Cultura e Spettacoli

Euhoè, l’urlo di che?

Pianeta e società stanno collassando. Non c’è bisogno del libro dell’Apocalisse, del Libro dei Maya, delle centurie di Nostradamus o dei proclami di una pletora di profeti da strapazzo per farsene una ragione. Il caos, ultimo atto di tanto sfacelo, è dietro l’angolo. L’arte, sensore puntuale degli umori umani, riflette questa percezione del baratro. E’ il caso di ‘Euhoè’, di e con Daniele Parisi (produzione 369 Gradi) ; lo spettacolo è stato in cartellone al Nuovo Abeliano per la rassegna Actor nell’ambito della stagione di Teatri di Bari. Il trentaseienne attore romano confezione un’ora di passerella per rappresentanti di una fauna umana insoddisfatta e incattivita, che spara ad altezza d’uomo avendo un conto in sospeso con la vita, con la morte, con Dio. Non che tutti s’arrendano, qualcuno assegna ancora chance di salvezza alla società globale, perciò sbraita, sgomita e si fa avanti a proporre soluzioni. Sembra urlare: ‘Euhoèeee!… che vorrebbe essere urlo di rivolta, di protesta. In realtà è urlo di niente, verso plateale cui corrisponde un pensiero arrogante, vago e dozzinale, che una volta messo in pratica finisce col fare il gioco proprio di disfattisti e inetti a vivere. Un Parisi inesauribile, trasformista e velenoso dà voce ad un rancore collettivo che non fa sconti. Una comicità allucinata diventa il collante (e il sudario) di queste schegge di ribellione abortita. Molti dei personaggi di Euhoè un poco ricordano quegli oratori da Speaker’s Corner, l’area dell’angolo nord orientale di Hyde Park, il celebre parco londinese, dove chi voglia è in diritto di salire su uno sgabello (che deve portarsi da casa) e arringare piccole folle di curiosi a proposito di qualunque argomento. Talvolta sono mitomani in cerca di una vetrina entro cui mettersi in mostra, più spesso si tratta di polemisti che vogliono esprimere un pensiero in controtendenza. Li accomuna un senso frustrante di solitudine ed impotenza. Così le figure partorite dalla fervida fantasia del bravo Parisi. Il quale enfatizza la tragedia facendo uso di una lop station con cui incide le musiche di scena manipolando versi e brevi parole: pur fastidioso, l’effetto si rivela efficace. Non contento, Parisi coinvolge anche il pubblico, che mette alla berlina con piacere sottile. Uno spettacolo gradevole e denso, dal retrogusto fastidiosamente amaro. – Prossimo appuntamento di stagione, sabato1 febbraio, ancora al Nuovo Abeliano con ‘Else’ (produzione La luna nel letto / Tra il dire e il fare), di Nunzia Antonino e Carlo Bruni. Liberamente ispirato a ‘La signorina Else’ di Arthur Schnitzler, lo spettacolo è interpretato da Nunzia Antonino.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 30 Gennaio 2019

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