Cronaca

Emiliano fa “incavolare” il partito democratico piemontese

Il sindaco di Bari, Michele Emiliano (Pd), in quanto a lungimiranza politica non si può certo dire che non guarda lontano, soprattutto se lo sguardo riguarda le sue possibilità di carriera politica. Infatti, il Primo cittadino di Bari la settimana scorsa si è subito precipitato in Val di Susa a portare il proprio sostegno ai comitati “No tav” della Torino-Lione, appena ha saputo che alla manifestazione di protesta sarebbe intervenuta una nutrita rappresentanza di parlamentari del “Movimento 5 Stelle.” Però, la presenza di Emiliano, ed ancor più le dichiarazioni da lui rilasciate sulla questione, hanno irritato non poco alcuni esponenti piemontesi del Pd, che proprio non ci stanno a farsi dare lezioni di buon governo del territorio da uno come Emiliano, che è semplicemente il sindaco di una città meridionale e presidente pugliese del Pd e che, quindi, non aveva alcun titolo a presentarsi alla protesta in Piemonte, per una vicenda strettamente locale. Ed anche se Emiliano ha precisato successivamente, nella trasmissione di Rai 3 “1/2 ora” di Lucia Annunziata, che il suo interessamento a sostegno dei “No tav” piemontesi è avvenuto in quanto vice presidente nazionale dell’Anci, l’obbiezione dei suoi colleghi di partito di indebite ingerenza in questioni che non lo riguardano sarebbe ancora più fondata, visto che – come sostiene qualcuno – il ruolo nazionale di Emiliano nell’Associazione dei Comuni d’Italia è un incarico istituzionale che non può essere strumentalizzato per manifestazioni di parte e, quindi, a maggior ragione Emiliano non avrebbe dovuto intromettersi in questioni che esulano dalle sue competenze amministrative e politiche, oltre che dal proprio raggio d’azione. Infatti, sia il presidente della Provincia di Torino, Saitta (Pd), che un senatore piemontese del Pd, Stefano Esposito, hanno avito da ridire contro l’indebita intromissione del sindaco di Bari nella vicenda. La reprimenda ad Emiliano e ad una neo-parlamentare del Pd, Laura Puppato, (anche quest’ultima probabilmente, come il sindaco barese, in cerca di una visibilità nazionale nel partito),  è arrivata a ridosso della marcia anti Tav proprio dal senatore Esposito, che sul suo sito Internet ha scritto: “Puppato ed Emiliano hanno il diritto essere contrari alla Torino-Lione. Mi auguro che sappiano con certezza di che cosa stanno parlando. In ogni caso sono a loro completa disposizione per aiutarli ad approfondire e capire. Però mi sorge spontanea una domanda: come mai l’unica grande infrastruttura sulla quale esprimono la loro contrarietà è la linea ferroviaria Torino-Lione? Come mai il Mose o la Napoli-Bari, grandi infrastrutture assai più costose della Torino-Lione non li vedono altrettanto impegnati?” Un’altra dura presa diposizione contro Emiliano e Puppato era già avvenuta da parte del presidente provinciale Saitta, che sulla polemica suscitata dai due colleghi di partito aveva dichiarato: “Basta con i sindaci arrivati a darci lezioni da chissà dove.” E’ probabile che quanto prima intervenga nella polemica anche il sindaco di Torino, Piero Fassino (Pd), per rispondere al collega di Bari intromessosi a sostegno delle ragioni “No tav” per la Torino-Lione. Nel frattempo, però, il sindaco Emiliano ha già risposto al senatore Esposito, twittando direttamente all’interessato per dire:”In Puglia ho sempre vinto, nonostante la pena che i pugliesi provano per il Pd quando si incarna in uno come te. Mi hai rotto”. Ed Esposito non si è certo lasciato intimidire dalla provocazione del sindaco di Bari e dalle sue vanterie, tanto che nello scontro apertosi con questo ha rilevato a musoduro:  “E’ mai possibile che l’unica opera inutile sia una linea ferroviaria che vede favorevole la Francia e l’Ue? Mi sorge il dubbio che la demagogia sia più facile e comoda in trasferta, mentre in casa propria le opinioni cambiano.” Ma anche Saitta non è da meno nel cantarle a muso duro ad Emiliano e alla Puppato: «Non mi sono mai permesso di intervenire sulle questioni o le emergenze di Bari, né su quelle del Veneto.” E, poi, aggiunge: ”Dai rappresentanti delle istituzioni, soprattutto se sono del mio stesso partito, mi aspetto che prima di parlare si informino e abbiano rispetto delle competenze e del lavoro che da almeno un decennio in Piemonte portiamo avanti per migliorare il progetto della Torino- Lione”. La reazione degli esponenti piemontesi del Pd è facilmente spiegabile – sostiene qualcuno – visto che Emiliano per la sua città l’alta velocità la vuole eccome. Anzi, ricordano i piddini piemontesi, Emiliano ed il governatore della Puglia, nonché leader di Sel, Nichi Vendola, sostengono da anni  il «Comitato Si Tav»  per la Napoli-Bari. E ricordano pure che nel materiale di propaganda di tale comitato è stato evidenziato che il vantaggio della Tav sulla Bari-Napoli è quello di ridurre i tempi di percorrenza tra le due città, da quattro ore a 110 minuti. Il tutto con la modica spesa di 5 miliardi di euro (contro i 2,8 della Torino-Lione). Allora, eccepiscono i torinesi, per quale motivo Emiliano dovrebbe garantire ai baresi di spostarsi in fretta fino a Napoli, mentre Fassino non dovrebbe garantire la stessa opportunità ai torinesi? Ed ancora: “Qual è il modello di sviluppo che garantisce a Bari di andare in fretta e a Torino di rimanere ferma?” Emiliano ancora una volta, però, ha affidato a un laconico tweet la sua considerazione: “Cari amministratori torinesi, temo vi siate chiusi in un fortino perdendo di vista che l’unica energia che convince è la Politica e non la Polizia». Però, anche la segretaria del Pd torinese, Paola Bragantini, ha accusato Emiliano e la Puppato di “Atteggiamento offensivo nei confronti degli amministratori piemontesi” e risponde ai due “No Tav” del partito di Bersani di “Aver cambiato idea per motivi di calcolo”. Infine, sulla questione è intervenuta anche Mercedes Bresso, che senza mezzi termini ha rilevato: “Dire, come fanno Emiliano e Puppato, che non c’è stato dialogo con le popolazioni significa non conoscere la situazione. Puppato e Emiliano farebbero meglio a dialogare con i loro cittadini visti i risultati elettorali del Pd in Veneto e Puglia”. Infatti, in Veneto il centrosinistra è stato doppiato dal centrodestra alle regionali del 2010 ed in Puglia, nonostante Emiliano amministri Bari dal 2004 e Vendola governa la regione dal 2005, alle politiche il centrosinistra ha sempre perso. In definitiva Emiliano, come suole dirsi, è andato in Val di Susa per suonarle ai suoi compagni di partito e pare, invece, che sia stato suonato. Evidentemente Emiliano con la presa di posizione contro la Tav per la Torino-Lione spera forse di accaparrarsi le simpatie dei “grillini” pugliesi e diventare nel Pd un loro interlocutore privilegiato. Ma a quanto pare tra i “grillini” baresi c’è chi assicura che Emiliano lo conoscono bene, per cui sicuramente non si faranno incantare. E questo ben presto si vedrà.

 

Giuseppe Palella

           


Pubblicato il 26 Marzo 2013

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