Cultura e Spettacoli

Eppure un nome l’aveva…

Polignano acchiappa i turisti. In alcuni sollecita una curiosità : Chi fu l’eremita al quale è stato intitolato l’omonimo Scoglio? Tutti si stringono nelle spalle. Forse, si dice, un pellegrino di ritorno dalla Terra Santa, risalendo la Puglia, giunto a Polignano si lasciò catturare dalle suggestioni aspre di quell’isolotto che a brevissima distanza dalla costa si leva compatto e ben circoscritto. Là, come ‘chiamato’, egli fissò la sua residenza. Lo sosteneva la sensibilità dei pescatori polignanesi che col mare buono si recavano a trovarlo per portargli un pezzo di pane e un orcio di acqua. Un giorno lo trovarono morto. Qualcuno tumulò con frammenti di roccia le venerabili spoglie. Il rozzo sepolcro divenne meta di pellegrinaggio dei pescatori. Il piccolo culto si trasmise per generazioni sino a sedimentare una forma di devozione popolare. Non si spiega diversamente agli inizi del Seicento la scelta di elevare in cima all’isolotto una cappella dedicata a S. Antonio Abate. Di questa cappella resta memoria debolissima. Probabilmente si trattò di una costruzione alla buona, eretta con mezzi poveri da altrettanto poveri pescatori. La cappella risulta ancora in piedi nel 1837, anno in cui venne adibita a lazzaretto (era in atto un’epidemia di colera). Sullo scoglio sono ancora visibili le rovine del pozzo per la raccolta dell’acqua piovana e una croce in ferro issata da missionari nel 1901 in onore di San Vito Martire, patrono di Polignano, e non per segnalare, come molti ancora credono, il luogo di sepoltura dell’Eremita. Tornando alle seduzioni sollecitate dal mistero intorno al nome di quest’uomo, torna utile un passo di ‘Episodici piratici del XVI secolo’ di Angelo Mercati. Nel passo in questione è citato il caso occorso nel 1551 a “ un Paolo De Marinis, eremita vivente con altri sei compagni presso Mola di Bari : Sorpresi e condotti in schiavitù fu loro imposta una taglia di settecento scudi, dei quali il De Marinis pagò in deduzione trecento scudi per riscattarsi e procurare la restante somma. Ma per il ritardo a corrispondere questa, uno dei compagni fu arso e l’altro impalato”… Che ne fu del De Marinis? Un’esperienza estrema come quella non poteva che esaltarne la tendenza a isolarsi dal mondo. Con ogni probabilità tornò all’eremitaggio, ma a condizioni ancora più aspre, forse non perdonandosi il privilegio d’essere stato l’unico a salvare pelle e libertà. Per cui anziché rimettere piede nelle spelonche d’origine si mise in cerca di un luogo ancora più appartato. Cosa di meglio allora, a sud di Mola, di quell’isolotto che si leva a  poche decine di metri dal litorale di Polignano a Mare? E’ il caso di ricordare che l’isolotto in questione ha un nome ‘nautico’ : Scoglio di San Paolo…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 25 Luglio 2019

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