Cronaca

Donne vittime di violenza: inaugurata all’ospedale San Paolo una “Stanza Rosa”

Presentato ieri a Bari dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e dall’Assessore alla Sanita’ Elena Gentile il progetto “Binario rosa”, un percorso di assistenza e tutela per le vittime di violenza di genere, gia’ attivo nel pronto soccorso del Policlinico di Bari e da ieri mattina anche nel pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. Il progetto include la cd. “Stanza Rosa”, inaugurata ieri con la consegna della targa al Primario del pronto soccorso dott. Antonio Martiradonna. Si tratta di un luogo dedicato all’accoglienza e all’ascolto protetto delle vittime di violenza. ”Non abbiamo messo il rosa dentro l’Ospedale San Paolo – ha spiegato il Presidente Vendola alla stampa – ma siamo dentro a un percorso di cambiamento radicale che chiedera’ a ciascuno di noi non di affacciarci alla finestra per dire “guardate passa il corteo del cambiamento”, piuttosto ognuno di noi è chiamato in causa ad essere oggetto e soggetto del cambiamento. Ognuno di noi è chiamato a mettere in discussione un’idea del potere nella relazione con l’altro sesso e nella relazione con ciascun essere umano”.

Non si tratta di un’operazione di maquillage, non è la ciliegina sulla torta o uno specchietto per le allodole, ha precisato il Governatore, “questo e’ un luogo che mette insieme le forze dell’ordine, la magistratura, i medici e gli infermieri “.

Ciascun pezzo della società deve cominciare a costruire un’organizzazione del lavoro che consenta di riuscire a vedere ciò che prima era invisibile: la violenza sulle donne.

 In effetti, al momento dell’inaugurazione, tenutasi all’interno dei locali della Direzione Sanitaria, oltre al direttore generale della Asl Domenico Colasanto e agli operatori sanitari, erano presenti anche rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’Associazione Nazionale Magistrati.

Il Governatore ha anche lanciato un appelo alla collettività: “Se tutti insieme guardiamo e offriamo accompagnamento alla vittima di un abuso, di una molestia o di uno stupro, noi costruiamo le condizioni per essere una società che reagisce, che non ha tentazioni all’assuefazione. Purtroppo però, noi siamo assuefatti alla violenza sulle donne, perché se abbiamo dovuto inventare un neologismo come “femminicidio”, per descrivere la crescita esponenziale di omicidi di donne, vuol dire che quella era la punta dell’iceberg rispetto a tutta l’incredibile stratificazione di atti di violenza sulle donne. Qui, oggi, in questo modo – ha sottolineato Vendola – si rompe l’assuefazione, cominciano le nuove pratiche e anche le professioni iniziano a fare i conti con un fatto piccolo, ma gigantesco: il mondo non è uno, il mondo è due. È fatto di uomini e di donne. Il vocabolario deve imparare a nominare uomini e donne e l’organizzazione sociale, inclusa l’organizzazione sanitaria, deve saper guardare e valorizzare la differenza”.

 

Anna Deninno

 

 


Pubblicato il 18 Aprile 2014

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