Cultura e Spettacoli

Ercole non venne in Puglia

Nel ‘Dizionario dei miti e dei personaggi della Grecia antica’ di Autori Vari, a cura di Patrizio Sanasi (Edizioni Acrobat) si legge alla voce ‘Acherondia’ : “Città situata in Puglia, sotto la quale si apriva una caverna che dava all’inferno. Eracle vi sarebbe entrato per catturare il mostruoso cane a tre teste Cerbero”. Il ben più autorevole ‘Dizionario di mitologia e dell’antichità classica’ di Mary Gislon e Rosetta Palazzi (Zanichelli) non cita Acherondia. Dunque? Anticamente il nome Acheronte venne attribuito a numerosi fiumi associati al mondo degli Inferi e sparsi un po’ ovunque. Per esempio, i coloni greci che si stabilirono nella Magna Grecia identificarono l’Acheronte col lago d’Averno, specchio d’acqua che si apre nell’area flegrea tra Lucrino e Cuma, vicino Pozzuoli. L’area flegrea ha sempre influenzato culturalmente quel tratto d’entroterra che abbraccia sia la Campania che la Basilicata. La storia delle streghe di Benevento non può essere casuale. Come non casuale è il fatto che l’antico nome di Acerenza sia Acheruntia e ciò deriverebbe da Acher, nome d’origine del fiume Bradano, che lambisce il comune lucano. Tornando al primo dizionario, l’assonanza Acherondia-Acheruntia è evidente. Ma cosa c’entra Acerenza con la Puglia? Uno studioso di Acerenza, Michele Di Pietro, fa notare che Fènelon, l’arcivescovo François de Salignac de la Mote, nel suo romanzo ‘Le avventure di Telemaco figliolo d’Ulisse’ edito a Napoli nel 1768 parla proprio di questo ingresso degli inferi : “… tra queste angustie risolve finalmente di discendere all’inferno per un luogo assai famoso, che… avea preso il nome d’Acheronzia da una orrorosa caverna, che ivi s’apriva, onde poteasi giugnere all’onda impura del tremendo Acheronte… La città d’Acheronzia era sull’erto di una rupe collocata, qual nido sopra la cima d’un albero; e a piè della rupe si vedea l’oscura caverna, a cui timorosi i mortali non ardivano d’accostarsi, ed i pastori pensavano sempre a tenerne lontani gli armenti… “
E nella stessa pagina, alla nota 4 si legge: “Acheronzia era una città della Puglia situata sopra un monte all’estremità dell’Italia. A’ piè di questo monte v’è una caverna, da cui con tanto impeto precipita il fiume Acheronte, che i Poeti hanno creduto esser quello luogo una porta dell’Inferno. Per questa caverna entrò Ercole, e seco ne trasse Cerbero». Tutto si spiega, ora. Nell’incerta geografia del Settecento un comune come Acerenza posto ai confini della Lucania poteva passare per pugliese. D’altra parte Orazio, il celeberrimo poeta latino nato a Venosa, città vicinissima ad Acerenza, non s’interrogava in una celebre Satira se dovesse sentirsi pugliese invece che lucano?

 

Italo Interesse


Pubblicato il 11 Aprile 2014

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