Il ruolo istituzionale di Michele Emiliano è quello di governatore della Puglia, quello politico di segretario regionale del Pd, ma non ancora per molto visto che per Statuto del partito è incompatibile con l’incarico istituzionale ricoperto, e quindi dovrà dimettersi. Però, nei comportamenti politici effettivi il neo presidente regionale pugliese si muove già come se fosse un esponente di rilievo nazionale del Pd, o quantomeno di un dirigente del partito propenso ad occuparsi di vicende politiche governative nazionali e non soltanto locali. E così Emiliano, dopo i recenti interventi critici sulla riforma del governo Renzi per una “buona scuola”, fa il suo debutto anche nel dibattito su quella che potrebbe essere la formula di governo migliore per il centrosinistra alla guida del governo nazionale e, soprattutto, per il prosieguo della Legislatura in corso e l’attuazione delle riforme istituzionali che Matteo Renzi vorrebbe condurre in porto. Infatti, parlando dei rapporti tra il Pd e Sel il presidente della Regione Puglia e segretario del Pd in Puglia, Emiliano, rispondendo ai giornalisti che – a margine di un incontro barese – gli chiedevano se i malumori espressi dal senatore Dario Stefano (Sel) possano aprire scenari diversi per il centrosinistra, ha detto. “In Puglia abbiamo una formula politica molto equilibrata, ben centrata, radicata nella storia del centrosinistra italiano: lo chiamiamo Ulivo 2.0 ed è il nuovo schema che vorremmo proporre anche al governo nazionale”. Inoltre, Emiliano ha spiegato che, a proposito di “Ulivo 2.0”, bisognerebbe spingere Renzi ad essere “più attento alle ragioni del centrosinistra rinnovato e a cercare i numeri anche per la riforma costituzionale, dove naturalmente i voti del centrosinistra si trovano. Infatti, secondo Emiliano, andare oltre le colonne d’Ercole sarebbe un rischio (ndr – per il Pd) anche dal punto di vista dell’immagine. “Rischio che – per il governatore pugliese – va evitato”. “E’ poi evidente – ha aggiunto Emiliano – che mentre in Sinistra ecologia e libertà ci sono spinte a tornare all’isolamento dei duri e puri della sinistra radicale, Stefano invece – ha spiegato ancora l’ex sindaco di Bari – sta ragionando politicamente con Vendola per indurlo ad una nuova alleanza con il partito democratico sullo stesso stile e modulo che abbiamo qui in Puglia”. E, continuando, ha poi aggiunto: “Noi cerchiamo tutti di spingere in questa direzione. Mi sembra una cosa molto interessante e condivisa da tanti deputati e senatori”. “Speriamo che Vendola – ha concluso Emiliano – possa consentirci di considerarlo come punto di riferimento di questo schema politico per quel che riguarda Sel”. Insomma, il neo governatore pugliese anziché badare ai problemi politici ed istituzionali di sua competenza si cimenta anche in digressioni su quelli di carattere governativo nazionali alla cui soluzione è invece impegnato Renzi ed il Parlamento. Un’invadenza che fa presumere ad un comportamento di Emiliano finalizzato ad un esordio sulla scena politica nazionale, come è stato precedentemente per il governatore pugliese, quando nel 2007, da sindaco di Bari, puntò alla guida politica del Pd pugliese. E, conseguentemente, ad occuparsi anche delle vicende politiche regionali. Uno schema che per Emiliano potrebbe essere ripetuto anche da governatore regionale per debuttare nelle vicende governative nazionali e mettere così le basi per una scalata politica nel proprio partito. E’ forse prematuro ipotizzare ciò? In molti, tra gli addetti ai lavori, pensano di no. Infatti, sempre secondo gli stessi addetti alle vicende politiche, Emiliano già sta studiando da leader nazionale del Pd e, con i suoi suggerimenti ed indicazioni a Renzi, si comporta già come tale. C’è solo da capire il tempo che Emiliano vorrà aspettare prima di tuffarsi nell’eventuale scalata nazionale. Infatti, sul trampolino di lancio è già salito da tempo e non credo che vorrà attendere per molto, visto che la tavola di lancio ha già cominciato a farla vibrare.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 2 Settembre 2015
