Cultura e Spettacoli

Ecosofia, la parola chiave

Avvocato e scrittore (ha pubblicato numerosi libri di narrativa, poesia e saggistica), Sandro Marano è anche, se non soprattutto, un ecologista. Un ecologista ‘inquieto’, come si definisce nella sua ultima pubblicazione: ‘La cruna dell’ago’ (Edizioni Solfanelli). Un titolo felice, come si conviene a un buon libro. Lo stato ormai comatoso della Natura è qui lo spunto per considerazioni allarmanti. Ad un pianeta moribondo, al suo infausto inquilino e al sistema globale Marano assegna possibilità di salvezza inferiori a quelle a disposizione di un cammello chiamato a passare per la cruna di un ago, come ricorda la celebre sentenza del Salvatore tramandata nel Vangelo di Marco. Per quanto messi male, tuttavia, non siamo ancora perduti, riconosce l’Autore chiamando a raccolta scampoli di speranza. Fosse questa una partita a scacchi, ci resterebbe ancora la possibilità di impattare costruendo una condizione di stallo. Ma quali le mosse giuste? Nasce da questo interrogativo una riflessione a 360° che chiama in causa scuole di pensiero autorevoli (Arne Naess, Wendell Berry, Kirkpatrick Sale, Drieu La Rochelle). Quasi il coordinatore di un’immaginaria tavola rotonda intorno al più impressionante deficit ecologico della Storia dopo il Diluvio e la scomparsa di Atlantide, Sandro Marano dà voce a scienziati, filosofi, religiosi ed economisti. Ogni contributo equivale alla tessera di un puzzle complicatissimo al quale l’Autore con passione ed umiltà si sforza di dare un volto. Insomma, che fare? Invocare l’avvento di un ‘Principe verde’ che con pugno di ferro riconduca alla ragione un’umanità stolida, magari asciugandola a soli cinquecento milioni di individui come ‘suggerisce’ il Georgia Guidestones, sarebbe eco-fascismo. Ma è pure vero che i richiami al buon senso cadono nel vuoto da più di cinquant’anni… L’Homo consumens, che si è rivelato un perdente, da bravo tossico del tappeto verde si ostina con rilanci ostinati, con l’unico risultato di indebitarsi oltre i limiti della propria tasca. Chi semina vento raccoglie tempesta, dicevano gli Antichi. Quali cattivi agricoltori siamo diventati dall’avvento della rivoluzione industriale. Agricoltori anche ciechi dinanzi ai guasti (vistosi) del consumismo, quest’ultima spiaggia del capitalismo, questo “delirio che acceca gli uomini” e che ha snaturato l’uomo voltandolo in unità di produzione di consumo. Chissà, forse la colpa non è tutta dell’uomo. Può essere che la Creazione sia imperfetta, ovvero che la Grande Matrix di cui saremmo ingranaggi per il diletto di Dei ludopatici non contempli virus e buchi nella programmazione. Resta il fatto che per uscire da queste sabbie mobili non servono Alieni salvatori, miracolose ricette economiche o invenzioni straordinarie. Basta un pensiero nuovo, conclude Marano. A tale proposito si parla di ‘ecosofia’. Solo l’uomo ‘risvegliato’ è in grado di salvare l’ambiente e, di riflesso, sé stesso. Una volta divenuto ‘diversamente ricco’ egli potrebbe accedere al Regno dei Cieli scansando la fatica della cruna dell’ago.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Agosto 2020

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