Cultura e Spettacoli

Di ogni vita la fine coincide con l’inizio

A un cronista che Gli chiedeva cosa debba, prioritariamente, Fare l’Artista, Maurizio Catelan Rispose: “Pensare”. E’ovvio, è scontato, è banale precisare che “Pensare” è Esercitare la Facoltà, l’Attività, tipica dell’ uomo, del Pensiero. Allora, cos’è il Pensiero ? “E’ l’attività psichica mediante la quale l’uomo elabora dei contenuti mentali, acquisendo coscienza di sé e della realtà esterna che i sensi gli propongono, e formulando schemi concettuali che gli valgono come modelli interpretativi della realtà”. Ancora, a un altro cronista che Gli chiedeva da chi, da cosa Traesse Egli Ispirazione per le sue Opere, Catelan Rispose: ”Dalla Vita”. Definito da Jonathan P. Binstock, Curatore d’Arte Contemporanea, come ”uno dei più grandi artisti post – duschampiani e un furbacchione, anche”, Catelan Elargisce Risposte di una Semplicità Disarmante. “Tamen” nell’Artista la Semplicità non è il punto di partenza, sebbene il Punto di Arrivo della sua annosa Fatica, del suo Coraggio, della sua Passione di Liberare la Vita dalle menzognere incrostazioni sovrastrutturali delle ideologie del potere o dei poteri, dei loro sortilegi capaci di trasformare gli uomini, persuadendoli a vivere ingabbiati in identità particolari, quali la casta, la classe, il sesso, la nazionalità, il colore della pelle, la religione, che non possono essere onnicomprensive di essi; che, purtroppo, li rendono, psicologicamente, sottoculturalmente differenti, diversi gli uni dagli altri, mentre tutti, essenzialmente, appartengono alla specie umana. Il potere converte gli uomini in numeri che affollano eserciti, nazioni, piazze, “location” di stordimento, di evasione; che ingrossano il consenso a politiche imperialistiche di aggressione di popoli inermi; che assecondano le brame, in una oligarchia di beceri individui, di accumulare denaro per la sua conservazione, poi, per la sua perpetuazione in groppa a codesti. L’Arte, invece, Sogna, Prefigura un Mondo Nuovo Possibile, Rivelando nella Vita le epifanie del Bene e del male; Irridendo, talvolta, personaggi, istituzioni, a torto, incardinati nella universale simpatia, o, quali re nudi, Rappresentati nella loro miserabile, umana impotenza; Raccomandando, infine, alla generalità degli ignari l’Uso Consapevole dei Simboli e degli Strumenti per l’Esercizio della Sovranità Popolare, ché non si  tramutino  in prove di popolare sudditanza, di schiavitù. Se la Storia, quindi, s’è macchiata di sangue, la Luce del Pensiero non ha Illuminato nei millenni e millenni miliardi e miliardi di uomini e la sconfitta è stata, ognora, amica dell’Arte che, pur, Rappresentazione della Verità dei dati sperimentali, dalla Vita Offerti alla Verginale Interpretazione Razionale dell’Artista, non è riuscita a Smuovere, a Commuovere gli uomini privi del Senso Potente dell’Armonia Collettiva e del Dovere Ineludibile di CostruirLa. Quanta Sublime Attualità in un Brano, che, volentieri, Citiamo, del “Discorso sopra lo stato presente dei costumi italiani” di Giacono Leopardi. Il Poeta dell’ ”Infinito” Si Rivolgeva all’italia e agli italiettini, ma la sua Accorata Apostrofe avrebbe potuto, avrebbe dovuto, potrebbe, dovrebbe riguardare tutti gli uomini. ”Per risvegliarci come nazione (come comunità mondiale, Parafrasiamo NOI) dobbiamo vergognarci del nostro stato presente (guerre se non mondiali che, comunque, hanno risvolti politici, economici planetari; la divaricazione tra i pochi ricchi e le masse sterminate di poveri è, ormai, diventata immedicabile; l’uomo con il suo invasivo rapporto sulla o con la Natura, irresponsabilmente, sta rischiando, persino, la sua sopravvivenza, Aggiungiamo NOI). Ammemorare le nostre glorie passate è stimolo alla virtù (Si sente in queste Parole l’Eco Foscoliano dai o dei “Sepolcri”: ”A egregie cose il forte animo accendono / l’urne de’ forti…”. Ma Quanti nella Storia dell’Uomo sono stati i  Forti, i Giusti, i Nobili d’Animo, Coloro che hanno Pensato e, conseguentemente, al Pensare hanno Agito ? E Quanti Uomini nel Vivere Si sono Immaginati, come i Primi, Accesi di Virtù dalla Virtù dei Primi che, grama nei molti, non di rado,”querentes eam, sederunt lassi”, per Parafrasare l’Inno ”Dies irae”? Cioè, CercandoLa, Sedettero Affaticati o Perdettero la Vita! Socrate, Giordano Bruno, Tommaso Moro, Vittime, anche, della calunnia, secondo Luciano di Samosata: ”…un’accusa rivolta a un assente, all’insaputa dell’accusato, e accreditata da una sola parte, senza contraddittorio”. I Grandi dell’umanità sono stati Forti, “sed” per Essere, come Loro, bisogna EsercitarSi, AllenarSi a Sopportare con Forza d’Animo la fatale accidia cattiva degli stolti cortigiani dello “status quo”, Lamentiamo NOI), ma mentire e fingere le presenti, è conforto all’ignavia e argomento di rimanersi contenti in questa vivissima condizione”. Ritorniamo a Maurizio Catelan per il quale l’Arte, ché Frutto del “Pensare” dell’Artista e del suo Sguardo alla Vita, manzonianamente, “vergine di servo encomio e di codardo oltraggio”, non S’Accorda, giammai, con l’universale lode nei confronti di chi sta, provvisoriamente, sullo scranno alto del potere e continua “post mortem”, meritando, pur, l’inferno costruito da Dante, ad essere, immeritatamente, santificato, o con gli sputi, i calci, altrettanto omologati, alla salma, perfino, di chi ha oltrepassato il Foscoliano “limitar di dite” nella infamante ignominia, dopo essere stato sottratto al suo trono dal tradimento cinico dei leccapiedi di un tempo. Della prima ciurma non possiamo non ricordare giovanni paolo II, di cui il bergoglio, suo successore, ha annunziato la non lontana beatificazione; della seconda schiera CI fa Lacrimare l’offesa alla Vita che per tutti Finisce, dove Inizia. Infatti, Proiettati, appena, nell’Essere ci Sorprendiamo, quasi, nel dover fare i conti con il passaggio dal Non Essere all’Essere e, essendo, ancora, solo Corpo, Carne,  Veniamo, dolorosamente, Impressionati, anche, da una carezza, dallo sfiorarci di una piuma. Appena dopo la Nascita e appena prima della Morte “La Livella”  Impone per Tutti (buoni e cattivi, re e sudditi, ricchi e poveri) il Rispetto, Tutti Annoverando nella grande casa comune, nella quale nei millenni e millenni pochissimi senza peccato hanno potuto e possono scagliare la prima pietra. Nerone, Caligola, il Valentino, Napoleone, Mussolini, Hitler, Gheddafi ? A braccio Li abbiamo Nominati e, specialmente, di Gheddafi, del quale le riprese televisive hanno filmato gli ultimi suoi istanti tra gli “animalia sine Cogitatione”, abbiamo Carpito l’Innocenza di Chi Ritorna all’Inizio ”quando – come Dice il Tasso nella “Gerusalemme Liberata” – gli anni giovenetti sui /  non gli vestian di piume ancor la guancia”. Del Dolore, delle Lacrime dei responsabili, pur, di orrendi crimini, per i quali, come per tutti gli uomini, la Fine Coincide con l’Inizio non si fa scempio! E hanno Diritto ad una Sepoltura, come Ne aveva Diritto Priebke. L’ “Antigone” di Sofocle “Docet”. Ecco, allora, Catelan nel 1901 Scolpire “Him” in cui Ritrae Hitler in ginocchio, devotamente, immerso in una preghiera o in atto di chiedere perdono con occhi di bambino commossi e pieni di lacrime. Ecco, ancora, Catelan nel 1999 Rappresentare in un Scultura, scaturigine di molte polemiche, giovanni paolo II atterrato da un meteorite. Come Dire: ciò che il terreno coro innalza al Cielo, il Cielo nelle gravine del disonore inabissa con gli interessi. Con questa Scultura Catelan Rende Plausibile la sua Poetica Fondata sul “Pensare” e sul “Guardare”, liberamente, senza alcun condizionamento culturale, politico, morale, religioso, la “Vita”. E Vediamo chi era il papa polacco; meritava la sua umana, politica, dottrinale, spirituale “minimalizzazione”, operata da Catelan ? Giovanni paolo II: in posizioni, assolutamente, di retroguardia dal punto di vista dottrinale. Contro la contraccezione, contro l’uso dei profilattici. Per risolvere il problema del contagio dal virus dell’aids, raccomandava l’astinenza e la fedeltà al coniuge, in quanto la sessualità  doveva essere praticata, esclusivamente, all’interno della famiglia eterosessuale per finalità procreative. Inaccettabilità da parte sua del rapporto affettivo omosessuale. Alla donna assegnava ruoli marginali all’interno della chiesa e ribadiva, definitivamente, l’ impossibilità per essa di ordinazione sacerdotale. Contro il comunismo sostenne dittature di destra e, pubblicamente, abbracciò augusto pinochet, a favore del quale presso le autorità inglesi, che lo avevano arrestato, brigò per la non estradizione in cile. Al Vescovo Salvadoregno, Oscar Romero, ucciso nella sua cattedrale da sicari dei detentori del potere dispotico, che egli nel suo paese combatteva, lo slavo raccomandava di intrattenere relazioni amichevoli con i criminali che tenevano “El Salvador” in una morsa di ingiustizia, di terrore e di non dare troppo credito agli oppositori del regime, ché violenti. Appoggiò la prelatura dell’ ”opus dei”, setta conservatrice, sostenitrice delle dittature latinoamericane e canonizzò il suo fondatore escrivà de balaguer. Calvi fu ucciso, ché non riusciva a ottenere la restituzione dallo ior dei denari del “banco ambrosiano” nel quale la mafia aveva depositato i suoi illeciti proventi. Tramite l’arcivescovo marcinkus, presidente dello ior, che lo teneva in pugno, lo slavo profuse fior di dollari della banca, testé citata, nel combattere il comunismo, finanziando movimenti di opposizione ad esso, come “solidarnosc”. Migliaia di lemuri, che non sanno in quanto non vedono, non sentono, non parlano, s’ammasseranno in piazza san. pietro il giorno della santificazione di giovanni paolo II; “ita” la Verità dell’Arte, della Poesia disattesa e l’Artista, il Poeta isolato da coloro, anche, che, se direzionassero le loro antenne arrugginite e desuete sui suoi Messaggi, sradicherebbero dai loro animi la rassegnazione nei riguardi di una politica incapace di indicare, come Dice Giovanni De Luna,”dei valori in grado di far sentire tutti ‘parte di una legge comune’, titolari di una cittadinanza attiva e non passiva”. Ma l’Artista non Si appiattisce sui disvalori del potere, nel caso, anche, che i detentori del potere Gli commissionino un’Opra. Non hanno niente da spartire con gli “artefici” del passato (quando non c’era la diffusione capillare dei media nel carpire il consenso al popolo bue intorno alla politica del “principe” di turno. Il berlusconismo negli ultimi venti anni non si è nutrito della inerme materia grigia degli italiettini grazie all’uso dirompente delle sue televisioni, al di fuori di qualsiasi etica misura ?) che confezionavano manufatti, spesso, di rilevante stazza, utili a fare da cassa di risonanza dei “dictat” del “rais”; per essi l’autocrate otteneva il risultato di meravigliare e, in aggiunta al terrore suscitato nelle masse dalla brutale iconografia, di frequente, in essi contenuta, di  farsi da esse ubbidire. Ad esempio, nella “colonna di traiano, posizionata nelle vicinanze di palazzo chigi (quale non inaspettata coincidenza!), sede dei governicchi italiettini, sono istoriate tutte le guerre vittoriose dell’imperatore, specialmente, quelle contro i daci, e, soprattutto, la sua ferma, capitale inclemenza nei confronti dei loro capi. E’, forse, esagerazione della Riflessione Congetturare che il destinatario o i destinatari di quella iconografia, inscritta nella sua colonna, fossero per traiano tutti coloro che, se si fossero azzardati ad accennare un “filino” di dissenso alla sua persona, alla sua politica, avrebbero subito da lui la medesima punizione dei capi daci ? Che Dire dell’ ”arco di tito”(situato accanto al luogo, il colosseo, dove l’uomo inferse, il popolo bue consenziente, le più infami torture all’altro uomo), lo sterminatore nel 70 d.c. di settantamila ebrei, il responsabile della distruzione di gerusalemme e della diaspora di essi in tutto il mondo ?. Orbene, mentre il popolo bue rimane estasiato di fronte a tanto servile racconto della umana ferocia, Catelan nel 2010 Produce L.O.V.E.,  acronimo di “Libertà, Odio, Vendetta, Eternità”. I nostri 25 Lettori S’Ingegnino, pure,  a Decrittare o a Dare Senso, Significato alle Parole dell’acronimo che, però, NOI Leggiamo come un Invito ad essere Liberi di Elevare, in Segno di odio, il dito medio verso tutto ciò che  tenta di ammorbare la mente nostra e quella del nostro prossimo ché l’Eternità Si Vendichi con l’oblio di coloro che con  parole, opere, omissioni le umane relazioni inquinò con la menzogna. Ad esempio, napolitano sponsorizza l’intervento armato italiettino in afghanistan alla gavezza degli “states”, facendolo passare come un’azione con intenti di pace, capace di far trasmigrare i Valori della Democrazia in un paese che nei secoli non ha, mai, visto SvilupparSi un Regime ove sia il Popolo a Decidere e a Scegliere il suo Futuro. In realtà, si sperperano denari nella aspettativa di ammortizzare, lautamente, quei denari, approfittando delle immense ricchezze contenute nel ventre di quel paese. “L’argent fait la guerre”! Mentre il popolo bue rimuove l’autentico significato di codesto aforisma, un Artista, come Catelan, Compone una Monumentale Scultura, Denominata, appunto, L.O.V.E., posta in piazza dagli affari in milano, di fronte al “palazzo mezzanotte”, sede della borsa di milano, edificio costruito nel 1932, con i tipici stilemi del ventennio fascista. L’Opera di Catelan Ostenta una mano lanciata al saluto fascista, ma con tutte le dita mozzate, come erose dal tempo, eccetto il dito medio eretto, gesto, pur, osceno, visibilmente, comunque, altrettanto, visibilmente, una pernacchia ad uno stile architettonico, trombone della visionaria arroganza imperialistica fascista, e all’ ”argent”, i cui adoratori, frequentatori della borsa, inneggiarono ad un regime che si sviluppò con neoplasie familistiche, rendendolo sempre più aggressivo, egoisticamente, e, pertanto, guerrafondaio. L’Arte non è il ”vaso degli dei”, cui attingere nella speranza di mantenere in buona salute la società degli uomini, ma per, onestamente, Asseverare la Certezza che gli uomini, giammai, hanno Costituito una Società di Liberi e di Eguali e per Ribadire che i Cultori di Essa sono Paragonabili ai Folli di Shakespeare, gli Unici Umani a cui le masse umane danno abilitazione a Dire la Verità, quasi un “insanire” carnevalesco, salvo, poi, ad umiliarLi, considerandoLi inutili, quando non passibili di morte. Non AscoltandoLi, esse si mascherano, per Parafrasare Simon Weil, dietro l’elogio della intelligenza di Essi per evitare di porsi la domanda: ”E’ vero ciò che dicono oppure no ? ”.

 

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it            

   


Pubblicato il 29 Ottobre 2013

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio