha cercato di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini. “Mi ero ripromesso di non parlare di tavoli di concertazione, perché alla fine si rivelano solo un modo per perdere ulteriore tempo – ha dichiarato il sindaco Antonio Decaro – Piuttosto preferisco parlare di una riunione di servizio, durante la quale tutte le parti interessate dovranno partecipare per confrontarsi su una questione delicata, che riguarda un importante problema paesaggistico. L’opera va contro quella che è la nostra idea di recupero del mare, riutilizzo delle strutture già esistenti e lotta al consumo di suolo. In virtù di questo, quando ancora non ero stato eletto sindaco di Bari, ho presentato al Ministero un’interrogazione a cui non ho avuto risposta e che poi è decaduta, nel momento in cui ho presentato le mie dimissioni da parlamentare”. Punto fondamentale della questione è rappresentato dai soldi che il Ministero ha già investito per gli scavi, per non parlare poi del mancato utile che, sempre il Ministero, dovrebbe versare all’impresa per la sospensione dei lavori. Dinanzi a questa prospettiva, l’ipotesi avanzata dal primo cittadino prevede la creazione di una variante al progetto, “in modo da evitare il completamento totale dell’opera così come è stata pensata”. Fino ad ora, sono stati abbattuti gli alberi ad alto fusto e si sta realizzando il primo piano della struttura. Si tratta di un nuovo edificio alto 12 metri, all’interno del demanio marittimo, che sorgerà nell’area portuale recintata. Al centro delle preoccupazioni dei residenti c’è l’impatto ambientale della nuova palazzina e la sua altezza che ostacolerebbe completamente la vista del mare. L’inestimabile valore architettonico del castello Svevo sarà definitivamente compromesso. L’alternativa proposta dal circolo Acli-Dalfino è quella di realizzare un parco attorno al Castello, ricavando anche un parcheggio a tre metri dal livello del mare. L’opera prevede lo spostamento del lungomare all’interno dell’area portuale, mentre l’attuale parcheggio di Largo Santa Chiara verrebbe trasformato in un’oasi a verde, circondando così lo storico edificio medioevale. Sarebbe possibile realizzare un grande parco di circa sei ettari, che dal lungomare si estenda lungo il margine di Bari, fino ad arrivare a Piazza Massari. “Ci chiediamo come sia possibile che la Soprintendenza abbia bloccato i lavori per la realizzazione di una pista ciclabile, a causa del colore scelto nel progetto e abbia invece dato l’autorizzazione per la realizzazione di questa palazzina – ha dichiarato l’architetto Arturo Cucciolla – Inoltre, si tratta di un progetto incredibilmente costoso, poiché sono state realizzate delle trivellazioni di ben 10 metri, che hanno intaccato le falde marine. Perché non utilizzare aree demaniali in disuso, come il molo Pizzoli o il tribunale militare, piuttosto che realizzarle vicino il borgo antico”. La situazione appare piuttosto complicata, se si considera che la conferenza di servizi, durante la quale si è dato il via libera per la realizzazione della struttura, è avvenuta nel 2010, quando il modello di sviluppo urbano era molto differente da quello attuale, come confermato dall’assessore Tedesco: “Questa partita non potrà essere giocata sul piano della irregolarità dei lavori, poiché le autorizzazioni sono state date a tempo debito, potremo al contrario giocarla sul piano della negoziabilità, cercando un confronto con l’impresa”.

 

Nicole Cascione


Pubblicato il 10 Luglio 2014

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