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Domenico Zito: “Questa sfida è un onore, Hamlili il più forte della categoria”

Nel giorno dei 111 anni del Bari, anche se la neonata Bari dopo il triste fallimento ha meno di un anno di vita, è comunque tempo di festeggiare in casa Bari, perché si è dato un calcio alle scellerate gestioni fallimentari degli ultimi 4 anni. Forse in quei 4 anni di buio ed inferno, solo con Paparesta si è puntato a valorizzare i giovani con dirigenti all’altezza, ma il problema principale che si è fatto tutto senza un business plan, ed a parte i risultati sportivi più che dignitosi dal punto di vista giovanile sono mancate le risorse e liquidità, motivo per cui l’ex arbitro barese ha fatto entrare Mino Giancaspro che ha pensato bene di distruggere una storia ultracentenaria, fatta di giocatori gloriosi, da Gianni Loseto, ai vari Joao Paolo, Protti, Pietro Maiellaro, Sandro Tovalieri, Franco Mancini, Klas Ingesson e non ultimo Masinga, compianto solo domenica scorsa e presidente prima uomini come il prof. Di Palo, Vincenzo Matarrese e tecnici poi diventati commissari tecnici, Antonio Conte e Gianpiero Ventura, quest’ultimo meno fortunato alla guida della Nazionale. Bari è tantissimo, è storia, è quella che è lanciato il ragazzino prodigio con i piedi, Antonio Cassano grazie ad Eugenio Fascetti, la stessa che ha patito le conseguenze del calcioscommesse perché qualche discreto giocatore ma senz’animo decise di vendersi il derby, una delle partite più sentite. La Bari non si cancella, la si ama come una bella donna e la si guarda con occhi vigili, come diceva il suo fondatore, Floriano Ludwig. Ottimo, il lavoro svolto in tal senso per salvare la Bari, del Primo Cittadino, Antonio Decaro che ha agito con trasparenza, attirandosi critiche degli scettici e di quelli che guardano sempre oltre e con malafede, ed invece, oggi alla guida c’è una famiglia seria che nel calcio ha fatto benissimo e sono secondi, non da quest’anno ma diversi anni soltanto alla Juventus di Agnelli & soci. Pertanto, auguri a La Bari calcistica ed i suoi tifosi, ed alla società attuale che è al timone con una progettualità ed intenti che la porteranno lontano. Intanto, dopo la vittoria in rimonta per i ragazzi di Cornacchini è tempo daccapo di esami, e domenica c’è la Cittanovese di mister Domenico Zito che abbiamo intervistato in esclusiva, grazie alla disponibilità dell’ufficio stampa siculo. Il tecnico della Cittanovese ha lanciato giovani promesse come Antonio Barillà, oggi oggetto dei grandi club di serie A e dello stesso Napoli di Aurelio De Laurentiis.

Mister, una parola per i 111 anni del Bari ed un campione domenica scomparso, Phil Masinga?

Un traguardo importante, un onore per chi ci ha indossato tale maglia o è passato da tecnico o dirigente e ne ha fatto parte. Bari ha una storia da top squadra. Io ho avuto la fortuna di giocarci contro nel settore giovanile quando giocavo nella Reggina. Lì a Reggio sono stato 12 anni alla Reggina ed ho affrontato i Galletti per almeno venti volte contro; tutte sfide all’insegna dell’agonismo e del grande rispetto reciproco ed amicizia in virtù anche del gemellaggio tra tifoserie. Su Phil Masinga? Mi associo al dolore dei tifosi baresi per questa perdita. So che era un ragazzo dai grandi occhioni e bontà, un ragazzo solare, un grande centravanti che ha fatto grandi cose anche con la maglia della sua Nazionale sudafricana.

Capitolo Cittanovese, in casa avete una media da 1,60 punti a partita, avete segnato tanto, ben 28 reti, e siete passati dal 4-3-3 iniziale al 3-4-3, che squadra ha tra le mani?

Non amo fare le barricate è il mio concetto di calcio. Preferisco fare sempre un gol di più rispetto all’avversaria. Provengo dal settore giovanile della Reggina dove ho avuto modo di apprendere tantissimo dai tecnici che ho avuto nel tempo. Prediligo un calcio offensivo, ed ho scelto quest’estate giocatori adatti a queste situazioni. Odio palla avanti e fai tu, non vedrete mai le mie squadre giocare così. In questa categoria non sempre riesce, ma noi portiamo avanti questi concetti. Non sono un fanatico di un sistema di gioco e non vogliamo dar punti di riferimento all’avversaria, anzi spesso a partita in corso cambiamo sistema di gioco senza snaturarci. Al primo posto chiedo il fraseggio e di saper colpire l’avversaria, e faremo così con i dovuti distinguo al Bari.

Domenica scorsa a proposito di bel gioco e no, l Bari ha faticato a giocare un calcio propositivo senza Hamlili, seppure ha vinto in rimonta e contro di voi ci sarà sicuramente. Come affronterete il Bari, primo con medie impressionanti?

La presenza di Hamlili, renderà tutto più difficile perché è il più forte in questa categoria, sa fare le due fasi in maniera perfetta e detta i tempi come pochi, un giocatore di enormi potenzialità. Ma come detto, noi non ci snatureremo e faremo la nostra partita senza timore reverenziale. Naturalmente creeremo le situazioni per non fargli fare le giocate facili ai loro attaccanti e bloccare le vie del gioco ed attaccare sfruttando la nostra rapidità. Il Bari quando attacca, dalle fasce specie diventa devastante, ed anche co0ncedergli due tre occasioni diventerebbe fatale. Bolzoni, Brienza su tutti, sono giocatori che hanno masticato il calcio di serie A. Nonostante tutto ciò siamo consapevoli e daremo il massimo.

Appunto, che significa avere il Bari nel vostro girone, un peso o un onore?

Per noi assolutamente una fortuna giocarci due volte contro un blasone storico. E poi dal punto di vista tecnico potermi confrontarsi con un collega capace come Cornacchini e contro una squadra di qualità, devi per forza di cosa lavorare meglio e che torni utile per la mia carriera da allenatore. Anche in altri gironi ci sono squadre blasonate ma se una squadra punta alla promozione diretta non si deve preoccupare di chi affronta, ma deve vincere più delle altre ed arrivare davanti alla fine.

Marco Iusco


Pubblicato il 16 Gennaio 2019

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